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Lifeline è attraccata al porto della Valletta a Malta: la nave sarà sequestrata e messa sotto inchiesta

Immagine di copertina

I migranti saranno distribuiti tra sei stati membri tra cui non c'è la Germania: il premier maltese Muscat ha spiegato si è deciso di intervenire per evitare una crisi umanitaria

La nave della ong tedesca Lifeline, bloccata da giorni nel Mediterraneo con 234 migranti a bordo, è attraccata a Malta, alle ore 19.30 del 27 giugno. Al porto della Valletta, sarà sequestrata per consentire lo svolgimento di indagini sulla sua attività. Intorno alle ore 20 i migranti hanno iniziato lo sbarco, per essere trasferiti in un centro di accoglienza per le prime cure.

Dopo le cure sanitarie, i migranti saranno distribuiti tra 8 paesi europei che hanno già dato il loro consenso, dove saranno avviate le procedure per la richiesta d’asilo.

Lo ha confermato il premier maltese, Joseph Muscat, in una conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 27 giugno 2018.

Il premier ha detto che la nave raggiungerà le cose maltesi nel pomeriggio di oggi e ha spiegato che il governo maltese ha deciso di intervenire per evitare una crisi umanitaria.

Ma ha sottolineato che la nave è registrata in modo inadeguato in Olanda e che il suo capitano ha “violato leggi internazionali”. Per questo sarà avviata un’inchiesta.

Quanto alla distribuzione dei migranti che si trovano a bordo della nave, Muscat ha ringraziato “Francia, Italia, Irlanda, Portogallo e Lussemburgo”, mentre ha rimarcato che “altri stati membri dell’Unione europea si sono rifiutati di accogliere i migranti”.

Il riferimento sembra essere alla Germania, dove il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, sta portando avanti un duro braccio di ferro anti-migranti all’interno al governo.

Il premier maltese ha inoltre ringraziato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, per aver avanzato la proposta, domenica, di ridistribuire i migranti a bordo della Lifeline.

Poche ore prima della conferenza stampa, Lifeline ha reso noto su Twitter di aver ricevuto l’autorizzazione a entrare nelle acque maltesi.

In precedenza la ong aveva pubblicato un post su Facebook in cui accusava il governo tedesco di essere di ostacolo al suo approdo a Malta.

“Perché non possiamo entrare dopo che la notizia è stata riportata ieri? Horst Seehofer (ministro dell’Interno tedesco, ndr) sembra essere l’unico a non essere d’accordo”, si legge nel post, in cui la ong dichiara anche che il ministro Seehofer “sarà responsabile se ci sono morti”.

La Lifeline sottolinea che a bordo della nave ci sono tre persone che hanno bisogno di cure intensive e molte altre che soffrono il mal di mare. “Il tempo peggiora ancora. Abbiamo chiesto a Malta se possiamo cercare riparo in una baia, finora nessuna risposta”, ha scritto la ong.

Il governo di La Valletta ieri, martedì 26 giugno, aveva fatto sapere di essere pronto ad accogliere l’imbarcazione a condizione che i migranti a bordo fossero poi distribuiti fra diversi paesi.

Questa la dichiarazione ufficiale che era stata rilasciata dall’ufficio del primo ministro maltese.

“Lo sforzo diplomatico del primo ministro di Malta e delle istituzioni europee sta portando a un accordo ad hoc per la distribuzione dei migranti che si trovano a bordo della MV Lifeline, tra un certo numero di stati membri disposti”.

“Quattro stati membri hanno già confermato la loro partecipazione, mentre altri due stanno valutando il caso”.

“Nel caso in cui la nave entri nei porti maltesi, verranno effettuate indagini ed intraprese possibili azioni nei confronti della MV Lifeline che ha ignorato le istruzioni impartite dalle autorità italiane, in conformità alle norme internazionali, determinando questa situazione”.

A convincere Malta a dare l’ok all’approdo della Lifeline sarebbero stati il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron, che si sono incontrati segretamente nella giornata di lunedì 25 giugno.

Macron ha fatto notare che la nave ha agito “contro tutte le regole”. “Ha fatto il gioco degli scafisti e non ha rispettato le regole né la Guardia costiera libica”, ha aggiunto.

Macron ha detto che la nave attraccherà a Malta e che la Francia è pronta ad accogliere “una parte dei migranti” presenti sull’imbarcazione.

Anche il premier italiano Conte ha affermato che Malta sarà la destinazione finale della nave.

“Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta”, ha dichiarato nel pomeriggio del 26 giugno.

“Con il presidente maltese abbiamo concordato che l’imbarcazione sarà sottoposta a indagine per accertarne l’effettiva nazionalità e il rispetto delle regole del diritto internazionale da parte dell’equipaggio”, ha aggiunto.

“Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull’immigrazione, secondo cui chi sbarca sulle coste italiane, spagnole, greche o maltesi, sbarca in Europa, l’Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l’auspicio che anche gli altri paesi europei facciano lo stesso come in parte già preannunciato”, ha sottolineato il premier.

La dichiarazione di Conte è stata commentata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, su Facebook.

“Dopo la ong Aquarius spedita in Spagna, ora tocca alla Ong Lifeline che andrà a Malta, con questa nave fuorilegge che finalmente verrà sequestrata. Per donne e bambini davvero in fuga dalla guerra le porte sono aperte, per tutti gli altri no!”, ha scritto il ministro.

In precedenza il governo maltese aveva spiegato che era in corso uno sforzo diplomatico per cercare di trovare una soluzione per il caso della Lifeline, sottolineando come il capitano della nave abbia ignorato le istruzioni impartite in conformità alle norme internazionali da parte delle autorità italiane.

Giovedì 21 giugno la nave, appartenente alla ong omonima, ha recuperato 234 migranti naufragati dopo essere partiti dalle coste libiche a bordo di alcuni gommoni.

Il governo italiano ritiene che l’operazione di soccorso sia avvenuta in acque libiche. La ong afferma, da parte sua, che il soccorso è avvenuto in acque internazionali.

La nave batte bandiera olandese, ma la ong ha sede a Dresda, in Germania.

Le autorità olandesi hanno fatto sapere che l’imbarcazione non è iscritta nel registro navale olandese. Ma la ong ha pubblicato su Twitter documenti che attestano il porto di Amsterdam come porto ‘di casa’.

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