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A chi si ispirerà la Corea del Nord per il suo sviluppo economico?

Immagine di copertina
Credit: AFP PHOTO / KCNA VIA KNS

Se la Cina è troppo grande e Singapore è troppo piccolo, il Vietnam potrebbe offrire un'interessante precedente da seguire per Kim Jong-un

La Corea del Nord come il Vietnam? Dopo la conclusione del “summit del secolo”, cresce l’interesse nell’apertura e nello sviluppo dell’economia nordcoreana, finora completamente bloccata dalle sanzioni statunitensi e internazionali.

S&D

La zavorra più grande era proprio quella americana, ma finalmente, dopo 70 anni, la relazione ostile tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti si sta sciogliendo. E la distensione procederà pari passo col processo di denuclearizzazione di Pyeongyang, che è pronta ad avviare importanti riforme.

Sul tavolo dell’accordo a Singapore, la Corea del Nord ha lavorato per assicurare e consolidare il futuro del regime. A garanzia, ha promesso agli USA la denuclearizzazione. I due processi andranno avanti parallelamente. Per mantenere il potere però, Kim Jong-un dovrà portare avanti il piano importante di sviluppo economico a supporto del proprio popolo.

Diversamente da suo padre, Kim Jong-il, sta promuovendo la riforma e l’apertura della Corea del Nord mirate a trasformarla in una “nazione normale”. Alla scorsa sessione del Partito del Lavoro, il 20 aprile, aveva infatti chiuso il piano di sviluppo nucleare, focalizzandosi solo su quello economico.

Il tentativo è quello di realizzare una forte economia socialista in futuro. La volontà è emersa anche dopo il vertice tra Corea del Sud e Nord il 27 aprile, come riportato anche dalla stessa tv nazionale nordcoreana Chosun Central Communications.

Gli Stati Uniti, naturalmente, avallano questo nuovo corso. E lo hanno comprovato nel già celebre video da loro realizzato e mandato in onda durante il summit a Singapore. Nel filmato, viene immaginato un futuro di prosperità economica e di sviluppo della Corea del Nord, dopo la denucelarizzazione. Kim ha molto apprezzato questo “spot”.

Quali saranno le ispirazioni della Corea del Nord a per lo sviluppo economico? Gli esempi più vicini sono quelli di Cina e Vietnam, Singapore. Peraltro, la Cina e il Vietnam hanno mosso il primo vero passo verso uno sviluppo economico proprio attraverso la normalizzazione delle relazioni con gli Stati Uniti.

Gli emissari nordcoreani avevano visitato la Cina, a Shanghai, nel 2001 e il Vietnam nel 2007. Sono tornati a Pechino lo scorso maggio per confermare le volontà di riforma e per acquisire know-how sullo sviluppo economico.

Lo stesso Kim, con lo staff, ha effettuato un tour dei monumenti più importanti e nei luoghi di turismo di Singapore e ha approfondito la conoscenza sull’esperienza di progresso della città-stato.

La ragione per la quale Kim Jong-un è interessato a questi tre paesi è molto semplice. Tutti e tre hanno mostrato una netta crescita economica recente, mantenendo una struttura politica che Kim sente vicina. Infatti, Cina e Vietnam presentano una dittatura del Partito Comunista e Singapore una “dittatura di fatto”.

Il cuore dell’economia di Singapore è nelle élite del governo che guidano tutto e che il popolo segue silenziosamente. È vero che ci sono un parlamento e un partito politico, ma ai vertici c’è una situazione simile a quella della famiglia Kim nella Corea del Nord.

Il premier Lee Hsien Loong è il figlio maggiore del cosiddetto “padre della nazione” Lee Kuan Yew, al potere per 25 anni. Un caso unico di unione tra un regime simil-dittatoriale con una crescita economica in grado di generare qualcosa come 57000 dollari di prodotto interno lordo pro capite.

Tuttavia, Singapore è un paese di appena 5,7 milioni di abitanti, un modello troppo piccolo per la Corea del Nord. Al contempo, sebbene 10 anni fa si pensasse che Pyeongyang guardasse a Pechino come ispirazione, la Cina e l’economia cinese sono diventate troppo grandi. E I fattori capitalistici si sono moltiplicati, dunque è quasi impossibile per la Corea del Nord prenderla come stella polare.

Insomma, la Cina è troppo grande, mentre Singapore è troppo piccolo. Per questo motivo, l’ispirazione più concreta potrebbe essere quella del Vietnam.

A tale riguardo, sono citate la riforma vietnamita e i numerosi precedenti storici simili con la Corea del Nord come ad esempio il rapporto conflittuale e ricco di sanzioni con gli USA dopo la guerra negli anni ’70. I rifugiati vietnamiti in fuga dal paese e soprannominati “boat people” ricordano da vicino le persone che scappano dal regime nordcoreano.

Dopo il conflitto, il Vietnam, ha sofferto di una grave crisi economica, con un governo coercitivo e i forti dazi, che sono costati una crescita negativa decennale dalla riunificazione.

Dal 1986, il Vietnam ha iniziato a migliorare le sue relazioni con gli Stati Uniti attraverso la politica del Doi Moi. Questo termine indica un sistema di riforma e apertura e si può tradurre come Rinnovamento.

Semplificando, si è mantenuta la struttura di base del comunismo, perseguendo l’economia di libero mercato. Si è data priorità all’agricoltura, all’industria leggera e allo sviluppo dei mercati di esportazione.

Dopo la firma dell’accordo di pace cambogiano nel 1991, sono iniziati i negoziati diplomatici con gli Stati Uniti fino all’eliminazione dell’embargo nel 1994. Stabilizzate le relazioni diplomatiche con gli USA l’anno seguente, l’economia si è sviluppata in modo rapido.

Una volta sbloccata la situazione con gli Stati Uniti, diversi paesi asiatici come la Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Hong Kong iniziarono a investire in Vietnam, mentre prima erano riluttanti visto l’alto rischio di guerra.

Il Vietnam ha continuato a perseguire misure esterne come l’adesione alla Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC) nel 1998, la firma di un accordo commerciale con gli Stati Uniti nel 2000 e l’adesione all’Organizzazione mondiale del commercio nel 2006.

Da allora, il PIL del Vietnam è cresciuto dal 6 al 7 per cento all’anno (compreso nel primo trimestre 2018, primo al mondo come tasso) e il suo PIL pro capite ha raggiunto i 2300 dollari. In particolare, si prevede che il Vietnam diventerà una “fabbrica globale” dopo la Cina, con investimenti su larga scala da parte di società internazionali. Un caso emblematico di notevole crescita economica mantenendo un regime comunista.

Poiché la Corea del Nord è un sistema rigoroso incentrato sul Partito del Lavoro, è probabile che Kim Jong-un persegua il piano di sviluppo economico pur mantenendo la regola del pugno di ferro del proprio movimento. Il carisma del leader è più debole di quello del nonno o del padre e cercherà il sostegno del popolo proprio attraverso questo progresso.

Il grande interesse per il modello vietnamita è emerso anche durante i colloqui a quattr’occhi col presidente sudcoreano Moon Jae-in durante il vertice inter coreano del 27 aprile. Tuttavia, nel confronto tra la Corea del Nord e il modello vietnamita (e in parte quello cinese) si evidenziano tre principali differenze.

Innanzitutto, c’è una differenza fondamentale nella struttura di governance tra Cina, Vietnam e Corea del Nord. La Cina e il Vietnam mostrano una dittatura del Partito Comunista, ma mantengono un sistema di leadership collettiva. Nella Corea del Nord il potere del popolo e l’idolatria personale sono la base per mantenere il regime.

In secondo luogo, negli anni Settanta e Novanta, quando Cina e Vietnam erano in via di sviluppo economico, si concentrarono su industrie ad alta intensità di manodopera e raggiunsero ottimi risultati.

Ma oggi, la maggior parte delle industrie ha un sistema di automazione. Inoltre, a differenza di allora, ora ci sono molti paesi in via di sviluppo con manodopera a basso salario, ad esempio in Africa. E non a caso la Cina vi sta investendo molto.

Terzo, la Corea del Nord ha dalla sua la presenza della Corea del Sud che è in grado di offrire massicci investimenti. Se la Pyeongyang passerà alle riforme e all’apertura, il partner più vicino sarà proprio Seoul.

Trump ha dichiarato durante la conferenza stampa dopo l’incontro con Kim che i colloqui sono stati soddisfacenti e che il processo di denuclearizzazione richiederà necessariamente tempo.

E ne servirà anche per eliminare completamente le sanzioni e normalizzare le relazioni diplomatiche. In buona sostanza, man mano che la Corea del Nord si denuclearizzerà, al contempo gli USA elimineranno le sanzioni.

Nel caso del Vietnam, ci sono voluti otto anni dopo l’avvio della politica di Doi Moi. Gli Stati Uniti giocheranno un ruolo importante nel portare la Corea del Nord nell’economia globale attraverso i sistemi finanziari internazionali, come nel Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.

Il piano è dunque quello di rilasciare gradualmente le sazioni anziché apportare investimenti diretti delle corporation nazionali, nella fase iniziale.

Corea del Sud, Cina e Giappone, che hanno vantaggi geopolitici in quanto vicini di casa, investiranno principalmente attraverso progetti di raccolta fondi (come l’IRFFI – Iraq Reconstruction Trust Fund).

In questo caso, la Corea del Sud avrà un ruolo principale. Nella prima fase dello smantellamento delle sanzioni, la Corea del Nord sarà in grado di condurre esperimenti di apertura controllata attraverso la cooperazione economica inter-coreana. La prospettiva è che sia anche il primo passo per una futura unificazione della penisola.

L’accordo di Sentosa ha infatti riaffermato la dichiarazione di Panmunjom, che stabilisce la cooperazione tra le due Coree. Nei limiti delle sanzioni sulla Corea del Nord, i negoziati sulla cooperazione economica tra i due paesi sono stati accelerati.

Questo accordo sarà una strategia vincente per superare le difficoltà economiche per Pyeongyang e per trovare nuovi propulsori di crescita in un momento non così di grande progressione anche per la Corea del Sud.

Come nel caso della Germania, negli anni Settanta e Ottanta, le aziende della parte Ovest investirono direttamente nell’Est costruendo fabbriche e impianti di produzione attrezzati. Tali prodotti avevano un’elevata competitività di prezzo nel mercato e un alto margine di profitto.

Le due Coree hanno già visto la possibilità e le potenzialità di cooperazione attraverso la regione nordcoreana di Kaesong (KIR). Questo complesso industriale presenta fabbriche e impianti di produzione nella periferia della città di Kaesong a solo un’ora di auto da Seoul e ha impiegato lavoratori nordcoreani per produrre prodotti competitivi.

Nel 2016, i test nucleari e i lanci di missili nordcoreani hanno portato alla chiusura del complesso, ma si prevede che le discussioni sulla rimessa in funzione inizieranno presto.

Nel primo periodo di transizione, Kaesong dovrebbe essere indicato come modello speciale di successo e sviluppo in un campo sperimentale della comunità economica inter-coreana.

Invece di sviluppare nuove zone speciali, Pyeongyang potrebbe dunque iniziare a riattivare il complesso così da facilitare l’avvicinamento di investimenti stranieri.

Inoltre, le aziende sudcoreane potranno fornire cooperazione tecnica e investimenti nei campi delle tecnologie dell’informazione e delle energie rinnovabili e infrastrutture sociali come elettricità, energia e strade nella Corea del Nord.

Quando la rete di trasporto intercoreana, in particolare la parte ferroviaria, collegherà la rete transeuropea eurasiatica dalla penisola coreana alla Mongolia e alla Siberia verso l’Europa, i costi e i tempi di trasporto aereo e navale esistenti saranno abbreviati.

Una stretta cooperazione con la Corea del Sud e la formazione di una comunità economica nella penisola coreana contribuiranno notevolmente agli sforzi della Corea del Nord di differenziarsi dagli altri paesi in via di sviluppo dell’industria leggera a basso reddito.

Dalla denuclearizzazione allo sviluppo economico, il primo passo di questo viaggio è iniziato. E il mondo sta osservando il percorso che la Corea del Nord deciderà di prendere.

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