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Manovra, dura lettera della Commissione europea all’Italia: “Deviazioni senza precedenti”. Salvini: “Non rompeteci le scatole”

Immagine di copertina

Il governo italiano deve rispondere entro lunedì 22 ottobre a mezzogiorno

La Commissione europea ha inviato al governo italiano una dura lettera in cui contesta formalmente la manovra approvata il 15 ottobre 2018 dal Consiglio dei ministri e recapitata a Bruxelles per essere esaminata.

Secondo la Commissione, la decisione del governo italiano di pianificare “un’espansione fiscale vicina all’1 per cento di Pil, contro l’aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio dell’Unione europea, e la dimensione della deviazione (un divario di circa l’1,5 per cento del Pil) sono senza precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita”.

Il vicepremier Matteo Salvini ha risposto polemicamente.

“Per l’Italia decidono gli italiani, non rompeteci le scatole, lasciateci lavorare. Altrimenti mi viene il dubbio che vogliano un’Italia serva, impaurita, disoccupata, arrabbiata, in ginocchio, per portarci via le uniche imprese sane”, ha dichiarato Salvini.

La lettera è stata inviata nel tardo pomeriggio di giovedì 18 ottobre dal vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e dal commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, al ministro dell’Economia italiano, Giovanni Tria.

La Commissione “vuole continuare un dialogo costruttivo con l’Italia al fine di arrivare a una valutazione finale”, del quadro programmatico di bilancio presentato dal governo, si legge nel testo.

Bruxelles a ha chiesto all’Italia di rispondere “entro lunedì 22 ottobre 2018 a mezzogiorno”.

La lettera è il primo passo verso la bocciatura della manovra da parte della Commissione europea, che potrebbe avviare una “consultazione nel caso sospetti un’inosservanza particolarmente grave degli obblighi” europei.

Dombrovskis, il 16 ottobre, ha ricordato che l’Ue aveva già inviato una prima valutazione negativa in riferimento alla Nota di aggiornamento al Def.

La Commissione aveva già espresso preoccupazione per la manovra, scrivendo che “sembra che ci sia una deviazione significativa dall’obiettivo di medio termine, cioè una deviazione significativa dalle regole di bilancio dell’Ue”.

La bocciatura della manovra, con un’opinione negativa e una conseguente richiesta di una versione rivista del quadro programmatico di bilancio, può essere inviata dalla Commissione entro due settimane dalla ricezione del testo di legge.

La Commissione “adotta il proprio parere entro due settimane dalla trasmissione del progetto di documento programmatico di bilancio. Nel parere la Commissione chiede che sia presentato un progetto riveduto di documento programmatico quanto prima e comunque entro tre settimane dalla data del suo parere. La richiesta della Commissione dev’essere motivata e resa pubblica”.

L’Ue aveva quindi tempo fino a fine ottobre per bocciare la manovra. “Se decidiamo di muoverci in uno scenario che prevede la richiesta di una versione rivisita questo deve essere fatto entro due settimane” dalla sua ricezione, ha spiegato Dombrovskis il 16 ottobre.

Il via libera del Consiglio dei ministri alla manovra

Nella serata del 15 ottobre si è tenuto il Consiglio dei ministri per l’approvazione del Decreto fiscale e la legge di Bilancio. (qui il glossario sulla finanza italiana)

Alla fine dell’incontro, il premier Conte in una conferenza stampa ha annunciato l’approvazione di entrambi i testi e il loro invio a Bruxelles entro la mezzanotte del 15 ottobre.

“Siamo riusciti a tenere i conti in ordine mantenendo le promesse annunciate in campagna elettorale e messi nero su bianco sul contratto di governo che rappresenta e rappresenterà sempre il nostro fondamento”, ha detto il premier.

Durante l’incontro, il Cdm ha prima di tutto approvato il decreto “taglia scartoffie”, un secondo decreto scorporato dalla legge fiscale che riguarda: norme per garantire una Rc auto “più equa”; una norma sui commissariamenti della sanità, lo stop ai pignoramenti della casa per chi ha crediti verso la P.A. e una norma “contro i medici furbetti che aumentano lista di attesa per l’intramoenia”.

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