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Home » Esteri

Il testo della lettera inviata da Juncker a Conte per spiegare la linea dell’Ue sui migranti

Immagine di copertina
Un fermo immagine della lettera inviata da Juncker a Giuseppe Conte

La Commissione europea si dice pronta a coordinare le operazioni di salvataggio dei migranti, ma non si assumerà il compito di dire alle navi in quali porti sbarcare le persone soccorse in mare. Ecco il testo della lettera

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha risposto alla lettera inviata dal premier Conte in cui il primo ministro chiedeva la creazione di una cellula di crisi europea per la gestione degli sbarchi.

S&D

La Commissione, si legge nella lettera di risposta, “è pronta a svolgere pienamente la sua funzione di coordinatrice”.

“Non va però dimenticato che l’Unione europea non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un’operazione di ricerca e salvataggio in mare”, viene scritto nella lettera diffusa dall’agenzia Agi.

Il presidente Juncker ha tranquillizzato il premier italiano, spiegando che “sono già in corso discussioni tecniche sulle misure concrete volte a dar seguito a questi accordi” e che l’Unione lavorerà durante tutta l’estate.

Nella lettera si ricorda anche che “la Commissione sostiene da tempo la causa degli Stati membri in prima linea, specialmente dell’Italia, nel chiedere la solidarietà da parte di tutti gli altri Stati”.

La Commissione europea, infatti, ritiene che sia “prioritario esaminare il modo in cui potrebbero funzionare i ‘centri controllati’ negli Stati membri dell’Unione europea e il sostegno che può essere fornito dall’Unione”.

Ecco il testo completo della lettera:

Signor Presidente del Consiglio, caro Giuseppe,

La ringrazio per le Sue lettere del 14 e del 17 luglio, in cui sottolinea l’importanza di mantenere la determinazione ad attuare le conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno. Condivido pienamente il Suo sentimento di urgenza e desidero rassicurarLa sull’impegno della Commissione a mettere in opera tali conclusioni in ogni loro aspetto, compresi quelli specificamente ricordati nella Sua lettera.

Le attività sono in corso: la riunione informale del Consiglio a livello di Ministri dell’Interno svoltasi giovedì scorso a Innsbruck è stata in gran parte dedicata alla discussione sulle conseguenze del Consiglio europeo di giugno.

In previsione di tale riunione, il Commissario Avramopoulos ha inviato a tutti i Ministri una lettera in cui esaminava dettagliatamente i diversi filoni di lavoro previsti. Gli ambasciatori degli Stati membri qui a Bruxelles si incontreranno nel corso di questa settimana e della prossima per attuare gli orientamenti impartiti sia dai leader, sia dai Ministri dell’Interno.

La Commissione continuerà a lavorare ininterrottamente per tutta l’estate, da un lato per sostenere – entro i limiti del suo mandato – gli sforzi degli Stati membri, dall’altro per preparare le proposte legislative da presentare in settembre per rafforzare la guardia di frontiera e costiera europea e rendere più efficace la politica di rimpatrio. 

Consideriamo inoltre prioritario esaminare il modo in cui potrebbero funzionare i “centri controllati” negli Stati membri dell’UE e il sostegno che può essere fornito dall’Unione. Al contempo sarà portata avanti la realizzazione di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, anche in previsione della riunione con tutti i paesi del Mediterraneo da essi indetta per il 30 luglio.

A tale riguardo devo riconoscere che l’Italia invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi. Gli avvenimenti di questo fine settimana, riguardanti le due imbarcazioni di cui parla nella Sua lettera, hanno dimostrato un senso condiviso di solidarietà da parte degli Stati membri (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Pozzallo.

I miei servizi sono stati attivi durante tutto il fine settimana, utilizzando tutta l’influenza diplomatica di cui disponiamo per contribuire a risolvere rapidamente la situazione. Sono però persuaso, e credo che Lei condivida la mia opinione, che queste soluzioni ad hoc non rappresentano un modo di procedere sostenibile e soddisfacente.

Dovremmo invece cercare metodi più prevedibili che si basino sul sostegno europeo, sia dal punto di vista finanziario, sia in termini di sostegno operativo da parte delle agenzie dell’UE, evitando contemporaneamente ogni fattore di attrazione. Condivido pertanto il Suo invito a rinnovare l’impegno per mettere in pratica le soluzioni europee decise di comune accordo.

Per quanto riguarda il Suo suggerimento di istituire una cellula di crisi coordinata dalla Commissione con il compito di coordinare, in caso di emergenza, azioni condivise volontarie e complementari da parte degli Stati membri in seguito a singoli episodi di ricerca e salvataggio, concordo sulla necessità di migliori meccanismi di coordinamento, ma soltanto come tappa in direzione di un quadro più stabile.

Sotto questo aspetto la Commissione è pronta a svolgere pienamente la sua funzione di coordinatrice. Non va però dimenticato che l’UE non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un’operazione di ricerca e salvataggio in mare. Sono già in corso discussioni tecniche sulle misure concrete volte a dare seguito a questi accordi.

Come Lei sa, la Commissione sostiene da tempo la causa degli Stati membri in prima linea, specialmente dell’Italia, nel chiedere la solidarietà di tutti gli altri Stati. Le conclusioni del Consiglio europeo di giugno hanno dimostrato chiaramente che anche i leader sono determinati a trovare soluzioni sostenibili per la gestione dei flussi migratori.

Mi rallegro quindi che la Presidenza austriaca stia proseguendo il lavoro sulla riforma del sistema europeo comune di asilo, con il pieno sostegno della Commissione. A questo scopo sarà essenziale, come Lei sottolinea, la riforma del regolamento Dublino. Come dichiarato dal Consiglio europeo, trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà significherà tener conto delle persone sbarcate in seguito alle operazioni di ricerca e salvataggio.

Un altro elemento importante della riforma del sistema di asilo è la questione delle liste UE dei paesi terzi sicuri e dei paesi di origine sicuri, di cui parla nella Sua lettera. Anche questo argomento sarà oggetto di discussione tra gli ambasciatori nel corso di questa settimana, come pure la questione dei finanziamenti che Lei solleva. Su quest’ultimo punto la Commissione ribadirà quanto più volte ripetuto, che si aspetta cioè che tutti gli Stati membri versino la loro giusta quota, soprattutto per lo sportello dedicato al Nordafrica del Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa.

Riconoscendo l’urgenza di ripianare il Fondo fiduciario, la Commissione ha già adottato la decisione che consente di trasferire a tale Fondo 500 milioni di EUR dalle riserve del Fondo europeo di sviluppo. La Commissione ha inoltre proposto, fra l’altro nel progetto di bilancio per il 2019, di trasferire allo strumento europeo di vicinato 148 milioni di EUR da destinare allo sportello dedicato al Nordafrica del Fondo fiduciario.

I progetti nell’ambito del Fondo fiduciario intervengono sulle cause profonde della migrazione e si prefiggono di migliorare la gestione della migrazione, anche combattendo le cause della migrazione irregolare, di rendere efficaci i rimpatri e di favorire la riammissione e la reintegrazione; sono quindi cruciali per creare le premesse per dissuadere i migranti dall’intraprendere viaggi pericolosi.

Ecco perché è così importante che il Fondo fiduciario possa continuare a finanziare questo tipo di progetti. Più in generale, riguardo al prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE, la Commissione ha proposto di affrontare in modo completo la questione della migrazione con gli strumenti di finanziamento sia interno che esterno.

Le proposte della Commissione hanno tenuto conto dell’esperienza maturata per consentire un aumento senza precedenti dei finanziamenti complessivi in questo settore e per garantire maggiore flessibilità e sinergie totali tra le componenti esterna e interna, collegate tra loro. Tali cambiamenti permetteranno all’UE di fornire il sostegno necessario ai paesi di transito in un quadro più ampio.

Contiamo sul pieno sostegno dell’Italia nei negoziati su questi punti. A proposito delle ONG, le conclusioni del Consiglio europeo di giugno sono chiare: tutte le navi operanti nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non possono interferire con le operazioni della guardia costiera libica. L’Italia ha già definito un codice di condotta per le ONG che ha ricevuto l’appoggio unanime dei Ministri dell’Interno degli Stati membri e il sostegno della Commissione europea.

Le ONG hanno svolto spesso un ruolo essenziale e pregevole per salvare vite umane nel Mediterraneo. Tuttavia nessun soggetto, di nessuna natura, dovrebbe contribuire a mantenere in vita il modello di attività a cui ricorrono i passatori e i trafficanti di esseri umani per sfruttare le miserie umane.

L’operazione EUNAVFOR MED Sophia svolge, insieme ad altre missioni nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune quali la missione dell’UE di assistenza alle frontiere in Libia e una serie di progetti finanziati dall’UE attuati sotto la guida dell’Italia, un ruolo fondamentale per consentire alla Libia di attuare contromisure più efficaci contro l’immigrazione irregolare e di assumere le sue responsabilità nelle operazioni di ricerca e salvataggio in conformità del diritto internazionale applicabile.

È quindi nel nostro comune interesse che qualsiasi eventuale modifica relativa alle nostre attività in corso sia valutata con la massima attenzione. È prevista una revisione del mandato dell’operazione Sophia, che sarà presentata prossimamente.

In questo processo di revisione possono essere prese in considerazione le questioni riguardanti le intese sugli sbarchi che Lei solleva nella Sua lettera, parallelamente all’esigenza generale di dare riscontro agli orientamenti politici impartiti dal Consiglio europeo di giugno. Se vogliamo ottenere risultati in tutti questi filoni di azione, diversi ma complementari, occorre che tutti gli Stati membri, tutte le istituzioni e tutti i soggetti e i partner interessati collaborino in maniera unitaria per trovare soluzioni sostenibili alla sfida a lungo termine della gestione efficace della migrazione.

Vorrei assicurarLe, caro Primo Ministro, caro Giuseppe, il mio impegno a mettere in atto rapidamente tutti gli aspetti delle conclusioni del Consiglio europeo che rientrano nel mandato della Commissione. Copia di questa lettera è inviata anche a Donald.

La prego di accogliere, signor Presidente del Consiglio, i sensi della mia più alta stima.

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