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Manovra pensioni: quanto perdono ogni mese i lavoratori con la quota 100

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Possiamo ipotizzare che con quota 100 un lavoratore medio della Pubblica amministrazione potrebbe perdere 500 euro al mese", ha spiegato il presidente dell'Inps, Tito Boeri

Manovra pensioni quanto perdono i lavoratori – “Chiamare la riforma delle pensioni quota 100 è fuorviante, io lo chiamerei requisito 38+62 che poi diventa 101, 102 e così via”. A dirlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri, in commissione Lavoro alla Camera nel corso di una audizione.

“Quanto ci perde un lavoratore che va in pensione adesso con 62 + 38 rispetto che andare con una pensione piena a 67 anni? Molto approssimativamente possiamo ipotizzare che con quota 100 un lavoratore medio della Pubblica amministrazione potrebbe perdere 500 euro al mese”, ha spiegato il presidente dell’Inps, Tito Boeri.

“Le misure sulle pensioni previste in manovra hanno un costo il primo anno di 7 miliardi, che poi salgono a 11,5 miliardi nel 2020; quasi 17, un punto di pil, nel 2021” spiega ancora il presidente Inps.

“Per i primi dieci anni i costi di queste misure sono di circa 140 miliardi in più. Abbiamo fatto anche valutazioni sul debito implicito, una misura sintetica che guarda cosa succede nel corso del tempo, le nostre stime dicono che fino al 2046 ci sarà un forte incremento del deficit previdenziale che arriverà intorno ai 400 miliardi di deficit aggiuntivo con un impatto sul debito implicito intorno ai 117 miliardi”.

Boeri è critico anche sugli effetti del condono, che sarebbero “devastanti sui conti dell’Inps”: “Non abbiamo elementi sufficienti per capire l’impatto di un intervento in questo senso ma sicuramente il condono contributivo al contrario di quello fiscale indurrebbe anche un comportamento opportunistico da parte degli evasori sul fatto che prima o poi potrebbe arrivare un altro condono”, fa notare.

Cosa prevede la manovra sulle pensioni del governo

Il 15 ottobre la Lega ha annunciato che la quota 100 sarà introdotta a partire da febbraio.  Qui tutto quello che c’è da sapere sulla manovra da 37 miliardi approvata, dopo giorni di tensioni, dal Consiglio dei ministri la sera di lunedì 15 ottobre e inviata alla Commissione europea.

“Tra gli impegni presi che cominciamo a mettere in pratica c’è il superamento della legge Fornero che vedrà la possibilità, e non l’obbligo, di andare in pensione con qualche anno di anticipo già dall’anno prossimo, senza alcun tipo di penalizzazione”, ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini durante la presentazione sulla nota di aggiornamento del Def del 3 ottobre 2018. (Qui tutto quello che c’è da sapere).

Il vicepremier Matteo Salvini ha assicurato che il superamento della Fornero non prevederà particolari limitazioni, penalizzazioni né tetto al reddito.

“Vuol dire che potenzialmente possono andare finalmente in pensione 400mila persone e si liberano altrettanti posti di lavoro. Vuol dire che 400mila truffati da quella legge sono finalmente liberi di tornare alla vita”, ha detto il vicepremier.

“Non è aumentando la spesa pensionistica che si può far crescere l’economia del nostro paese, è esattamente il contrario”, ha detto Tito Boeri, presidente dell’Inps, da sempre critico nei confronti del governo giallo-verde.

Le novità principali che il governo giallo-verde vuole introdurre riguardano la cosiddetta quota 100 e l’anticipazione del diritto alla pensione anticipata.

Entrambe le misure entreranno in vigore a partire dall’aprile 2019. La copertura finanziaria ammonta a 7 miliardi di euro.

Pensioni Quota 100: chi potrà andare in pensione

La quota 100 è un meccanismo per l’accesso alla pensione che si basa sulla somma tra l’età anagrafico e gli anni di contribuzione.

In altre parole, il meccanismo prevede che possa andare in pensione chi si trova nella situazione per cui la somma tra la propria età anagrafica e il numero di anni di contributi versati dia, appunto, 100.

La manovra approvata dal Consiglio dei ministri indica come requisiti minimi 38 anni di contribuzione e 62 di età.

In pratica, dunque, per accedere alla quota 100 bisognerebbe avere almeno 62 anni d’età e 38 di contributi versati, oppure 63 anni e 37 di contribuzione, o 64 e 36, e così via.

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