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Grenfell Tower, lettera di Theresa May: “Ho fatto anch’io degli errori”

Immagine di copertina
La premier britannica Theresa May. Credit: Afp

Il prossimo 14 giugno sarà trascorso un anno dall’incendio che ha colpito il grattacielo della Grenfell Tower di Londra.

Alla vigilia di questa ricorrenza, la premier britannica Theresa May ha pubblicato sull’Evening Standard una lettera in cui si assume delle responsabilità sulla gestione della tragedia, costata la vita a 72 persone, tra cui gli italiani Marco Gottardi e Gloria Trevisan (qui l’intervista di TPI al padre di Marco, che racconta cosa accadde quella notte).

Ecco il testo della lettera:

Giovedì sarà trascorso un anno da quando 70 persone hanno perso la loro vita mentre la Grenfell Tower veniva avvolta da fiamme così feroci che hanno sconvolto il cuore del Regno Unito.

La 71esima vittima, il piccolo Logan, è nato morto alcune ore dopo che i suoi genitori hanno lasciato i fumi soffocanti. Pily Burton, salvata dal suo appartamento del 19esimo piano, è morta sette mesi dopo.

È stata una tragedia senza paragoni nella storia recente e, anche se molte persone hanno svolto un lavoro incredibile durante l’incendio e dopo, è diventato chiaro da tempo che la risposta iniziale non è stata sufficiente.

Inclusa quella che è venuta da parte mia.

Il giorno seguente al disastro ho visitato il luogo per la prima di molte volte, ringraziando i vigili del fuoco per il loro lavoro e avendo un breve incontro con la squadra incaricata della risposta.

Ciò che non ho fatto in quella prima visita è stato incontrare i residenti e i sopravvissuti sfuggiti al rogo.

Tuttavia gli abitanti della Grenfell Tower avevano bisogno di sapere che le autorità riconoscevano e comprendevano la loro disperazione. E rimpiangerò a vita il fatto di non averli incontrati quel giorno, perché sembrava che non mi importasse.

Non è mai stato così.

La perdita improvvisa di una persona amata è un’esperienza devastante. Ma è ancora peggio quando, come nel caso di molti sopravvissuti, si rimane senza alcun ricordo fisico delle loro vite. Nessuna fotografia, nessun oggetto caro, nessun vestito che ha l’odore della persona che ami. 

Il popolo britannico è stato estremamente generoso con le donazioni, ma nulla può rimpiazzare i ricordi di molti anni trascorsi insieme.

Si tratta di circostanze incredibilmente difficili in cui provare a ricostruire la tua vita. Ed è per questo che, dal momento in cui la portata della tragedia è diventata chiara, e quando ho sentito le preoccupazioni che la comunità ha sollevato con me nel corso dell’ultimo anno, ho avuto due grandi priorità: che i sopravvissuti della Grenfell Tower ottengono le case e supportare i loro bisogni, e la verità e la giustizia che meritano.

Un anno dopo, sono stati fatti progressi in entrambe le direzioni.

C’è voluto troppo tempo, ma delle 203 famiglie che avevano bisogno di una nuova casa, 198 famiglie ora hanno accettato un’offerta di alloggio, permanente o temporanea.

Più di 46 milioni di sterline sono stati spesi per la risposta immediata e gli sforzi di ripresa, con ulteriori 34 milioni di sterline destinati alla ripresa più a lungo termine; oltre ai quasi 25 milioni di sterline donati dalle persone, quasi tutti già distribuiti ai sopravvissuti e ai defunti.

Una parte cruciale del processo di ripresa riguarda il futuro della torre e il luogo in cui si trova. Non sono ancora state prese decisioni in merito, ma posso ancora ripetere il mio impegno personale affinché siano i familiari, i sopravvissuti e la comunità a condurre il processo.

Sono ugualmente impegnata ad aiutare la gente di Grenfell Tower ad apprendere quello che è successo e perché.

Dal mio lavoro con le famiglie di Hillsborough, so fin troppo bene quanto sia importante per i sopravvissuti e coloro che sono in lutto ottenere la verità. Non si tratta di “chiudere” – nessuna parola o azione può compensare la perdita vissuta o il trauma sofferto – ma di capire cosa è accaduto, assicurare che anche il mondo lo sappia, e vedere che le lezioni sono state imparate e che giustizia è fatta.

Dopo Hillsborough, l’incapacità dell’Establishment di esaminare correttamente le cause e le conseguenze ha aggiunto la beffa al danno per le persone che erano in lutto. Ci è voluto quasi un quarto di secolo perché la verità venisse fuori e oggi, a quasi 30 anni dal disastro, i processi penali devono ancora iniziare.

Questa litania di offuscamento, evasione e ritardo non deve ripetersi e non si ripeterà con Grenfell Tower. Ecco perché non ho esitato a creare una commissione d’inchiesta pubblica che ha iniziato ad acquisire le prove lo scorso mese – e perché, dopo aver ascoltato di prima mano le preoccupazioni di coloro che hanno perso parenti e amici, ho deciso di nominare membri aggiuntivi al panel di ricerca per ampliare la sua esperienza e la sua visione.

Data la portata della tragedia, l’inchiesta pubblica e le indagini della polizia prenderanno, inevitabilmente, tempo – più a lungo di quanto molti di noi vorrebbero. Ma anche se non tollererò inutili ritardi, deve essere dato loro lo spazio di cui hanno bisogno per svolgere correttamente il proprio lavoro. Solo in questo modo le persone e le organizzazioni giudicate colpevoli possono essere ritenute correttamente responsabili delle loro azioni. Solo così si può fare giustizia.

Mentre aspettiamo che ciò accada, riflettiamo e ricordiamo.

Nei giorni successivi all’incendio, molti di noi hanno preso ispirazione dalla gente di West London, che si è fatta avanti per aiutare i propri membri. Come recita uno dei tributi scritti sul muro del memoriale: “Oggi ho visto che cosa significa veramente comunità”.

Il gruppo Grenfell United si è unito per dare voce ai sopravvissuti e lo ha fatto con grande dignità e determinazione. Per onorare questo spirito hanno invitato le comunità e le scuole di tutto il paese a unirsi in una celebrazione di unità e diversità, trasformando venerdì prossimo in un “Green for Grenfell Day” nazionale.

I dirigenti scolastici saranno incoraggiati a lasciare che i bambini indossino il verde a scuola e i gruppi della comunità saranno attivi, aiutando gli altri e la raccolta di fondi per le associazioni di beneficenza locali.

E, con l’arrivo della notte di giovedì, gli edifici di tutto il paese, tra cui il numero 10 di Downing Street, saranno illuminati in verde: un tributo visibile a tutti coloro che sono stati colpiti dall’incendio.

Come parte di “Green for Grenfell”, i bambini delle scuole elementari intorno al palazzo visiteranno il n. 10 di Downing Street domani per piantare due cespugli di camelie nel giardino.

Le camelie fioriscono nei mesi invernali, portando vita e colore nei periodi più bui dell’anno. Crescendo in vista della stanza del Gabinetto, forniranno un ricordo duraturo di coloro che abbiamo perso nelle notti più buie di 12 mesi fa. Perché il rogo di Grenfell era una tragedia che non sarebbe mai dovuta accadere – e sono convinta che non sarà mai dimenticata.

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