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Direzione PD giovedì 3 maggio | Diretta | Ultime notizie | Approvata all’unanimità la relazione di Martina

Immagine di copertina
Delegazione del Pd composta da Andrea Marcucci, Maurizio Martina, Graziano Delrio, Matteo Orfini al termine dell'audizione dal presidente Mattarella. Credit: Silvia Lore

Tutte le ultime notizie e gli aggiornamenti sulla direzione del Partito democratico di giovedì 3 maggio 2018: le previsioni e le anticipazioni

Direzione PD giovedì 3 maggio | Tutte le ultime notizie | Le previsioni e le anticipazioni (aggiornare continuamente la pagina)

Giovedì 3 maggio si tiene a Roma, al Largo del Nazareno, la direzione del Partito democratico, chiamato a prendere una decisione sugli eventuali colloqui con il Movimento Cinque Stelle in vista della formazione del governo.

La decisione del Pd arriva dopo la netta chiusura all’alleanza con M5S da parte dell’ex segretario Matteo Renzi, che si è dimesso dopo la sconfitta alle elezioni del 4 marzo ed è tornato a prendere la parola pubblicamente lo scorso 28 aprile (ecco cosa ha detto Renzi in quell’occasione).

Il Movimento Cinque Stelle, intanto, chiede il ritorno alle urne (ecco tre possibili date per le nuove elezioni).

Giovedì 3 maggio – ore 20.00. Approvata all’unanimità relazione Martina. La direzione del Pd ha approvato all’unanimità la relazione del segretario reggente Maurizio Martina. In questo modo, ha confermato la piena fiducia al reggente fino all’Assemblea.

“Penso che se si condivide lo spirito della relazione, compresa la richiesta di fiducia, io questa assunzione di responsabilità la prendo tutta”, ha commentato Martina, nella replica conclusiva della direzione nazionale. “Non esiste nessuna resa: si fa politica. Si cerca di ascoltare, di definire un quadro, di ascoltarci. Abbiamo un passaggio lunedì di nuove consultazioni con il Presidente della Repubblica”.

ore 19.30. Franceschini: “Dopo intervista Renzi dialogo impraticabile”. “I vincitori non sono riusciti a fare un governo e si è aperta la seconda fase”, ha detto Dario Franceschini alla direzione del Pd. “Abbiamo immaginato di iniziare a percorrere la strada del confronto con i grillini che non portava automaticamente a un accordo di governo”.

“L’intervista di Matteo Renzi ha interrotto questo percorso per il peso numerico e politico che ha. Tanto che 10 minuti dopo Di Maio ha detto ‘dialogo chiuso’. Ci saremmo dovuti arrivare dopo un confronto. Il tema di un governo o collaborazione con grillini da domenica non c’è più”, ha aggiunto.

Dopo l’intervista di Renzi “siamo spettatori sia di un governo di destra sia di un governo guidato dai Cinque Stelle. Potremmo dire sì a un governo del presidente, ma con la consapevolezza di non essere determinanti”, ha detto il ministro. “Ora direzione mi sembra orientata a dare mandato pieno a Martina. Portandoci dietro tutte le nostre legittime differenze”, ha aggiunto Franceschini.

ore 19.10. Orlando: serve linea politica per campagna elettorale. “Oggi dobbiamo rimettere in campo una linea politica con cui affrontare la campagna elettorale e serve un confronto con le altre forze politiche”, ha detto Andrea Orlando alla direzione del Pd.

Orlando ha chiesto una “vera unanimità” nel voto sulla fiducia a Martina o la barca Pd rischia di “imbarcare molta acqua. Se non siamo convinti discutiamo, magari anche domani. La reticenza è la cosa peggiore di tutte”.

ore 18.15.  I renziani apprezzano relazione di Martina. Il fronte renziano in direzione Pd apprezza la relazione del segretario reggente. In particolare, i passaggi riguardanti la fiducia a Martina da rinnovare fino all’Assemblea Nazionale e la chiusura a un eventuale appoggio a un governo Di Maio. Su questi due punti, spiegano fonti renziane presenti in direzione, può esserci un via libera a Martina con il voto o attraverso un documento.

Calenda: Sostenere un governo Di Maio è improponibile. Proporre alleanza istituzionale. “È vero che abbiamo delle responsabilità, ma la prima è quella di portare il Pd a tornare forte perché il Paese ha bisogno di un perno riformista”. Lo ha detto, stando a quanto si apprende da chi è presente, il ministro Carlo Calenda alla direzione nazionale del Pd. P

Per Calenda, nessuno nel partito ritiene praticabile il sostengo a un governo Di Maio ed è stata “una strada sempre chiusa, ma tutti riteniamo giusto sedersi a discutere con i grillini. Ma se non sappiamo che proposta portare, per cosa ci sediamo? Se non possiamo pensare a un governo politico l’unica cosa che possiamo proporre è un’alleanza istituzionale”.

Boccia: Spero che si voti fiducia a Martina in modo netto. “Credo che questa sia una giornata decisiva per la vita stessa della nostra comunità politica”, ha detto Francesco Boccia, esponente della minoranza Pd. “Ho condiviso l’analisi netta e cruda di Martina fatta sulla sconfitta. Mi auguro che si voti in maniera netta e chiara la fiducia nei suoi confronti, con la speranza che da quel momento all’assemblea Martina con l’ufficio di presidenza del partito, non vengano delegittimati fuori dalle mura del partito”.

ore 17.26. Direzione Pd verso la conferma del mandato a Martina: il riassunto di cosa è successo finora dalla nostra inviata.

ore 16. 55. Martina: “Rischio voto anticipato è un dato di fatto”. “Ora il dato di fatto è il rischio di un voto anticipato”, ha detto il segretario reggente del Pd Maurizio Martina nella sua relazione durante la direzione nazionale del partito.

ore 16.00. Martina: “Basta liste di proscrizione tra noi, lunedì da Mattarella costruttivi, con M5S capitolo chiuso”. La direzione nazionale del Partito democratico è iniziata. “Siamo orientati a chiudere questa direzione con un voto”, ha detto il presidente del Pd, Matteo Orfini, aprendo i lavori.

Dopo l’introduzione di Orfini, il primo a prendere la parola è stato il segretario reggente Maurizio Martina. “Questa direzione è chiamata a un confronto sul voto che ci ha consegnato una delle sconfitte più nette della nostra storia, un voto quello del 4 marzo che ha ridisegnato il panorama politico del paese”, ha detto Martina.

“Vorrei che la nostra discussione ripartisse da qui perché non possiamo rimuovere quanto accaduto, ma abbiamo la responsabilità di riflettere, perché siamo fuori tempo massimo. Rispetto al 2008 perdiamo circa 2 milioni e mezzo di voti e non va meglio alla coalizione”.

“Non credo che ce la caveremo con qualche mossa tattica”, ha sottolineato il segretario reggente del Pd. “Non si tratta di tornare indietro e non si tratta di andare oltre”.

“Dalle nostre parti non possono esistere liste di proscrizione, da qualunque parte provengano. Anche basta attacchi feroci tra di noi e non nei confronti dei nostri avversari”, ha detto Martina.

“Io credo che tanto più oggi noi dobbiamo supportare l’operato del presidente Mattarella, a cui vanno anche da qui i nostri sentimenti di stima e fiducia. Lunedì si terranno nuove consultazioni e noi certamente dovremo avere un atteggiamento costruttivo verso la presidenza”, ha aggiunto il segretario reggente.

L’accordo con il Movimento Cinque Stelle è un “capitolo chiuso”, ha detto Martina. “I fatti di questi giorni hanno archiviato questa possibilità”.

“Non si è mai trattato di decidere con un sì o un no, se fare un’alleanza o votare la fiducia a un governo Di Maio”, ha voluto rimarcare il segretario reggente. “Si trattava di lanciare con il confronto una sfida politica e culturale diretta a quel movimento che tanto ha eroso il nostro consenso anche il 4 marzo. E sfidarli proprio sul terreno del cambiamento. Nessuna rinuncia ai nostri valori. Non una resa, ma un rilancio”.

“Per noi il tema non è mai stato votare Salvini o Di Maio premier. Ma per noi il tema non potrà mai essere nemmeno sostenere un qualsivoglia percorso con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento. Tanto più impossibile chiaramente per noi un governo a trazione leghista”, ha aggiunto Martina.

“Chiedo a questa direzione di rinnovare la fiducia fino alla assemblea nazionale”, ha poi concluso il segretario reggente. “Serve una direzione salda e univoca del Pd. Certamente non solitaria ma collegiale. Non dobbiamo consentire a nessuno di poter dire ogni giorno che ci sono diversi partiti nel nostro partito. Dobbiamo esserne consapevoli verso il Paese e verso la nostra comunità che ci guarda”.

“Con questa consapevolezza chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia a proseguire il mandato nella gestione di questa fase particolare e fino all’Assemblea nazionale che sarà certo un passaggio importante per la nostra prospettiva. Non chiedo sostegni di facciata ma propongo un passo consapevole. Non ci servono unanimità che si sciolgono al primo minuto dopo la direzione”.

ore 14.55. L’arrivo dei componenti della direzione. I componenti della direzione stanno raggiungendo la sede del partito a largo del Nazareno. Sono già arrivati, tra gli altri, Graziano Delrio, Francesco Boccia, Ivan Scalafarotto e Gianni Cuperlo, contestato al suo arrivo da un tesserato, come mostra questo video:

DIREZIONE PD – L'arrivo di Gianni Cuperlo a largo del Nazareno, la contestazione di un tesserato Pd.

Posted by TPI on Thursday, May 3, 2018

ore 14.20. Ok dei renziani: Martina resta in carica fino all’Assemblea. Il segretario reggente Maurizio Martina riceverà la fiducia e resterà dunque in carica fino all’Assemblea, in cui si dovrà decidere se eleggere un nuovo segretario o indire il congresso. Lo riferiscono fonti renziane qualificate citate dalle agenzie di stampa.

“Chiederemo il voto su un documento che affermi il no a Salvini e no a Di Maio. Voteremo sicuramente tutti anche la fiducia a Maurizio Martina fino all’Assemblea”.

Quanto al documento che dice no all’ipotesi di governo con M5S o Lega, i renziani sono convinti di avere i numeri nella direzione: 120 membri a favore, 80 contrari.

ore 11.54. Street art, una nuova opera di Sirante dedicata al Pd. Una nuova opera di street art è apparsa a Roma nel giorno in cui si riunisce la direzione del Pd, come riportato dall’Ansa.

L’artista Sirante ha realizzato ed esposto nei pressi della sede del partito un’opera intitolata “L’incendio del Nazareno”.

Si tratta di un quadro in cui si vede Matteo Renzi che porta sulle spalle Silvio Berlusconi per metterlo in salvo. Altre figure rappresentano Maria Elena Boschi, Matteo Orfini, Denis Verdini e altri.

L’opera, ispirata all’affresco di Raffaello “Incendio di Borgo”, che si trova nei Musei Vaticani, è stata subito rimossa dalla polizia.

Una pagina Facebook che porta il nome dell’artista ha pubblicato un post al riguardo:

Sirante aveva già realizzato un quadro intitolato “I bari”, che ritraeva Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in abiti d’epoca, intenti a giocare a carte.

L’opera, che faceva riferimento alle consultazioni in corso da parte del capo dello Stato, era stata collococata su un muro di via dè Lucchesi a Roma e anche in questo caso è stata rimossa.

ore 11.40. Minoranza dem, verso il voto su Martina. Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina avrebbe deciso di mettere ai voti la relazione con cui chiederà alla direzione di continuare a sostenere il suo operato almeno fino al prossimo congresso. Lo riferiscono alle agenzie fonti della minoranza dem.

Lo scopo è quello di fare chiarezza nel partito, visto che tra le fila dei ‘non renziani’ si è diffusa l’idea che l’obiettivo finale dell’ex segretario, sia quello di mettere in testa al partito un proprio luogotenente così da poter redigere le liste in caso di elezioni anticipate e continuare a controllare i gruppi parlamentari.

ore 11.07. La resa dei conti e la fiducia a Martina. Oggi alle ore 15 inizierà la direzione nazionale del Pd.

I componenti erano stati chiamati a esprimersi sulla possibile alleanza di governo con M5S, ma è ormai divenuto centrale il voto di fiducia al segretario reggente Martina, affinché porti il Pd all’Assemblea in cui sarà eletto il nuovo segretario.

Se oggi la direzione del Pd dovesse votare la fiducia a Martina contro l’opinione dei renziani, questi presenterebbero un ordine del giorno per convocare l’Assemblea del partito il 12 e il 13 maggio ed eleggere in quella sede il nuovo segretario.

Renzi non lascerebbe infatti a Martina il compito di stilare le liste per la nuova eventuale campagna elettorale in caso di ritorno al voto.

La situazione alla vigilia della direzione del Pd

Il Partito democratico è spaccato sulla possibilità di un’alleanza di governo coi Cinque Stelle.

Il 2 maggio è stata diffusa la notizia di un manifesto che sarebbe stato scritto dal renziano Lorenzo Guerini e firmato da un centinaio di parlamentari contrari all’alleanza con i grillini.

Il documento chiude a eventuali “conte interne” alla direzione del 3 maggio, attribuisce la colpa dello stallo politico all’irresponsabilità di M5S e centrodestra e consente un confronto con le altre forze politiche, ma chiude a un eventuale fiducia “a un governo guidato da Salvini o Di Maio”.

Secondo La Repubblica, al momento il documento è stato firmato da 77 deputati su 105 e 39 senatori su 52. Anche i capigruppo Graziano Delrio Andrea Marcucci avrebbero firmato il manifesto.

Il ministro Andrea Orlando, tra gli esponenti del Pd favorevoli all’alleanza con i Cinque Stelle, ha commentato così il documento:

Dopo le polemiche, Matteo Renzi ha parlato ad alcuni senatori Pd dopo la riunione che si è tenuta nell’Aula della Commissione industria del Senato. “Non è il momento di conte, ma di mantenere il partito unito: non si cerchino pretesti per rompere questa unità”, ha detto.

Le correnti interne al Pd

Chi segue la linea renziana, come il capogruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci, il tesoriere del partito Francesco Bonifazi, il consigliere economico Tommaso Nannicini, si oppone nettamente a un governo Pd- M5S.

Vicina alla posizione di Renzi è la linea del presidente del partito, Matteo Orfini, e dei parlamentari che lo sostengono.

I renziani costituiscono, fino a prova contraria, la maggioranza dei deputati e dei senatori, oltre che della direzione. Tuttavia, per alcuni, esiste anche l’eventualità che Renzi non abbia i numeri per imporre la sua linea.

Il deputato del Pd Roberto Giachetti, ad esempio, la mattina del 2 maggio ha detto: “Il Partito democratico non è monolitico, può essere che Renzi non abbia la maggioranza in direzione”.

La linea opposta a Matteo Renzi è formata invece da altre correnti del Pd, tra cui si annovera quella del segretario reggente Maurizio Martina, indispettito dalle recenti dichiarazioni di Renzi in televisione.

Il ministro Dario Franceschini ha una posizione di apertura verso i Cinque Stelle, e tra i parlamentari a lui vicini ci sono la ministra all’Istruzione Valeria Fedeli, la ministra della Difesa Roberta Pinotti e l’ex capogruppo dei senatori Pd Luigi Zanda

Favorevole al dialogo con M5S è anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, nelle cui fila si contano tre senatori tra cui Monica Cirinnà.

Facendo un po’ di calcoli si vede che, su un totale di 214 membri della direzione Pd, i renziani sarebbero 103. A loro bisogna aggiungere i 13 membri vicini a Orfini.

I componenti della direzione favorevoli al dialogo con M5S sono invece 78, così divisi: 19 fanno capo a Martina, 23 a Orlando, altri 23 a Franceschini, 13 a Michele Emiliano.

A loro si aggiungono gli esponenti del governo Gentiloni: almeno cinque ministri pronti a seguire la strada indicata da Mattarella e sedersi al tavolo con M5S.

La questione del sito “Senza di me”

Il 27 aprile è stato creato un sito che classifica i componenti della direzione Pd sulla base delle opinioni espresse a proposito del confronto con il Movimento Cinque Stelle.

Il creatore del sito, Alberico De Luca dice di essere un elettore del Pd e di aver creato la piattaforma per garantire la “trasparenza” sulla questione.

Il sito ha scatenato una polemica all’interno del partito, e il 2 maggio il gestore ha rimosso i nomi.

“Leggo di un sito che classifica i componenti della nostra direzione PD sulla base delle opinioni espresse a proposito del confronto con il Movimento Cinque Stelle”, ha commentato Martina. “Siamo arrivati a questo? Voglio credere per tutti di no e mi aspetto che venga chiuso. C’è un limite che non andrebbe mai valicato”.

Ecco invece il commento di Franceschini in un tweet:

Perché è importante la direzione del Pd

Il Pd è uscito sconfitto dalle elezioni dello scorso 4 marzo. Per questa ragione, il segretario Matteo Renzi ha rassegnato le sue dimissioni, lasciando la guida del partito al reggente Maurizio Martina.

A quasi due mesi dal voto, le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Senato Alberti Casellati non hanno portato alla formazione di una maggioranza di governo.

Dopo la chiusura del dialogo con la Lega, M5S ha aperto al Pd. Il presidente della Camera Roberto Fico, dopo aver ricevuto un mandato esplorativo (qui cos’è un mandato esplorativo e come funziona) dal capo dello Stato, ha sentito i rappresentanti del Pd e ha informato Mattarella che il mandato ha avuto un esito positivo, con l’apertura del dialogo tra le due forze politiche.

Il presidente Mattarella sta quindi aspettando l’esito della direzione per decidere quali ulteriori passi adottare verso la formazione del governo.

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