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Elezioni amministrative 2018 | Teramo | Ballottaggio | Risultati

Immagine di copertina
Il 24 giugno 2018 si tiene il ballottaggio delle elezioni amministrative a Teramo

Il 24 giugno 2018 si è tenuto il ballottaggio delle elezioni amministrative a Teramo. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Ballottaggio Teramo 2018

Teramo è uno dei 14 capoluoghi di provincia italiani in cui domenica 24 giugno 2018 si è votato per il ballottaggio delle elezioni comunali.

A sfidarsi sono stati il candidato del centrodestra Giandonato Morra e quello del centrosinistra, Gianguido D’Alberto.

Ha vinto il centrosinistra, con D’Alberto che ha raccolto il 53,3 per cento dei voto, a fronte del 46,7 per cento di Morra.

L’affluenza alle urne è stata del 49,9 per cento.

Qui i risultati nelle altre città

Come era andato il primo turno

Erano sette i candidati in corsa al primo turno delle elezioni amministrative:

Giandonato Morra: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Il Popolo della Famiglia, Futuro In e Oltre – 34,6 per cento

Gianguido D’Alberto: Partito Democratico: Insieme Possiamo e Teramo 3.0 – 21,1 per cento

Cristiano Rocchetti: Movimento 5 Stelle – 16,4 per cento

Paola Cardelli: Sinistra per Teramo – 0,88 per cento

Giovanni Cavallari: Civica Bella Teramo – 10,2 per cento

Mauro Di Dalmazio: Al Centro per Teramo e Azione Politica – 11,4 per cento

Alberto Covelli: Popolari per Teramo e Abruzzo Insieme – 5,1 per cento

Le elezioni amministrative

Domenica 10 giugno i cittadini di 761 comuni italiani sono stati chiamati alle urne per eleggere i sindaci e i consigli comunali. Le elezioni amministrative 2018 coinvolgono 6.749.654 cittadini. Il ballottaggio si vota domenica 24 giugno.

Si tratta di un importante banco di prova, alla luce delle recenti alleanze di governo, per verificare la tenuta dei partiti dopo le elezioni politiche di marzo e le regionali di aprile (Friuli Venezia GiuliaMolise e Valle d’Aosta). La Lega e il centro destra si sono affermati in tutte e tre le regioni, staccando di vari punti i candidati di Movimento 5 stelle e Pd.

Dei 761 comuni in cui si sono tenute le elezioni amministrative, 20 sono capoluoghi di provincia, 1 capoluogo di regione, 109 sono città superiori ai 15mila abitanti e 652 comuni pari o inferiori a 15.000 abitanti.

A questo link è possibile consultare tutti i comuni al voto.

I capoluoghi di provincia coinvolti erano Brescia, Sondrio, Imperia, Treviso, Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Ancona, Terni, Viterbo, Teramo, Avellino, Barletta, Brindisi, Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani. Nello stesso giorno si voterà per rinnovare i consigli circoscrizionali del III e del VIII municipio di Roma Capitale.

questo link tutti i candidati sindaco delle principali città italiane.

I seggi rimangono aperti dalle 7 alle 23. Lo scrutinio inizia subito dopo la chiusura dei seggi.

In tutta Italia sono sei i comuni che sarebbero dovuti andare al voto, ma non sono state presentate liste elettorali. Si tratta di un comune calabrese, San Luca, noto per essere il “quartier generale” della ‘ndrangheta, e altri 5 comuni sardi (Austis, Magomadas, Ortueri, Putifigari e Sarule). Questi comuni saranno commissariati.

Il comune di San Luca è stato sciolto per infiltrazioni mafiose il 17 maggio 2013 dal Consiglio dei ministri e da allora non ha un sindaco né un consiglio comunale.

Come si vota alle amministrative in Italia

Nei Comuni con più di 15mila abitanti si vota con un sistema elettorale maggioritario a doppio turno mentre nei Comuni con popolazione pari o inferiore a 15mila abitanti si vota con il sistema maggioritario a turno unico.

Nel 1993 è stato introdotto in Italia il nuovo sistema elettorale per il rinnovo dei consigli comunali e l’elezione diretta dei sindaci.

Il sistema di tipo maggioritario è stato introdotto dalla legge n.81 del 1993 e prevede l’elezione diretta del sindaco. Nel precedente sistema proporzionale le alleanze e la scelta su chi avrebbe effettivamente governato avvenivano a risultato elettorale acquisito.

Esistono due differenti modalità di voto: la prima riguarda i comuni con meno di 15.000 abitanti e la seconda riguarda i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

Nel primo caso nella scheda è indicato, a fianco del contrassegno, il candidato alla carica di sindaco. L’elettore ha diritto di votare per un candidato alla carica di sindaco, segnando il relativo contrassegno. Può esprimere un voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale compreso nella lista collegata al candidato alla carica di sindaco prescelto.

Nei comuni più popolosi invece l’elettore può votare per una lista attribuendo così il voto anche al candidato sindaco collegato (tracciando il segno sul relativo contrassegno di lista) oppure può votare solo per il candidato sindaco non esprimendo la preferenza per alcuna lista.

Si può votare per un candidato sindaco e per la lista ad esso collegata o in alternativa può votare per un candidato sindaco e per una lista non collegata (c.d. “voto disgiunto”).

Infine l’elettore potrà manifestare un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere.

L’elezione del sindaco è contestuale a quella dei consiglieri comunali collegati alla medesima lista.

Nei comuni sino a 15.000 abitanti è eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti ed alla lista vengono attribuiti tanti voti quanti quelli attribuiti al sindaco.

Alla lista del candidato sindaco eletto vengo assegnati i 2/3 dei seggi assegnati al consiglio, i restanti seggi vengono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste nell’ambito di ciascuna lista i candidati vengono eletti consiglieri secondo l’ordine delle cifre individuali, costituite dalla cifra di lista aumentata dei voti di preferenza.

Nei comuni più popolosi di 15mila abitanti è eletto sindaco il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, se nessun candidato riesce a ottenerla si procede al ballottaggio a cui partecipano i due candidati più votati alla prima tornata e risulterà eletto il candidato che avrà ottenuto la maggioranza relativa.

Non sono ammesse al riparto dei seggi le liste che abbiano ottenuto meno del 3 per cento dei voti.

Agevolazioni di viaggio per gli elettori fuori sede

In occasione delle elezioni amministrative di domenica 10 giugno 2018 (con eventuale ballottaggio domenica 24 giugno) nelle Regioni a statuto ordinario, in Sicilia e in Sardegna, gli elettori che si recheranno a votare nel proprio comune di iscrizione elettorale potranno usufruire delle agevolazioni di viaggio applicate da enti o società che gestiscono i relativi servizi di trasporto.

Visita questo link per maggiori informazioni.

I documenti per accedere al voto

L’elettore deve presentarsi al seggio con un documento d’identità con foto, valido o anche scaduto purché consenta l’identificazione.

L’altro documento fondamentale è la tessera elettorale.

In caso di smarrimento, deterioramento o furto, oppure in caso di completamento degli spazi sulla tessera, è possibile richiedere il duplicato presentandosi di persona all’Ufficio elettorale del proprio comune, che resterà aperto per tutta la giornata del voto.

Gli italiani all’estero

Gli italiani residenti all’estero possono votare alle elezioni amministrative venendo in Italia a votare presso il comune di iscrizione nelle liste elettorali.

A tal fine i comuni inviano ai nostri connazionali all’estero le cartoline-avviso con l’indicazione della data della votazione.

Per le elezioni amministrative non è, infatti, previsto il voto per corrispondenza all’estero.

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