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Home » Esteri

Il governo diviso anche sul Venezuela: la Lega sostiene Guaidò (insieme a Macron), i 5 Stelle elogiano Putin

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Conte e Moavero hanno cercato di mediare mantenendo una posizione super partes, ma la facciata di unità è stata presto infranta dall'endorsement di Salvini a Guaidò e dall'elogio di Di Battista a Putin

Il caos politico in Venezuela ha spaccato la comunità internazionale tra chi sostiene l’autoproclamato presidente Juan Guaidò, chi invece ha espresso la propria vicinanza al capo di Stato Maduro e chi invoca il rispetto della volontà popolare invitando al dialogo.

S&D

La stessa frattura si è creata anche a livello nazionale tra gli alleati di governo, che ancora una volta si trovano su fronti contrapposti.

Gli inviti al dialogo di Moavero e Conte

Il primo a parlare è stato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che ha ribadito l’impegno dell’Italia nel garantire “la sicurezza dei cittadini del Venezuela, affinché nel Paese sia garantito il pieno rispetto dei fondamentali precetti e valori della democrazia e dello Stato di diritto”.

Altrettanto super partes il commento del premier Conte, che ha espresso preoccupazione per l’escalation di violenza in Venezuela e ha auspicato l’avvio di “un percorso democratico che rispetto libertà di espressione e la volontà popolare”.

Una posizione meno netta anche di quella espressa dall’Unione europea tramite l’Alta rappresentate agli Esteri, Federica Mogherini, che aveva dichiarato di sostenere l’Assemblea nazionale e il suo presidente Guaidò.

La Lega sostiene Guaidò

Di tutt’altro tenore invece il ministro dell’Interno (e sempre più spesso anche degli Esteri) Matteo Salvini, che su Twitter prende una posizione netta a sostegno di Guaidò: “Sto con il popolo venezuelano e contro i regimi come quello di Maduro fondato su violenza, paura e fame. Quanto prima cade, senza ulteriori scontri, meglio è”.

Il  ministro Salvini ha anche ricevuto il ringraziamento di Guaidò, che ha risposto al leader della Lega sempre su Twitter: “Apprezziamo il riconoscimento della volontà di tutto il popolo venezuelano che continuerà a far sentire la propria voce pacificamente nelle strade”.

A sostenere la linea salviniana anche il sottosegretario agli Esteri in quota Lega, Guglielmo Picchi, titolare delle deleghe al Sud America, che ha chiesto che il governo italiano “faccia rispettare la libertà democratica e la sovranità popolare, rappresentate, come afferma l’Ue, dall’Assemblea Nazionale e Juan Guaidò”.

La linea dei 5 Stelle

Un messaggio diverso invece quello dell’altro sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, che sottolinea la sacralità del principio di non ingerenza: “Qualsiasi cambiamento deve avvenire in un contesto politico, democratico e non violento”.

Per concludere, l’attacco alla Francia: “Macron questa ovvietà non lo sa (…) e la rete lo asfalta”.

A dar voce alla vera linea dei 5 Stelle invece è Alessandro Di Battista, che riprende temi cari al movimento come l’anti-imperialismo e ribadisce la sua vicinanza al chavismo e alla Russia di Putin, schieratasi a difesa del presidente Maduro.

“Comunque la pensiate su Putin dovreste riconoscere che per la pace a livello mondiale una Russia forte politicamente è fondamentale. Senza Putin già ci sarebbe stato un intervento armato Usa, che non escludo purtroppo ancora del tutto”, ha commentato Di Battista su Facebook.

“Qua non si tratta di stare o non stare con Maduro. Qua si tratta di evitare che il Venezuela già martoriato dalle violenze possa diventare una Libia sudamericana. L’Italia ha il dovere di scongiurare qualsiasi ipotesi di intervento armato in Venezuela. Sarebbe una tragedia ancor peggiore per la popolazione. Questo Putin l’ha capito, Macron evidentemente no!”.

Lega e M5S sempre più divisi

Ironia della sorte: nonostante le ultime affermazioni contro Macron e la Moghrini, Salvini si trova dalla stessa parte della barricata per quanto riguarda il Venezuela, allontanandosi non solo dall’alleato di governo grillino, ma anche da Russia che per tanto tempo la Lega ha corteggiato.

Il caso Venezuela dimostra quindi che anche in politica internazionale non c’è accordo tra Lega e 5 Stelle e che a occuparsi di esteri è sempre meno il ministro Moavero e sempre di più i vicepremier o altri esponenti dei partiti di governo.

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