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Elezioni in Turchia: Erdogan vince con il 52 per cento dei voti, lo sfidante Ince accetta la sconfitta

Immagine di copertina
Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan

Le votazioni hanno premiato il presidente Recep Tayyp Erdogan, mentre il Partito del Bene di Meral Aksener non ha superato la soglia di sbarramento del 10 per cento

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan è stato in testa nel conteggio delle schede scrutinate in Turchia fin dalla chiusura dei seggi per le elezioni presidenziali e parlamentari.

S&D

A scrutino quasi concluso, Erdogan ha il 52,5 per cento dei consensi, mentre il suo sfidante principale, il repubblicano Muharrem Ince, ha ottenuto il 30,6 per cento dei voti.

Ince ha dichiarato che “la competizione non è stata equa, ma accetto che (Recep Tayyip Erdogan) ha vinto” in un messaggio inviato via WhatsApp in diretta a un giornalista del canale tv Fox.

Anche la coalizione che sostiene Erdogan ha ottenuto risultati positivi nelle elezioni appena concluse, mantenendo la maggioranza assoluta in Parlamento.

“Abbiamo dato a tutti una lezione di democrazia. Nessuno si azzardi a danneggiare la democrazia gettando ombre su questo risultato elettorale per nascondere il proprio fallimento”, ha dichiarato Erdogan a Istanbul e poi ad Ankara.

Il Partito del Bene di Meral Aksener, invece, si è fermato al 7,3 per cento e non ha raggiunto il quorum minimo del 10 per cento.

Il partito filo curdo di Selahattin Demirtas, attualmente in carcere, è riuscito e entrare nell’Assemblea di Ankara.

Elezioni in Turchia

Oggi, 24 giugno 2018, i cittadini turchi si recano alle urne per le elezioni presidenziali e parlamentari anticipate per volontà del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan.

Si sono chiusi i 180 mila seggi in cui i turchi hanno votato per decidere chi sarà il presidente della repubblica e la composizione del parlamento.

La conta dei voti inizierà appena le file saranno smaltite. Finito il conteggio, le schede saranno vidimate e inviate nelle sedi locali dell’authority per le elezioni (Ysk), dove in caso di contestazioni verrà effettuato un nuovo conteggio.

Erdogan ha votato insieme con la moglie Emine nel quartiere di Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul.

Il suo principale sfidante nelle elezioni presidenziali di oggi, il repubblicano Muharrem Ince, aveva votato a Yalova, non lontano dalla città del Bosforo. Il presidente uscente ha dichiarato di aspettarsi un’affluenza molto alta.

Le elezioni si tengono in un clima molto teso a causa del prolungarsi dello stato di emergenza introdotto da Erdogan in seguito al fallito colpo di Stato del luglio 2016.

Il voto era originariamente previsto per il 3 novembre 2019. L’annuncio  di elezioni anticipate aveva fatto seguito a un incontro tra Erdogan e Devlet Bahceli, leader del Partito movimento nazionalista Mhp, che aveva chiesto elezioni anticipate al prossimo 26 agosto.

“Abbiamo deciso di tenere le elezioni di domenica, 24 giugno 2018”, ha detto Erdogan in una conferenza stampa ad Ankara.

“L’Alto Comitato elettorale inizierà immediatamente i preparativi per queste elezioni”, ha detto il presidente, che ha motivato la decisione con “l’accelerazione degli sviluppi in Siria” e con la necessità di prendere rapidamente “decisioni importanti” per l’economia.

Le elezioni presidenziali e parlamentari segnano l’entrata in vigore della maggior parte delle misure volute da Erdogan per rafforzare i poteri del capo dello Stato e adottate con il referendum costituzionale dell’aprile 2017.

L’emendamento costituzionale consente a Erdogan, 64 anni, di candidarsi per due nuovi mandati presidenziali quinquennali. L’uomo forte della Turchia è al potere dal 2003, prima come primo ministro, poi come presidente.

L’8 gennaio, il leader del Mhp Bahceli ha annunciato che il suo partito sosterrà il presidente turco e leader del partito al governo, Akp, Recep Tayyip Erdogan, alle presidenziali invece di presentare un proprio candidato.

La nuova legge elettorale

A marzo, il parlamento turco ha approvato la nuova legge elettorale del paese, che spiana la strada a nuove alleanze tra i partiti politici. Il disegno di legge, presentato il 21 febbraio dal partito di Giustizia e Sviluppo (Akp) al governo e dal partito di opposizione, Movimento Nazionalista (Mhp), permette a un partito di sostenerne un altro durante le elezioni.

La legge apporta le modifiche più significative in merito alla soglia prevista perché un movimento politico sia rappresentato in parlamento.

Secondo la norma precedente, un partito doveva raggiungere almeno il 10 per cento dei voti a livello nazionale per ottenere un seggio in parlamento. La nuova norma prevede che questa soglia sia valida anche per una coalizione. Altre modifiche previste dal nuovo testo comprendono la riduzione a 18 anni dell’età per candidarsi alle elezioni locali.

I candidati

Il partito di Giustizia e Sviluppo (Akp) al governo ha ufficializzato la candidatura di Recep Tayyip Erdogan per la carica di presidente della Turchia. Erdogan ha anche il sostegno del Partito del movimento nazionalista (Mhp)e del Partito della grande unità (Bbp).

I partiti di opposizione hanno dato vita alla colazione Allenza nazionale, ma hanno deciso di presentare ognuno il proprio candidato per il primo turno.

Se nessuno riuscisse a ottenere il 50 per cento delle preferenze infatti si andrebbe al ballottaggio tra i due candidati più votati. In questo caso, l’Alleanza presenterà un unico rappresentante.

La coalizione è formata da Partito repubblicano dei popoli (Chp), Buon partito (Iyi), Partito della Felicità Saadet (Sp) e il Partito democratico (Dp) e permetterebbe ai partiti minori di superare la soglia di sbarramento del 10 per cento.

Il Chp, il più importante partito di opposizione, ha annunciato che il suo candidato alle prossime elezioni sarà Muharrem Ince: 54 anni, è un ex docente di fisica e ricopre la carica di deputato dal 2002. Grande oppositore di Erdogan, si presenta come un candidato laico e come sostenitore dell’ideologia secolare di Mustafa Kemal Ataturk, padre della Turchia.

Anche il Buon partito (Iyi) ha reso nota l’identità della sua candidata: si tratta di Meral Aksener, rinominata dai media nazionali come “la donna di ferro turca”.

Nazionalista e conservatrice di destra, si è opposta al referendum indetto da Erdogan per la modifica della Costituzione e ha più volte criticato il carattere fortemente islamico del partito di Erdogan. Ha ricoperto la carica di ministro degli Interni nel 1996-1997 e ha fatto parte del partito del Movimento nazionalista (Mhp).

Il Partito democratico dei popoli pro-curdo (Hdp) ha invece proposto la candidatura di Selahattin Demirtas, in carcere da un anno e mezzo.

Il Partito della Felicità Saadet (Sp) ha candidato Temel Karamollaoglu, mentre Dogu Perincek rappresenterà il Partito Patriottico.

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