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Home » News

Non è vero quello che ha detto Salvini sul business degli avvocati dei migranti

Immagine di copertina
Salvini e la difesa d'ufficio ai migranti, la lettera del presidente del Consiglio Nazionale Forense

Il presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin ha scritto una lettera aperta al Ministro dell'Interno Salvini, chiarendo la materia legale di alcuni punti.

Il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin ha pubblicato sul sito ufficiale del CNF una lettera aperta indirizzata a Matteo Salvini sui migranti, in qualità di Ministro dell’Interno e dopo le sue recenti dichiarazioni.

Nella lettera Mascherin chiarisce molti punti tirati in ballo dal leader della Lega nel suo discorso sul business degli avvocati dei migranti. Qui quello che Salvini ha riferito in Senato nella giornata del 13 giugno sulla nave Aquarius.

“Per spirito collaborativo, amor di precisione, applicazione del principio di competenza, intesa come conoscenza della materia, credo di fare cosa utile fornendoLe alcuni chiarimenti” ha scritto nell’esordio della lettera Andrea Mascherin a Salvini.

Andrea Mascherin ha specificato l’utilizzo della difesa d’ufficio nelle norme di diritto dello Stato Italiano, sottolineando come sia relativo ai processi penali e in nessun caso a carico dello Stato. Intanto continua il dibattito sulla nave Aquarius.

Le leggi italiane in materia di migrazione, che recepiscono le norme europee, si basano invece su una prima fase amministrativa e una seconda fase civilistica, eventuale, di fronte a figure specializzate. Qui gli ultimi aggiornamenti sul governo.

Tutto questo in nome del principio di uguaglianza di tutti gli esseri umani, che è sancito dalla nostra Costituzione.

Inoltre Mascherin ha sottolineato come le percentuali indicate dal Ministro dell’Interno Salvini sull’accoglienza e il rigetto dei migranti non siano concepibili: “Se in un naufragio non si riuscisse a salvare 58 vite su cento, bisognerebbe fare annegare anche le restanti 42”.

Qui le dichiarazioni di Matteo Salvini sui migranti a Otto e mezzo.

Il testo integrale della lettera del Presidente del CNF Mascherin a Salvini sui migranti

Caro Ministro Salvini,

lette le sue dichiarazioni sul Corriere della Sera in materia di richiedenti asilo e di lobby dei difensori d’ufficio, per spirito collaborativo, amor di precisione, applicazione del principio di competenza, intesa come conoscenza della materia, credo di fare cosa utile fornendoLe alcuni chiarimenti.

Difesa d’ufficio. L’istituto della difesa d’ufficio da Lei richiamato non c’entra nulla con la materia della migrazione e delle richieste d’asilo. La difesa d’ufficio, strumento di democrazia avanzata, e’ garantita da tutte le carte dei diritti fondamentali nazionali e internazionali ed è riconosciuta come strumento a tutela di una difesa effettiva. La difesa d’ufficio , ad. es., è stata ritenuta necessaria dalla Corte Costituzionale in occasione del processo alle brigate rosse, che la rifiutarono disconoscendo così lo Stato di diritto, processo in cui trovò la morte per assassinio nel 1977 Fulvio Croce, presidente dell’ Ordine degli avvocati di Torino, che volle difendere così la nostra democrazia e il diritto alla difesa richiamato dall’art. 24 della nostra Costituzione. Dunque è istituto che non va ne’ banalizzato ne’ volgarizzato, se non altro per rispetto di chi ha dimostrato così tanto amore per il proprio Paese offrendo la propria vita in luogo di una meno rischiosa retorica. E comunque e in ogni caso è istituto proprio del processo penale e non è a carico dello Stato.

Materia migrazione. Il tema a cui Lei fa riferimento, quello della materia migrazione, segue invece una procedura di natura amministrativa in una prima fase, dove neppure è prevista la presenza dell’avvocato, e una civilistica in sede di eventuale impugnazione di fronte a sezioni specializzate, dove interviene l’avvocato e dove il migrante può chiedere di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato, istituto espressamente previsto dalla nostra Costituzione e, fra l’altro, dalla CEDU. La nostra Costituzione lo prevede al fine di scongiurare l’applicazione del “diritto di diseguaglianza” fissato dal regime fascista attraverso le leggi razziali e i tribunali speciali. Va detto che il patrocinio a spese dello Stato non viene riconosciuto automaticamente, ma risponde a rigorosi criteri, compresi quelli legati ad una non infondatezza della impugnazione.

Sempre per un contributo di competenza, ricordo come la legge Orlando-Minniti del 2017 ha eliminato un grado di giudizio in questa materia, ha eliminato il diritto a comparire davanti al giudice dell’interessato, ha ridotto le sedi giudiziarie competenti a solo 26 (su 140 Tribunali) in tutta Italia. E’ a sua disposizione, ma sopratutto a disposizione del Ministro della Giustizia, che dovrebbe essere quello competente per materia, il protocollo che il Consiglio Nazionale Forense ha sottoscritto con il Consiglio Superiore della Magistratura, per disciplinare al meglio queste procedure comprese le modalità di liquidazione del patrocinio a spese dello Stato.

Percentuali. Infine le percentuali di rigetto da Lei indicate nella misura del 58% attesterebbero una percentuale di accoglimento del 42%, che è percentuale assai elevata e non sacrificabile. Diversamente sarebbe come dire che se in un naufragio non si riuscisse a salvare 58 vite su cento, bisognerebbe fare annegare anche le restanti 42.

Ma certo Lei non pensa ciò e neppure la Costituzione della Repubblica italiana.

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