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Marchionne, il padre della compagna: “Doveva essere un intervento semplice, forse era meglio farlo in Italia”

Immagine di copertina
Sergio Marchionne

Pier Luigi Battezzato ha parlato di Marchionne in un'intervista al Corriere della Sera: "Ho parlato con Sergio poco prima che venisse operato ed era tranquillo"

“Quello di Sergio doveva essere un intervento semplice. E invece è accaduto il peggio. Non lo so, a volte penso che se non fossero andati in Svizzera forse sarebbe stato diverso… se si fosse fatto operare alle Molinette, qui in Italia…”.

A parlare è Pier Luigi Battezzato, padre di Manuela, la compagna di Sergio Marchionne. In un’intervista al Corriere della Sera, il suocero dell’ex amministratore delegato di Fca ha raccontato chi era per lui Marchionne e come è stato vissuto in famiglia l’ultimo periodo della sua vita.

“Ho parlato con Sergio poco prima che venisse operato ed era tranquillo. Aveva persino fissato una riunione che avrebbe dovuto tenersi in questi giorni. Poi ci siamo dati appuntamento per le vacanze, c’era un progetto per riunire tutta la famiglia”, ha detto Battezzato.

Nonostante le difficili condizioni di salute che si trascinavano da almeno un anno (“Era chiaro a tutti che non stesse bene. Il suo fisico si era asciugato e lui era affaticato e respirava con molta fatica”), in famiglia c’era ottimismo per la forza di volontà con cui Marchionne stava affrontando la situazione: “Era sempre in movimento, in viaggio da una parte all’altra del mondo. Ha sempre lavorato e non si è mai tirato indietro di fronte ai suoi impegni”.

Anche per questo, quindi, la morte è arrivata in maniera inattesa, lasciando oltre al grande dolore anche qualche rimpianto e interrogativo: “Doveva essere un intervento semplice. E invece è accaduto il peggio. Non lo so, a volte penso che se non fossero andati in Svizzera forse sarebbe stato diverso…se si fosse fatto operare alle Molinette, qui in Italia…”.

Per il padre di Manuela, Sergio Marchionne “ha fatto cose straordinarie, ma era una persona semplice. In lui non c’era nulla di mondano. La sua vita era tutta lavoro e famiglia”.

L’ospedale di Zurigo: “Marchionne era in cura da noi per una grave malattia da più di un anno”

Giovedì 26 luglio la clinica Universitätsspital di Zurigo, in Svizzera, ha rilasciato un comunicato in cui conferma per la prima volta che l’ex amministratore delegato di Fca era un loro paziente.

“Sergio Marchionne era un paziente dell’Ospedale universitario di Zurigo. Da più di un anno si era sottoposto a diverse cure per una grave malattia”, si legge nella nota diffusa dalla clinica di Zurigo.

La struttura ha precisato che durante la degenza “si è fatto ricorso a tutte le possibilità offerte dalla medicina di punta, ma il signor Marchionne purtroppo è deceduto. Ne siamo estremamente dispiaciuti ed esprimiamo alla famiglia le nostre più sentite condoglianze”.

“La fiducia dei/delle pazienti nei confronti del ricorso alle migliori terapie possibili e nella discrezione è cruciale per un ospedale. L’ospedale universitario di Zurig attribuisce enorme importanza al segreto professionale, e questo vale in egual misura per tutti i pazienti e le pazienti. Lo stato di salute è materia del/della paziente o dei relativi famigliari. Per questo motivo fino a questo momento l’Usz non ha preso posizione in merito all’ospedalizzazione e al trattamento del signor Sergio Marchionne. Attualmente l’Usz è oggetto di diverse voci tendenziose da parte dei media relativamente alla sua cura”.

Il comunicato è stato diffuso per il solo scopo di “frenare il susseguirsi di ulteriori speculazioni”.

Le cause della morte: embolia cerebrale

Secondo le fonti citate da Madron, al manager erano stati indicati chiaramente i rischi dell’operazione, considerata ad alto rischio, e la situazione era resa ancor più complicata dal suo problema alla tiroide, a causa del quale Marchionne assumeva dei farmaci ogni giorno.

In seguito all’operazione che ha provocato l’embolia, il team di medici ha tentato di rianimarlo ma la situazione è peggiorata considerevolmente, fino a condurlo alla morte. Marchionne per alcuni giorni è stato tenuto in vita artificialmente dalle macchine.

L’ex amministratore delegato di Fiat Chrsyler, che non appariva in pubblico dal 26 giugno 2018, non aveva detto a John Elkann quali fossero le sue reali condizioni di salute, giustificando l’assenza a Zurigo con un check up di routine.

Elkann, recatosi immediatamente in Svizzera, non ha potuto vedere Marchionne. Ma, essendo venuto a conoscenza delle condizioni del manager, ha ritenuto inevitabile nominare un nuovo amministratore delegato (ne abbiamo parlato qui). Elkann ha anche scritto una lettera ai dipendenti ringraziando Marchionne.

L’annuncio di Exor

“Con grande tristezza Exor ha appreso che Sergio Marchionne è mancato”, si legge nella nota diffusa da Exor. “È accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato”.

“Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore”, ha sottolineato il presidente John Elkann.

“Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l’invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio”, ha aggiunto Elkann.

Cos’è un sarcoma

Il sarcoma è un tumore maligno che prende origine dai tessuti molli e dall’apparato osteoarticolare.

Come riporta la Treccani, nella sua forma più tipica ha accrescimento rapido e infiltrante, dando metastasi per via ematica, più frequentemente nel polmone, nel fegato e nelle ossa.

Può formarsi in cellule di diversi tessuti: connettivo, muscolare, della parete vascolare.

I sarcomi non derivano da tumori benigni ma nascono come tali. Si tratta di tumori rari, che colpiscono negli Stati Uniti 15mila persone ogni anno. Come riporta il sito dell’Airc, negli adulti i sarcomi dei tessuti molli colpiscono 2 persone ogni 100mila.

La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi supera il 90 per cento dei casi se la diagnosi è tempestiva, mentre non supera il 15 per cento dei casi nelle forme che hanno già dato metastasi.

I sarcomi possono colpire persone di tutte le età, ma quelli dei tessuti molli generalmente si formano dopo i 50 anni, mentre per quanto riguarda i sarcomi ossei, questi ultimi hanno una più alta probabilità di insorgere anche prima dei 35 anni.

Non è possibile prevenire la formazione dei sarcomi, anche se si può fare una diagnosi genetica delle sindromi ereditarie che predispongono alla malattia, se in famiglia c’è già stata una persona colpita.

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