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Cos’è e come funziona la prescrizione dei reati

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Il Movimento 5 Stelle ha presentato, sabato 3 novembre 2018, un emendamento alla legge “spazza corrotti” contro la corruzione. La proposta del Movimento, annunciata dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, prevede la sospensione dei termini della prescrizione al raggiungimento della sentenza di primo grado.

S&D

All’annuncio del ministro ha reagito la ministra della Pubblica amministrazione, e avvocata penalista, Giulia Bongiorno, che ha criticato la proposta di modifica.

“Bloccare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio significa mettere una bomba atomica nel processo penale e io questa cosa non posso accettarla e non posso non segnalarla”, aveva detto la ministra leghista ospite nel programma L’Intervista di Maria Latella su SkyTg24.  Il contratto di governo deve trovare un accordo, ma si deve fare una riforma della prescrizione e solo della prescrizione. Con Bonafede mi trovo benissimo, è una persona ragionevole, ma dobbiamo stare attenti a non bloccare la giustizia per sempre”.

La posizione del Movimento 5 Stelle

“Rispetto e stimo il ministro Bongiorno, con cui ho collaborato e collaboro su diversi fronti, dalla necessità di riavviare il motore della giustizia con nuove forze, alla lotta contro la violenza sulle donne. Ma sulla prescrizione si sbaglia”, ha affermato Bonafedesabato 3 novembre.

“Dopo una verità accertata in primo grado, non possiamo lasciare che da quel momento in poi non ci sia più alcuna certezza di giustizia. La sicurezza dei cittadini e la certezza della pena perdono qualsiasi significato se poi il processo si conclude con la prescrizione. Deve essere chiaro che siamo di fronte a una riforma epocale della giustizia penale che cambia totalmente ottica: è finita l’era dei furbi e dei loro azzeccagarbugli che mirano solo a farla franca. Con la nostra riforma della prescrizione, gli unici a dover temere sono i colpevoli. I tempi dei processi saranno brevi grazie agli investimenti di questo governo: lo Stato si deve prendere la responsabilità di rendere giustizia ai cittadini”.

Lo scontro M5S-Lega 

Lunedì 5 novembre, a pochi minuti dall’avvio dei lavori delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, convocate per i pareri sugli emendamenti al ddl anticorruzione, i due relatori M5s, Francesco Forciniti e Francesca Businarolo, hanno ritirato l’emendamento sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Ne hanno presentato uno nuovo, con lo stesso contenuto del precedente, ma hanno cambiato il titolo del provvedimento, così da tentare di superare le critiche della Lega, contraria a intervenire sulla prescrizione attraverso un emendamento e non con una legge ad hoc.

Con il nuovo emendamento, il titolo della legge diventa: “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonchè in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti”.

Ma alla Lega il cambiamento non è piacito.”Il nuovo emendamento è uguale a quello di prima. Per noi bisogna fare un’altra legge sulla prescrizione”, ha detto il capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali Igor Iezzi-

Cos’è la prescrizione

La prescrizione è regolata dall’Articolo 157 del Codice penale modificato dalla legge 5 dicembre 2005 n. 251.

La norma prevede prevede che la prescrizione estingua il reato “decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge e comunque un tempo non inferiore a sei anni se si tratta di delitto e a quattro anni se si tratta di contravvenzione, ancorché puniti con la sola pena pecuniaria”.

La norma comporta che, trascorso un certo periodo di tempo fissato dalla legge, un reato non possa più essere perseguito

I reati per cui è prevista la pena dell’ergastolo non sono prescrittibili.

La reazione della Corte d’Appello di Milano 

Il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio annunciato dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede “appare una riforma inutile, dannosa e anticostituzionale perchè renderebbe eterni i processi dopo la sentenza di primo grado, quando è fatto notorio che il 70 per cento dei procedimenti penali finisce in prescrizione al termine delle indagini preliminari”.

Il Coordinamento della Camere Penali del Distretto della Corte d’Appello di Milano sottolinea che “i tempi di prescrizione sono già stati allungati considerevolmente dal precedente governo, con la sospensione dei termini per 18 mesi dopo la sentenza di primo grado e di altri 18 mesi dopo la sentenza in appello”.

“È sicuramente vero che la giustizia è amministrata in nome dei cittadini ma gli avvocati hanno il dovere di segnalare che una prescrizione sine die contrasta con i principi della ragionevole durata del processo stabilita dall’articolo 11 della Costituzione nell’interesse di tutti i cittadini siano essi imputati o persone offese”, argomentano i legali di Milano, Busto Arsizio, Como, Lecco, Monza, Pavia, Sondrio e Varese.

Un “processo senza fine” per i legali “è anche un processo senza giustizia per le potenziali vittime e una pena senza fine per i cittadini imputati che, pur presunti innocenti per la nostra costituzione, sarebbero costretti a vivere decenni nel’incertezza sulla propria onorabilità e libertà personale”.

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