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Home » Esteri

Elezioni parlamentari Afghanistan: il paese al voto tra le minacce dei talebani e il rischio brogli

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Le elezioni erano state rimandate diverse volte a causa di problemi legati al sistema elettorale e alla sicurezza. Dieci candidati sono rimasti uccisi negli attentati condotti dai talebani

Sabato 20 ottobre 2018 9 milioni di persone sono chiamate in Afghanistan ad eleggere i 249 membri del Parlamento, in vista delle elezioni presidenziali previste invece per il 2019.

S&D

Il governo ha però rinviato le elezioni nella provincia di Kandahar di una settimana dopo l’ultimo attentato rivendicato dai talebani in cui è rimasto ucciso il capo della polizia provinciale, il generale Abdul Raziq.

Diverse esplosioni con morti e feriti sono state registrate in alcuni seggi di Kabul, capitale dell’Afghanistan, nel giorno del voto.

Secondo il ministero dell’Interno, sono stati segnalati in totale 15 attacchi, per la maggior porte con ordigni artigianali e razzi. Le esplosioni non sono state rivendicate.

Nella provincia centrale di Ghor, inoltre, i Taliban hanno teso un’imboscata e ucciso quattro poliziotti locali che si stavano recando in un centro elettorale di Firozkoh.

La data delle consultazioni era stata annunciata alcuni mesi prima dal presidente della Commissione elettiva indipendente (IEC), Gula Jan Abdul Badi Sayad.

La Commissione ha anche rassicurato che le elezioni si sarebbero tenute in tutto il paese nonostante in alcune aree sia ancora forte la presenza dei talebani.

“Le forze di sicurezza afgane ci hanno assicurato che attueranno misure di sicurezza nelle zone non controllate del governo, così da garantire tutto il processo elettivo”, aveva aggiunto Sayad.

Le elezioni parlamentari sono state posticipate da tre anni a causa della forte instabilità che regna nel paese. Inizialmente, l’appuntamento alle urne era stato fissato per luglio del 2017, ma si era deciso di rimandare le elezioni a causa di alcune dispute politiche sulla registrazione degli elettori.

I cittadini infatti possono votate in qualsiasi area del paese, il che comporta un alto rischio di frodi elettorali: la stessa persona potrebbe votare più volte in sedi elettorali diverse.

Le elezioni del 20 ottobre sono importanti non solo perché forniscono una prima indicazione di quello che potrebbe essere il risultato delle presidenziali, ma anche perché dimostrano quanto controllo il governo effettivamente ha sul paese.

In diverse regioni dell’Afghanistan, infatti, il potere è ancora nelle mani dei talebani, che hanno più volte fatto ricorso alla violenza per disincentivare la partecipazione dei cittadini alle elezioni.

La provincia di Kandahar

Il governo afghano ha deciso di rinviare le elezioni parlamentari nella sola provincia di Kandahar di una settimana dopo l’ultimo attacco suicida che ha colpito la zona il 18 ottobre 2018 uccidendo anche il capo della polizia provinciale, il generale Abdul Raziq.

La morte dell’uomo forte di Kandahar ha causato un importante vuoto di potere, che ha portato i cittadini a chiedere il rinvio delle elezioni e maggiore sicurezza.

Nello stesso attentato, rivendicato dai talebani, ha perso la vita anche il capo dell’intelligence della provincia, Abdul Mohmin, mentre è rimasto illeso il comandate delle forze Nato, il generale Scott Miller.

I candidati uccisi

A meno di una settimana dalle elezioni, in Afghanistan 10 candidati hanno perso la vita a seguito di attentati condotti dai talebani contro i comizi elettorali.

Il 17 ottobre 2018 il candidato Jabar Qahraman è stato ucciso in un attentato contro il suo ufficio elettorale a Lashkar Gah, capoluogo della regione meridionale, e rivendicato dai talebani.

Il 9 ottobre aveva invece perso la vita Saleh Mohammad Achekzai, sempre nel corso di un comizio nella provincia di Lashkar Gah.

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