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Romano Prodi: “La manovra? Avrà effetti solo nell’immediato. L’Italia rischia una deriva illiberale”

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Credit: Afp

L'ex premier, intervistato dal Corriere della Sera, sostiene che la Manovra non avrà effetti a lungo termine e che sarà utile in particolare per le prossime elezioni europee

Crede che l’Italia possa diventare una democrazia illiberale, Romano Prodi. Non apprezza la manovra, che considera pericolosa e un pretesto elettorale. Critica il Partito Democratico, da cui ha preso da tempo le distanze, e guarda all’Europa con preoccupazione, sottolineando la necessità di uno schieramento che, contro le derive populiste, si estenda da Macron e Tsipras.

S&D

L’ex premier, ed ex presidente della Commissione europea, in un’intervista al Corriere della Sera fa il punto della situazione e parla di manovra del popolo, Ue e Pd.

Sulla manovra, il giudizio di Prodi è netto: avrà “effetti solo nell’immediato” ed è utile “soprattutto per le prossime europee”. Ma non per le politiche perchè, secondo il professore, l’alleanza Lega-M5S è sufficiente a “garantire la divisione delle spoglie”.

Il Governo, ritiene l’ex premier, ha trasmesso l’dea che i “numeri fossero fuori controllo” sui conti pubblici.

“Io mi aspettavo un 2 senza virgola, ma non sono certo stato colpito dal 2,4. I numeri non sono sacri. Bisogna avere un deficit di bilancio quando c’è bisogno di deficit e un surplus quando c’è bisogno di surplus. Per entrare nell’euro il mio Governo è stato capace di produrre un grande surplus, perché era necessario”.

E continua: “Mi è sembrata invece una inutile provocazione di Lega e 5 Stelle il deficit di 2,4 per cento per tre anni, annunciato in prima battuta. Per questo ho parlato di un voluto messaggio provocatorio che hanno poi dovuto correggere”.

“L’aspetto peggiore è che sono stati trattati come un residuo gli investimenti, per i quali ancora oggi non sappiamo da dove verranno le risorse. Questa è una manovra a breve”. Che “ha effetti solo nell’immediato, utile soprattutto per le prossime europee”.

Elezioni che, secondo il professore, potrebbero “segnare un punto di svolta”.

Prodi auspica “la costruzione di un raggruppamento che veda insieme, non nello stesso partito, ma alleati: socialisti, liberali, Verdi e macronisti. Uno schieramento politico accomunato dalla stessa idea di Europa. Se designassero il presidente della commissione e facessero un programma comune e chiero allora un’alternativa sarebbe possibile”.

E sullo scontro con Bruxelles, e riferendosi a Di Maio, Prodi afferma: “Per mostrare i muscoli bisogna averli. Chi ha il sedere basso non può fare la danza classica”.

Pd, anche. L’ex premier sottolinea che il partito deve eliminare le ambiguità presenti al suo interno.

“Spero che il Pd capisca che la differenziazione ancora esistente e così netta tra potere formale e potere reale nel partito non fa altro che disorientare l’elettore. È incredibile che mentre il segretario chiude la festa a Ravenna, il potere reale faccia il discorso a Firenze. Non ho mai visto nella mia vita nessuna organizzazione andare avanti così. Nessuna”.

E Renzi? “Deve fare un passo indetro o un passo in avanti, veda lui. L’importante è sciogliere questa ambiguità”.

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