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Migranti, Open Arms denuncia la Libia per omicidio colposo. L’ong chiarisce: “Nessuna denuncia contro governo italiano”

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L'unica persona sopravvissuta dal naufragio al largo delle coste libiche, salvata dal personale della ONG spagnola Proactiva Open Arms, 17 luglio 2018 (PAU BARRENA/AFP/Getty Images)

Al contrario di quanto inizialmente riportato, l'ong ha dichiarato di non aver presentato"nessuna denuncia contro governo italiano"

L’ong spagnola Proactiva Open Arms ha deciso di denunciare la Libia per omicidio colposo e omissione di soccorso, in relazione al naufragio avvenuto a ottanta miglia dalle coste libiche nella notte tra il 16 e il 17 luglio.

Open Arms, invece, non ha presentato alcuna denuncia contro il governo italiano e la sua Guardia Costiera. Ad affermarlo è la stessa ong spagnola a correzione di quanto riportato ieri in occasione della conferenza stampa fatta successivamente all’approdo della nave al porto di Palma di Maiorca con a bordo la migrante salvata dal naufragio del Mediterraneo e dei corpi di un’altra donna e del suo bambino.

“In relazione ai fatti avvenuti durante l’intervento di salvataggio compiuto il 17 luglio 2018 – si legge in una nota della ong – il direttore e fondatore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, e molti dei volontari presenti a bordo della Open Arms durante l’ultima missione, hanno presentato presso la Procura di Palma di Maiorca, una denuncia contro: 1) Il Capitano della motovedetta libica 648 “RAS AL-JADAR” MMSI 642124567, membro della Guardia Costiera libica e il comandante di eventuali altre imbarcazioni libiche intervenute in quelle stesse ore, per omissione di soccorso e per aver causato la morte di due persone; 2) Il Capitano del mercantile “TRIADES”, IMO n 9350082, battente bandiera panamense, per omissione di soccorso e omicidio colposo; 3) Chiunque abbia responsabilità dirette o indirette o sia stato coinvolto a qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico”.

“Saranno ora le autorità giudiziarie spagnole a valutare, in base agli elementi da noi forniti, in che modo dare seguito alla denuncia presentata”.

Al contrario di quanto inizialmente riportato, l’ong ha dichiarato di non aver presentato”nessuna denuncia contro governo italiano”.

Josefa, la donna camerunese soccorsa martedì scorso dopo il naufragio di un gommone di migranti, è stata sbarcata a Palma di Maiorca dalla nave della ong la mattina di sabato 21 luglio.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato così la notizia: “Contrordine compagni! La Ong ‘Open Arms’ non ci denuncia. Nel frattempo altri 40 immigrati salvati e riportati in Libia dalla Guardia costiera”.

“Se i governi fanno il loro dovere – prosegue il vicepremier – il business schifoso dell’immigrazione clandestina si può fermare. Volere è potere, io ce la metto tutta”.

La versione dei libici

“Il video realizzato da Open Arms per accusarci è falso e costruito appositamente per montare delle accuse nei nostri confronti. Non è vero che avremmo lasciato due persone in mare, non è vero che si sono rifiutate di essere soccorse dalla Guardia Costiera libica. Non è possibile che due persone che sono state in mare per 60 ore, in mezzo ai cadaveri, si rifiutino di essere salvate”.

La guardia costiera libica risponde alle accuse di Open Arms attraverso un lungo comunicato, dopo che è stata resa nota la denuncia che la ong spagnola ha effettuato nei confronti di Libia e Italia per omicidio colposo e omissione di soccorso, in relazione al naufragio avvenuto a ottanta miglia dalle coste libiche nella notte tra il 16 e il 17 luglio.

“Hanno realizzato questo video falso per far vedere a Salvini che la Open Arms salva vite umane mentre noi lasciamo morire le persone in mare. Vogliono agire sulla sensibilità delle persone. Open Arms è un’organizzazione illegale”, scrivono i libici.

Secondo quanto diffuso dai responsabili stampa della Guardia Costiera libica, infatti, la “Open Arms intende mettere alle strette il ministro dell’Interno Matteo Salvini per fare in modo che l’Italia riapra i porti, dinanzi all’incompetenza libica nei salvataggi” (qui l’articolo completo).

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