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Decreto sicurezza: come funziona il taglio dei 35 euro giornalieri per migrante

Immagine di copertina
Credit: Afp

I contributi per i servizi d'accoglienza saranno tagliati: si passa dai 35 euro giornalieri individuali a una cifra compresa tra i 19 e i 26 euro. I costi variano in basa alla struttura: più grandi saranno i centri, minore saranno i costi

Un netto taglio delle spese: non più 35 euro al giorno per ogni migrante ma una cifra tra i 19 e i 26 euro. A comunicarlo è l’ufficio stampa del vicepremier Matteo Salvini, che illustra le nuove linee guida degli appalti per i servizi di accoglienza, stilate dal ministero e approvate dall’Anac di Cantone.

“È una giornata bellissima: in pochi giorni abbiamo messo ordine ad una materia che attendeva di essere ordinata da 10 anni”, ha detto il ministro dell’Interno nel giorno in cui il Senato ha approvato il Decreto sicurezza.

“Abbiamo portato ordine, regole, serietà e trasparenza in un fenomeno dell’accoglienza che era diventato un mercimonio, un business fuori da ogni controllo, pagato dal contribuente”. (Qui abbiamo spiegato quali sono i cambiamenti previsti per il sistema d’accoglienza)

Cosa cambia e come funzione il taglio del contributo

La revisione del piano delle spese prevede una distinzione tra diversi bandi-tipo per i servizi d’accoglienza, in base alla grandezza dei Centri: fino a 150 posti, 300, 600, 900, 1.200, 1.500, 1.800. E include anche il sistema dell’accoglienza individuale in appartamenti, quella che arriva ad ospitare fino a 50 persone, e che rappresenta l’80 per cento dei soggetti ad oggi inseriti nel sistema.

Le spese scendono da 35 euro a 19-26 euro a persona ma il ministero spiega che saranno garantiti tutti i servizi di base, come i vestiti, il cibo e la pulizia.

Più è grande il Centro, più i costi da mettere a base d’asta saranno contenuti: per le strutture fino a 1.800 persone saranno garantito un mimino di 19 euro a migrante e in quelle da 300 posti si arriva fino a un massimo di 26 euro individuali.

Per l’accoglienza individuale è prevista una spesa di 21 euro. Si continueranno invece a spendere 32 euro per i servizi nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr).

Non solo. L’insegnamento dell’italiano, l’assistenza psicologica e l’orientamento sul territorio – vale a dire i servizi di “integrazione e inserimento” che finora spettavano a tutti i migranti che presentavano la domanda d’asilo – saranno garantiti solo ai titolari della protezione internazionale.

Come cambia la permanenza negli hotspot

I centri in cui venivano accolti i migranti appena sbarcati, secondo le nuove linee guida, saranno affidati un solo responsabile. I tempi di permanenza prevedono un limite di 30 giorni mentre nei Cpr il limite passa invece da 90 a 180 giorni.

Si introduce la possibilità di trattenere i migranti in attesa di espulsione in altre strutture della Polizia di Stato, in mancanza di posti nei Cpr, sebbene il decreto sicurezza non abbia ancora specificato le caratteristiche che questi luoghi dovranno avere.

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