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Home » News

“Contro di me atto intimidatorio M5S”, parla il consigliere grillino rimosso perché criticava il decreto sicurezza

Immagine di copertina
Paolo Barros, consigliere del IX municipio a Roma

Paolo Barros è stato trasferito a sorpresa alla commissione urbanistica dopo aver criticato le scelte del governo e l'alleanza con la Lega

“È stato un atto intimidatorio perché dico quello che penso, ho le mie idee. Rendiamoci conto a che punto siamo arrivati”. Paolo Barros, consigliere del IX municipio di Roma, non ha preso bene la decisione di essere rimosso dalla commissione dedicata alla scuola, alla cultura ed allo sport.

È stato trasferito alla commissione che si occupa di urbanistica: un tema sul quale – come ammette lui stesso – non ha alcuna competenza.

Si tratta, secondo lui, di una decisione non casuale, ma dovuta alle sue recenti critiche al decreto sicurezza del governo giallo-verde.

Cosa è successo con questo trasferimento?

Lo vedo come un atto intimidatorio da parte del capogruppo, a causa delle mie ultime dichiarazioni sul decreto sicurezza e l’alleanza di governo con la Lega.

È un momento difficile, ma i Cinque Stelle, invece di ascoltare il malcontento interno lo stanno silenziando il modo antidemocratico.

A cosa ti riferisci quando parli di “momento difficile”?

Non ci aspettavamo questa alleanza con la Lega. Io men che meno. È stata fatta e bisogna cercare di andare avanti, ma è una cosa innaturale.

Frutto di quest’alleanza è il decreto sicurezza, un decreto incostituzionale, che andrà a fare danni al paese. È un decreto “insicurezza”, che fino al 2022 creerà più di 700mila irregolari. Sono persone che non scompariranno, ma rimarranno in giro senza documenti. Sappiamo bene che questa gente finirà in mano alla criminalità organizzata.

Il ministro Salvini ci parla di rimpatri, ma non ce ne sono stati, e gli sbarchi continuano. La sua è una politica di propaganda, di divisione, mette uomo contro uomo, e io questo non lo posso accettare in nessun modo. Non mi appartiene e non appartiene ai valori dei Cinque Stelle.

Chi ha criticato il decreto sicurezza ha pagato care conseguenze, come il senatore Gregorio De Falco, che non ha votato il provvedimento.

Per questo dico che oggi non c’è più democrazia interna, purtroppo. Non si ascolta il malcontento interno, si va avanti spediti.

Proprio oggi un consigliere del IX municipio, Paolo Mancuso, presidente della Commissione Urbanistica, ha lasciato il nostro gruppo per passare al gruppo misto.

Contro di lei sono state anche avanzate accuse di assenteismo da parte di altri consiglieri pentastellati. È un altro attacco dovuto alle sue dichiarazioni?

Chiaramente sì. Se non la pensi come la maggioranza, mancando la democrazia, vieni isolato in qualche modo. È quello che sta succedendo in questo momento.

Sono stato allontanato senza una chiamata, senza una mail, dal capogruppo. Una mancanza di rispetto nei miei confronti, verso il lavoro che ho svolto in tutto questo tempo e verso le competenze che ho nella scuola, perché ci lavoro.

C’è stato poi qualche chiarimento col capogruppo Vincenzo Maisano?

Non l’ho visto né sentito. Sto aspettando che si faccia vivo. Neanche la presidente della commissione sa nulla. È stata una decisione presa senza il rispetto di niente e di nessuno.

Se davvero è un atto intimidatorio, avrà qualche effetto o continuerà a dire ciò che pensa?

Dirò sempre ciò che penso, combatterò sempre per le mie idee in qualunque sede. Mi dispiace che siamo arrivati a questo punto. Sto nel giusto, si vedrà quello che accadrà.

Pensa che la base M5S sia d’accordo con la politica migratoria del governo, anche adesso che nel Mediterraneo ci sono stati molti morti, oppure no?

C’è un malcontento. Una parte dei Cinque Stelle non può essere d’accordo con questa politica. Ma ricordo che si tratta di un partito trasversale, che prende la destra e la sinistra.

Non possiamo andare dietro a Salvini con questa politica dell’odio, né pensare di accollare tutti i problemi del nostro paese all’immigrazione. È una cosa quasi allucinante.

Cosa pensi che dovrebbe fare M5S? Rompere l’alleanza di governo con la Lega?

Non so dirlo, ma sicuramente dovrebbe ritornare alle origini, alla democrazia diretta. Prima di diventare un partito era un movimento che nasceva dal basso. Ora non è più così. Chi c’è chi decide, è cambiato tutto.

Leggi anche: La ribelle M5S Elena Fattori a TPI: “Il Movimento si sta spostando verso destra, e anche i suoi elettori”
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