Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:30
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Ballottaggio 24 giugno 2018 | Elezioni amministrative | Capoluoghi al voto

Immagine di copertina
Tutte le città in cui domenica 24 giugno 2018 si va al ballottaggio

Domenica 24 giugno 2018 14 comuni capoluogo di provincia italiani sono chiamati al ballottaggio. Ecco tutte le sfide, città per città

Elezioni amministrative 2018 | Ballottaggi | Tutti i comuni capoluogo al voto | Come si vota alle amministrative in Italia 

L’affluenza

Dai primi dati l’affluenza alle urne per i ballottaggi risulta in calo.

Secondo il Viminale alle ore 12 aveva votato il 15,54 per cento degli aventi diritto, a fronte del 19,31 per cento al primo turno il 10 giugno scorso.

Il dato del ministero dell’Interno è relativo a 67 dei 75 Comuni chiamati alle urne. Non vi sono infatti ricompresi gli 8 Comuni della Sicilia, dove l’affluenza viene rilevata in modo autonomo dalla Regione.

Per quanto riguarda il III Municipio di Roma, dove è in corso il ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra, l’affluenza è stata appena del 6,74 per cento. Alle 12 al primo turno la partecipazione era stata dell’8,18 per cento.

Le elezioni

Lo scorso 10 giugno si sono tenute le elezioni amministrative 2018. Sono stati pochi i capoluoghi di provincia, dei 20 in cui si votava, in cui non è stato necessario ricorrere al ballottaggio.

Di questi due capoluoghi sono andati al centro sinistra: Brescia con Emilio del Bono e Trapani con Giacolo Tranchidia. Al centrodestra sono invece andati Catania, Barletta, Vicenza e Treviso.

Tutti gli altri 14 capoluoghi tornano alle urne il 24 giugno per il ballottaggio. Sono 75 in tutto i comuni sopra i 15mila abitanti che andranno alle urne.

Ecco tutte le sfide, capoluogo per capoluogo:

Ballottaggi

Siena

Siena si andrà al ballottaggio tra il candidato di centrosinistra Bruno Valentini (27,4 per cento al primo turno) e Luigi De Mossi, 24,2 per cento, candidato del centro destra.

Pisa

A Pisa il candidato leghista Michele Conti si presenterà al ballottaggio in vantaggio dopo aver conquistato il 33,36 per cento e dovrà affrontare il candidato del centro sinistra Andrea Serfogli al 32,3 per cento.

Massa

Nel capoluogo toscano si terrà la sfida fra il candidato del centro sinistra Alessandro Volpi (33,9 per cento) e Francesco Persiani del centro destra (28,2 per cento).

Imola

Imola avrà la sua prima sindaca donna, ma non sappiamo ancora se sarà  la candidata sindaco M5S Manuela Sangiorgi (29,3 per cento) o Carmen Cappello, sostenuta dal Pd e dagli alleati (42 per cento). Le due candidate si sfideranno al ballottaggio.

“Dopo 73 anni abbiamo portato Imola al ballottaggio”, ha commentato la capogruppo regionale del Movimento, 5 stelle, Silvia Piccinini. “Un risultato straordinario, del quale tutti dovremmo essere orgogliosi, frutto di un lavoro di squadra che ha portato attivisti e portavoce ad un traguardo davvero inimmaginabile fino a qualche anno tempo fa”.

Ancona

Anche ad Ancona si andrà al ballottaggio. Uno dei due sfidanti, il candidato sindaco di centrodestra Stefano Tombolini (28,4 per cento), ha avanzato una proposta di “contratto” con le forze di opposizione in consiglio comunale.

“Spero che riusciremo a metterci insieme, anche attraverso un contratto basato sui programmi, in modo da arrivare ad avere i numeri giusti per cambiare la città”, ha detto rivolgendosi ai due schieramenti fuori dal ballottaggio, con i quali arriverebbe a superare il 50 per cento: M5s e anche la lista civica di sinistra ‘Altra Idea di Citta”.

Al ballottaggio andrà la sindaca uscente, Valeria Mancinelli, che ha superato il 48 per cento delle preferenze al primo turno.

Ragusa

A Ragusa, amministrata per cinque anni dal Movimento cinque stelle, il dato definitivo conduce al ballottaggio tra l’esponente pentastellato Antonio Tringali (22,67 per cento) e Giuseppe Cassì, appoggiato da Fratelli d’Italia e tre liste civiche (20,8 per cento). Fuori Antonio Calabrese, sostenuto dal Pd, e Maurizio Tumino indicato da Forza Italia.

Messina

Messina andrà al ballottaggio Dino Bramanti, candidato del centro destra, che ha ottenuto il 33,73 per cento al primo turno. A sfidarlo sarà Cateno De Luca, candidato di una lista civica e non il candidato del centrosinistra Antonio Saitta, fermo al 21,8 per cento dei consensi al primo turno.

Sondrio

A Sondrio il candidato del centro destra Marco Scaramellini (46,8 per cento) sfiderà Nicola Giugni del centro sinistra, che al primo turno aveva ottenuto il 36,1 per cento delle preferenze.

Teramo

A Teramo Giandonato Morra del centro destra (34,6 per cento) dovrà affrontare Gianguido D’alberto del centro sinistra, che aveva ottenuto il 21,1 per cento.

Terni

Nel capoluogo provinciale umbro si sfideranno il candidato leghista Leonardo Latini, che il 10 giugno aveva ottenuto il 49,2 per cento dei consensi e il candidato del Movimento Cinque Stelle, Thomas De Luca, con il 25 per cento dei consensi

Viterbo

A Viterbo candidati del centrodestra, Giovanni Maria (40,2 per cento) e la candidata civica Chiara Frontini (17,6) si sfideranno al secondo turno delle amministrative

Brindisi

A Brindisi Roberto Cavalera del centro destra (34,7 per cento) sfiderà Riccardo Rossi (23,5 per cento), del centro sinistra.

Avellino

Nel capoluogo campano si sfideranno Nello Pizza del centro sinistra (42,9 per cento) in netto vantaggio su Vincenzo Ciampi del Movimento Cinque Stelle con il 20,2 per cento.

Imperia

A Imperia il candidato della lista civica Claudio Scajola, 35,3 per cento al primo turno, sfida il candidato del centrodestra e suo ex delfino Luca Lanteri (28,7 per cento).

Le elezioni del 10 giugno 2018

Le elezioni di domenica 10 giugno 2018 hanno visto complessivamente in vantaggio il centrodestra. Ancora in crisi il Pd, anche nelle città storicamente legate al centrosinistra. La sorpresa è il Movimento 5 stelle, che tre mesi dopo il successo alle elezioni nazionali perde terreno, ma con conquista il ballottaggio in alcuni comuni.

L’affluenza rilevata alle ore 23 (ora della chiusura dei seggi) è stata del 61,19 per cento, sulla base dei dati raccolti dal Viminale in 623 comuni dei 760 chiamati alle urne per le elezioni comunali. Alle precedenti elezioni omologhe la percentuale era stata del 67,24 per cento . Il dato non tiene conto del risultato della Sicilia, gestito direttamente dalla Regione e non dal Viminale.

Complessivamente il centrosinistra aveva 16 sindaci nei comuni capoluogo di provincia e per ora ne riconferma solo uno (a Brescia) e perde in almeno 9.

Il centrodestra ne aveva tre e ha festeggiato invece a Treviso, Catania, Vicenza e Imperia, mentre è andato vicino alla vittoria al primo turno a Siracusa e Barletta.

Il Movimento 5 Stelle non sfonda. Aveva il sindaco di Ragusa e si deve accontentare di correre ai ballottaggi in tre città: Avellino, Terni e la stessa Ragusa (dove potrebbe sfidare FdI).

In Sicilia, altra regione dove M5s ha avuto risultati record nell’uninominale il 4 marzo, molto dipende dai singoli candidati.

Gli altri comuni dove il centrosinistra governava sono Sondrio, Massa, Pisa, Siena, Ancona (ballottaggi col centrodestra), Avellino (ballottaggio con M5s).

Il centrosinistra sarà però al ballottaggio nei comuni di Teramo e Brindisi, finora governati dal centrodestra.

Come si vota alle amministrative in Italia

Nei Comuni con più di 15mila abitanti si vota con un sistema elettorale maggioritario a doppio turno mentre nei Comuni con popolazione pari o inferiore a 15mila abitanti si vota con il sistema maggioritario a turno unico.

Nel 1993 è stato introdotto in Italia il nuovo sistema elettorale per il rinnovo dei consigli comunali e l’elezione diretta dei sindaci.

Il sistema di tipo maggioritario è stato introdotto dalla legge n.81 del 1993 e prevede l’elezione diretta del sindaco. Nel precedente sistema proporzionale le alleanze e la scelta su chi avrebbe effettivamente governato avvenivano a risultato elettorale acquisito.

Esistono due differenti modalità di voto: la prima riguarda i comuni con meno di 15.000 abitanti e la seconda riguarda i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

Nel primo caso nella scheda è indicato, a fianco del contrassegno, il candidato alla carica di sindaco. L’elettore ha diritto di votare per un candidato alla carica di sindaco, segnando il relativo contrassegno. Può esprimere un voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale compreso nella lista collegata al candidato alla carica di sindaco prescelto.

Nei comuni più popolosi invece l’elettore può votare per una lista attribuendo così il voto anche al candidato sindaco collegato (tracciando il segno sul relativo contrassegno di lista) oppure può votare solo per il candidato sindaco non esprimendo la preferenza per alcuna lista.

Si può votare per un candidato sindaco e per la lista ad esso collegata o in alternativa può votare per un candidato sindaco e per una lista non collegata (c.d. “voto disgiunto”).

Infine l’elettore potrà manifestare un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere.

L’elezione del sindaco è contestuale a quella dei consiglieri comunali collegati alla medesima lista.

Nei comuni sino a 15.000 abitanti è eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti ed alla lista vengono attribuiti tanti voti quanti quelli attribuiti al sindaco.

Alla lista del candidato sindaco eletto vengo assegnati i 2/3 dei seggi assegnati al consiglio, i restanti seggi vengono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste nell’ambito di ciascuna lista i candidati vengono eletti consiglieri secondo l’ordine delle cifre individuali, costituite dalla cifra di lista aumentata dei voti di preferenza.

Nei comuni più popolosi di 15mila abitanti è eletto sindaco il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, se nessun candidato riesce a ottenerla si procede al ballottaggio a cui partecipano i due candidati più votati alla prima tornata e risulterà eletto il candidato che avrà ottenuto la maggioranza relativa.

Non sono ammesse al riparto dei seggi le liste che abbiano ottenuto meno del 3 per cento dei voti.

Agevolazioni di viaggio per gli elettori fuori sede

In occasione delle elezioni amministrative di domenica 10 giugno 2018 (con eventuale ballottaggio domenica 24 giugno) nelle Regioni a statuto ordinario, in Sicilia e in Sardegna, gli elettori che si recheranno a votare nel proprio comune di iscrizione elettorale potranno usufruire delle agevolazioni di viaggio applicate da enti o società che gestiscono i relativi servizi di trasporto.

Visita questo link per maggiori informazioni.

I documenti per accedere al voto

L’elettore deve presentarsi al seggio con un documento d’identità con foto, valido o anche scaduto purché consenta l’identificazione.

L’altro documento fondamentale è la tessera elettorale.

In caso di smarrimento, deterioramento o furto, oppure in caso di completamento degli spazi sulla tessera, è possibile richiedere il duplicato presentandosi di persona all’Ufficio elettorale del proprio comune, che resterà aperto per tutta la giornata del voto.

Gli italiani all’estero

Gli italiani residenti all’estero possono votare alle elezioni amministrative venendo in Italia a votare presso il comune di iscrizione nelle liste elettorali.

A tal fine i comuni inviano ai nostri connazionali all’estero le cartoline-avviso con l’indicazione della data della votazione.

Per le elezioni amministrative non è, infatti, previsto il voto per corrispondenza all’estero.

Ti potrebbe interessare
Politica / Luciano Canfora a processo per diffamazione di Giorgia Meloni. Cgil e Anpi: “Attacco alla libertà di pensiero”
Politica / Armi italiane a Israele dopo il 7 ottobre: la Farnesina “smentisce” il governo Meloni
Politica / Fratelli d’Italia scarica Santanchè: pressing per far dimettere la ministra indagata
Ti potrebbe interessare
Politica / Luciano Canfora a processo per diffamazione di Giorgia Meloni. Cgil e Anpi: “Attacco alla libertà di pensiero”
Politica / Armi italiane a Israele dopo il 7 ottobre: la Farnesina “smentisce” il governo Meloni
Politica / Fratelli d’Italia scarica Santanchè: pressing per far dimettere la ministra indagata
Politica / Anniversario delle Fosse Ardeatine, Meloni: “Terribile massacro nazista”. L’Anpi: “Omette la responsabilità dei fascisti”
Politica / L’ultimo scritto di Berlusconi prima di morire: “Forza Italia il partito del cuore e dell’amore”
Politica / Fine vita, il centrodestra in Piemonte affossa la legge senza nemmeno ammettere la discussione
Politica / I numeri smentiscono Salvini: a Bologna col limite dei 30 km/h calano incidenti e feriti
Politica / Zaia commemora l’ultima eruzione del Vesuvio. E scoppia la polemica
Politica / Sequestrati 10,8 milioni di euro a Marcello Dell’Utri
Opinioni / Lettera di un segretario di circolo Pd: Elly Schlein ha la forza della credibilità