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Migrante di 27 anni pesa 35 kg, la figlia di 4 anni l’assiste all’ospedale civico di Palermo

Immagine di copertina
Credit: AFP PHOTO / Giovanni ISOLINO

Una delle donne a bordo del barcone con 450 migranti giunti a Lampedusa, e poi smistati sulle due navi di Frontex e della Guardia Costiera, è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Palermo per le precarie condizioni di salute

“Non mangia da tre giorni, aiutatela, datele del cibo, subito, vi prego”: sono le parole di una delle tante donne che erano presenti sul barcone con 450 migranti partito dalla Libia e giunti a Lampedusa e poi smistati sulle due navi di Frontex e della Guardia Costiera, i pattugliatori Protector e Monte Sperone.

S&D

Lei ha 27 anni, pesa 35 chilogrammi, è stata trasportata d’urgenza all’ospedale civico di Palermo per le precarie condizioni di salute.

Non parla, tanta è la stanchezza, ma anche la paura, che le incutono i ricordi che non riesce a cancellare.

In Libia ha trascorso 7 mesi drammatici durante i quali è stata anche violentata. Appena arrivata in ospedale ha però trovato la forza di gridare indicando la figlia di 4 anni che era con lei.

Ed è stata la bambina, dopo avere mangiato latte e biscotti, a prendersi cura di lei.

A Lampedusa la bambina ha scelto i vestiti per la madre tra quelli messi a disposizioni da associazioni di volontari. Ed è lei a tentare di farla sorridere cantando e ballando. Per la musica ha usato un cellulare messo a tutto volume. Ha cantato e danzato apparentemente felice.

La madre l’ha guardata, ed è sembrata sorridere anche lei, ma soltanto con gli occhi, non ha la forza per fare altro.

“Siamo stati due giorni in mare, senza mangiare, abbiamo avuto paura di morire. Per fortuna ci hanno soccorsi, adesso stiamo meglio”, racconta Luna, 24 anni, eritrea, un’altra delle donne tra gli 8 migranti trasferiti a Lampedusa e poi con l’elisoccorso all’ospedale Civico di Palermo.

Accanto a lei, nel reparto di ostetricia e ginecologia del nosocomio c’è una 17enne, anch’essa eritrea, incinta, al settimo mese, che non parla, ma è commossa e ha ancora paura per il proseguo della gravidanza. Luna, che è una sua amica, pur non essendo incinta è stata ricoverata nello stesso reparto per tenerle compagnia e sostenerla.

Nella notte tra tra il 15 e il 16 luglio, è stato completato lo sbarco a Pozzallo, in Sicilia, degli ultimi 378 migranti rimasti a bordo delle due navi di Frontex e della Guardia Costiera.

Il via libera del ministero dell’Interno era arrivato nella tarda serata di domenica, dopo l’impegno di Malta, Francia, Germania, Spagna e Portogallo ad accoglierne 50 ciascuno. A loro potrebbe presto aggiungersi anche il Belgio.

Leggi la lettera privata del premier maltese a Conte (ESCLUSIVO TPI.it): “Caro Giuseppe, non attaccare noi per giustificare le tue difficoltà”.

“Oggi per la prima possiamo dire che sono sbarcati in Europa”, hanno riferito nella notte fonti di Palazzo Chigi, assicurando che i migranti “riceveranno tutta l’assistenza necessaria in attesa che avvenga la ripartizione con gli altri paesi europei”.

“Abbiamo risvegliato l’Europa”, ha commentato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, ed “è molto positivo che alcuni paesi abbiando aderito” alla richiesta italiana per una redistribuzione.

Domenica erano già stati sbarcati 43 donne, 14 minori più alcuni uomini per evitare di dividere le famiglie. Intorno alle 2 di notte, poi, è iniziato lo sbarco di 195 uomini dalla Nave Monte Sperone e di altri 183 dalla nave militare britannica Protector.

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