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Home » Esteri

Stati Uniti, discorso sullo stato dell’Unione: Trump fa appello all’unità ma divide il paese sull’immigrazione

Immagine di copertina
Credit: Doug Mills / Pool/ Afp

Dopo la parziale sospensione dello shutdown, la speaker della Camera ha invitato il presidente a parlare della situazione attuale del paese e dei suoi progetti futuri

Il 5 febbraio 2019 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tenuto il suo discorso sullo stato dell’Unione, dietro invito della speaker della Camera Nancy Pelosi.

Il discorso arriva una settimana dopo rispetto alla data in cui solitamente l’inquilino della Casa Bianca è invitato a parlare delle condizioni del paese e del suo futuro. La causa del ritardo è da rintracciare nello shutdown e nel braccio di ferro tra il presidente e la Camera, a maggioranza dem dopo le elezioni di metà mandato.

“Dopo 24 mesi di rapido progresso la nostra economia è l’invidia del mondo, il nostro esercito è il più potente sulla terra e l’America sta vincendo giorno dopo giorno”: ha esordito così il presidente Trump.

“La mia agenda di questa sera non è un’agenda repubblicana o democratica l’agenda del popolo americano”, ha detto facendo un appello all’unità della Nazione.

“Abbiamo un potenziale illimitato, voglio lavorare con il nuovo Congresso. Dobbiamo governare non come due partiti ma come un solo Paese. Basta con guerre stupide e indagini ridicole e di parte. Solo queste cose possono fermare l’economia americana. Dobbiamo essere uniti in casa per sconfiggere i nemici all’estero”, continua.

E non arretra di un millimetro su uno dei temi più divisivi negli Stati Uniti, l’immigrazione: “Farò costruire il muro col Messico. Vi chiedo di difendere la nostra frontiera meridionale che è molto pericolosa come un atto d’amore e devozione nei confronti dei nostri cittadini e del nostro Paese. Le città messicane, per rimuovere l’immigrazione illegale dalle loro comunità, stanno inviando bus per portarli nel nostro Paese, in zone dove non c’è protezione. Siamo di fronte a un’emergenza nazionale”.

E sul muro Trump ribadisce che non sarà di cemento, ma “sarà di acciaio intelligente, strategico e che consente di vedere dall’altra parte”.

Trumo rivendica inoltre il suo ruolo sullo scacchiere internazionale, in particolare negli equilibri con la Corea del Nord. “Se non fossi stato eletto presidente degli Stati Uniti oggi saremmo in guerra con la Corea del Nord, con il rischio di milioni di persone uccise”, ha detto annunciando un secondo incontro con il leader Kim Jong Un che si terrà il 27 e 28 febbraio in Vietnam.

Non manca l’affondo alla Cina: “Il furto dei posti di lavoro e della ricchezza americana è finito”, ha detto, ribadendo che il nuovo accordo commerciale con la potenza asiatica deve includere “la fine delle pratiche commerciali scorrette, la riduzione del nostro cronico deficit commerciale e la protezione dell’occupazione americana”. Sul tema dazi Trump non arretra, anzi promette una linea dura.

Alla fine del suo discorso, Trump si congratula con le tante donne che sono state elette al Congresso alle elezioni di midterm di novembre 2018.

I motivi del ritardo nel discorso sullo Stato dell’Unione

La speaker Pelosi aveva chiesto al presidente di rimandare il suo discorso fino a quando le attività del governo non avessero ripreso a funzionare correttamente, mettendo quindi fine allo shutdown che da un mese bloccava il paese.

L’accordo tra il presidente e la Camera è arrivato solo il 25 gennaio, quando Trump ha deciso di cedere alle pressioni dei dem e sbloccare temporaneamente i fondi governativi in attesa di approvare la nuova legge di bilancio.

Trump ha però sottolineato che non intende rinunciare alla costruzione del muro al confine con il Messico e che nel bilancio del nuovo anno devono essere compresi anche i fondi per il suo progetto.

Lo sblocco momentaneo dei fondi ha comunque permesso alla speaker della Camera di invitare il presidente a tenere discorso sullo stato dell’Unione, con cui Trump rende conto della situazione attuale del paese e delinea i progetti per il futuro degli Usa.

Il muro con il Messico – Il braccio di ferro con i democratici, che il miliardario ha accusato di non essere interessati alla sicurezza del paese, riguarda i 5,7 miliardi di dollari chiesti dal presidente nel bilancio del governo per finanziare la costruzione del muro al confine con il Messico.

Secondo il presidente, la barriera è fondamentale per poter bloccare i migranti che dal centro e dal latinoamerica cercano di raggiungere gli Stati Uniti.

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