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La Nigeria ha rinviato le elezioni presidenziali di una settimana

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Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari e, alla sua sinistra, il generale dell'esercito Tukur Yusuf Buratai, durante una cerimonia dello scorso 28 novembre. Credit: AFP

La Nigeria ha rinviato le sue elezioni presidenziali e parlamentari di una settimana. La decisione è stata presa nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 febbraio.

La Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec) ha comunicato la decisione solo cinque ore prima dell’apertura dei seggi.

“Procedere con le elezioni come programmato non è più fattibile”, ha detto il presidente della commissione Mahmood Yakubu, menzionando problemi logistici.

Yakubu ha riferito che la decisione era necessaria per garantire un voto libero ed equo. Le elezioni presidenziali e parlamentari sono state riprogrammate per sabato 23 febbraio.

L’annuncio è arrivato dopo un incontro di emergenza presso la sede di Inec ad Abuja.

Yakubu, ha dichiarato che la decisione è stata presa in seguito ad una “attenta revisione” del “piano operativo” elettorale, aggiungendo che c’era una “determinazione a condurre elezioni libere, eque e credibili”.

Ha detto che il rinvio è stato necessario per dare alla commissione il tempo di affrontare alcune questioni “vitali” e per “mantenere la qualità delle nostre elezioni”, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

I candidati

Alle elezioni presidenziali, che a questo punto si terranno il 23 febbraio, si sono presentati 73 candidati, ma i personaggi più importanti sono due: Muhammadu Buhari e Atiku Abubakar.

> Tra terrorismo, povertà e un presidente che alcuni danno per morto, la Nigeria si prepara alle elezioni

Buhari ha presentato la sua candidatura per il secondo mandato dopo essere stato eletto presidente nel 2015 dopo tre tentativi falliti nel 2003, 2007 e 2011, sconfiggendo il candidato del People’s Democratic Party (PDP) e presidente uscente Goodluck Jonathan.

Il presidente uscente aveva promesso di migliorare l’economia del paese, ma ha ottenuto scarsi risultati e anzi la disoccupazione sotto il suo governo è addirittura aumentata. Buhari ha anche fallito nel contrastare Boko Haram, il principale gruppo estremista del paese.

Buhari è anche accusato di non aver fatto nulla per contrastare le violenze nei confronti dei cristiani che vivono prevalentemente nel sud del paese.

Atiku Abubakar, ex vicepresidente e candidato del People’s Democratic Party, in campagna elettorale ha promesso di creare 3 milioni di posti di lavoro e di portare 50 milioni di nigeriani fuori dallo stato di povertà assoluta.

Il peso dell’esercito in Nigeria

In Nigeria vincere le elezioni non basta per governare: è indispensabile anche avere l’appoggio dei militari, come sa bene il candidato del People’s Democratic Party. Atiku, pur essendo un uomo d’affari, ha cercato – riuscendoci – di portare dalla sua buona parte dei militari.

Nel 2015 Buhari era riuscito ad ottenere l’appoggio dei più importanti generali nigeriani, ma sembra che alle elezioni del 16 febbraio la situazione sarà ben diversa.

Prima di diventare presidente, Buhari è stato una figura di spicco nell’esercito nigeriano: nel 1966 fu uno degli organizzatori del colpo di stato che portò al potere il colonnello Murtala Muhammed.

Tra il 1983 il 1985, invece, Buhari andò lui stesso al potere instaurando una sorta di regime militare: in quei due anni vennero imprigionati numerosi oppositori politici, e un ex ministro del governo deposto da Buhari e in esilio a Londra venne rapito dai servizi segreti nigeriani.

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