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“Il fatto non costituisce reato”: assolti i tre carabinieri imputati per l’omicidio di Riccardo Magherini

Immagine di copertina
La Cassazione ha annullato le sentenze di condanna della Corte d'Appello

Nel marzo 2014 il 40enne ex calciatore delle giovanili della Fiorentina veniva fermato a Borgo San Frediano, Firenze. Meno di un'ora dopo moriva in ospedale. La Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a 8 e 7 mesi inflitte in appello

La Corte di Cassazione ha assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, ex calciatore di 40 anni morto a Firenze il 3 marzo 2014.

S&D

Secondo i giudici della quarta sezione di Cassazione, che hanno annullato senza rinvio la sentenza di condanna del 2017 della Corte d’Appello, “il fatto non costituisce reato”.

In primo e secondo grado, i 3 imputati erano stati ritenuti colpevoli della morte di Magherini. Vincenzo Corni era stato condannato a 8 mesi, Stefano Castellano e Agostino della Porta a 7 mesi ciascuno.

Ilaria Cucchi ha espresso la sua solidarietà alla famiglia di Magherini. “Mi chiedo in quale realtà sto facendo crescere i miei figli. Mi stanno facendo tante domande Valerio e Giulia. Non so cosa rispondere”, ha commentato sul suo profilo Facebook, dopo aver parlato con il fratello di Riccardo, Andrea Magherini.

La storia – La notte tra il 2 e il 3 marzo Magherini, sotto gli effetti della cocaina, camminava in stato di delirio per le vie di Borgo san Frediano, a Firenze.

Gli agenti arrivarono sul posto e lo fermarono, dopo che l’uomo aveva danneggiato la vetrina di una pizzeria e correva urlando a petto nudo.

Magherini venne bloccato in posizione prona, con le mani dietro la schiena, e tenuto fermo sull’asfalto.

Un inquilino di un appartamento sotto al quale avveniva il fermo ha ripreso quei momenti. Il video è un po’ buio: si vedono gli agenti tenere bloccato a terra Magherini e si sentono distintamente le sue urla d’aiuto.

“Aiuto”, “mi sparano, “chiama l’ambulanza ti prego”. Magherini urla per alcuni minuti. Secondo le testimonianze, a un certo punto l’ex calciatore delle giovanili della Fiorentina ha smesso di urlare: i carabinieri avrebbero allora chiamato i soccorsi.

L’ambulanza della Croce Rossa, cui si erano rivolti i militari, ha chiesto l’intervento di un’auto medica, che è arrivata dopo circa 10 minuti.

Per 40 minuti il personale sanitario ha provato a rianimare Magherini dall’arresto cardiaco, poi è stato portato in ospedale in ambulanza ma è morto poco dopo esser arrivato nella struttura.

Cassazione – La Cassazione ha annullato, senza rinvio, le sentenze di condanna per omicidio colposo, e ha respinto il ricorso dei familiari della vittima che avevano chiesto di annullare la sentenza e fare un nuovo processo.

Gli avvocati di Magherini accusavano i carabinieri di aver causato, con la loro condotta, la morte di Riccardo. Se lo avessero rimesso in posizione eretta, sostenevano, “avrebbero permesso i soccorsi, e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”. I legali avevano quindi presentato un ricorso perché venisse riconosciuto l’omicidio preterintenzionale.

La difesa aveva invece presentato dei ricorsi contro la sentenza di condanna, sostenendo che “i carabinieri intervenuti non avevano elementi per poter capire cosa stava accadendo a Magherini, che è morto per una serie di concause, anche per la sofferenza respiratoria”.

“In quel momento di emergenza era necessario bloccarlo, e i carabinieri non potevano capire quale fosse il momento giusto per metterlo seduto”.

Il sostituto procuratore generale della Cassazione Felicetta Marinelli ha chiesto di rigettare tutti i ricorsi e confermare le sentenze di condanna ai carabinieri.

“Il decesso di Magherini è stato determinato dall’elevato tasso di cocaina, da asfissia e dallo stress dovuto all’assunzione di cocaina e al tentativo di liberarsi dalla posizione prona in cui lo tenevano i carabinieri”.

“È pacifico – ha aggiunto – che i carabinieri erano ben consapevoli dell’alterazione psico-fisica e se l’avessero liberato dalla posizione prona quando aveva dato i primi segnali di calma e manifestato affanno”, l’uomo “avrebbe potuto essere soccorso e con elevata probabilità di salvarsi”.

I carabinieri, ha proseguito il pg, “avevano una posizione di garanzia perché lo stavano arrestando e avevano l’obbligo di tutelarlo”.

I giudici di Cassazione hanno invece deciso, dopo 6 ore di camera di consiglio, di annullare la sentenza di condanna e dichiararli assolti.

Qui le motivazioni della sentenza e l’intervista a Fabio Anselmo, legale della famiglia Magherini
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