Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:44
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

In Arabia Saudita se sei donna puoi fare tutto, se un uomo te lo concede

Immagine di copertina
Credit: AFP

In Arabia Saudita qualsiasi attività, dalla più banale alla più seria, richiede l'approvazione di un uomo

La narrazione dell’Arabia Saudita e dei diritti concessi (e non) alle donne nel Regno è spesso mutevole. Se da una parte si trovano elogi entusiasti del principe ereditario per aver permesso alla componente femminile dell’Arabia di guidare, dall’altra ci sono le denunce delle attiviste incarcerate e torturate.

Perché alle donne non è concesso lottare per i propri diritti, né reclamarli ad alta voce. Tutto quello che possono fare è attendere che vengano loro elargiti da una società patriarcale che si regge sulla “tutela maschile”.

In base a questo sistema, una donna può esercitare la propria “libertà” solo dietro il consenso di uno dei membri maschili della sua famiglia.

Qualsiasi attività, dalla più banale alla più seria, richiede l’approvazione di un uomo: le donne da sole non possono richiedere un passaporto, viaggiare fuori dal paese, studiare all’estero con una borsa di studio, sposarsi, lasciare la prigione e nemmeno lasciare un rifugio per donne vittime di abusi.

La sharia – Da cosa deriva il sistema della tutela maschile? Le autorità saudite affermano che il primato dell’uomo sulla donna è stabilito dal Corano secondo cui “gli uomini sono i protettori delle donne, perché Dio ha dato loro più forza rispetto alle altre”.

Bisogna considerare che nel Regno saudita vige un’interpretazione ortodossa (detta anche wahabita) della religione e le regole della società araba sono dettate dalla sharia (o legge islamica).

Le punizioni per chi cerca di ribellarsi al sistema maschilista saudita sono esemplari.

Nel 2008, per esempio, l’attivista Samar Badawi aveva lasciato la sua famiglia per sfuggire agli abusi psicologici del padre e aveva cercato di togliere al genitore la patria potestà su di lei. Per tutta risposta, le autorità hanno accolto la richiesta del padre, che l’aveva accusata di “disobbedienza”, e hanno incarcerato la ragazza per 7 mesi.

Nel 2017, invece, Dina Ali Lasloom aveva cercato di scappare in Australia passando per la Thailandia per non sfuggire al matrimoni combinato che la sua famiglia le aveva imposto. Human Right Watch ha seguito il caso della donna, ma da mesi non ha più sue notizie.

Il caso di Rafah – Più recente invece la vicenda di Rafah Mohammed al-Qunun, una ragazza che il 7 gennaio 2019 si era barricata in una camera d’albergo di Bangkok, in Thailandia, temendo per la sua vita.

La 18enne ha raccontato tramite i social di essere riuscita a scappare dai parenti durante una visita in Kuwait insieme alla famiglia e ha anche accusato i familiari di essere responsabili di abusi fisici e psicologici nei suoi confronti.

Rafah è riuscita a mettersi in contatto con le autorità delle Nazioni Unite, che hanno convinto il governo thailandese a concedere un asilo provvisorio alla ragazza.

La Supercoppa – Del sistema discriminatorio che vige in Arabia Saudita si è tornato a parlare in Italia in riferimento alla Supercoppa.

Per la partita tra Juve e Milan che si disputerà il 16 gennaio a Jeddah i posti alla stadio non sono uguali per tutti: da una parte c’è il settore riservato agli uomini e dall’altra quello per le famiglie dove possono accedere anche le donne. I biglietti si suddividono in “singles”, quelli per soli uomini, e uno per “families“, per tutta la famiglia, e quindi anche per le donne, ma accompagnate.

Anche in questo caso bisogna fare una precisazione: mentre adesso in tanti si indignano per questa differenza tra i posti, solo qualche mese fa il regno aveva ricevuto il plauso internazionale per aver eliminato il divieto alle donne di accedere allo stadio.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Ilaria Salis di nuovo in catene, gli amici minacciati fuori dal tribunale
Esteri / L'Oms: "A Gaza incombe carestia, serve una tregua e il pieno accesso umanitario"
Esteri / Il nuovo business di Donald Trump: vendere bibbie a 60 dollari l’una
Ti potrebbe interessare
Esteri / Ilaria Salis di nuovo in catene, gli amici minacciati fuori dal tribunale
Esteri / L'Oms: "A Gaza incombe carestia, serve una tregua e il pieno accesso umanitario"
Esteri / Il nuovo business di Donald Trump: vendere bibbie a 60 dollari l’una
Esteri / Altri 16 bambini e adolescenti rimasti feriti a Gaza arrivano in Italia
Esteri / Germania, Flixbus si ribalta vicino Lipsia: almeno cinque morti e diversi feriti
Esteri / La storia si ripete: si dovrà ancora lottare per essere ebrei. Steven Spielberg lancia l’allarme antisemitismo
Esteri / Gaza, il bilancio dei morti sale a 32.490 vittime. Hezbollah spara razzi sul nord di Israele: ucciso un civile. Idf bombardano il sud del Libano: 5 morti. Meloni arriva a Beirut e vede il premier Miqati. Primo audio del capo del braccio armato di Hamas dal 7 ottobre: "Musulmani, marciate per la Palestina"
Esteri / Attentato a Mosca, Lukashenko contraddice Putin: “Gli attentatori erano diretti in Bielorussia”
Esteri / Attentato a Mosca: all'asta il coltello usato per torturare un presunto attentatore
Esteri / Gaza, l’Unicef: i più giovani sperano di “restare uccisi” per porre fine all’“incubo” della guerra