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Home » News

Mafia e terrorismo, il ministro dell’Interno Marco Minniti intervistato stasera ad Atlantide su La7

Immagine di copertina
Credit: ELIANO IMPERATO

La puntata, intitolata "La coda del diavolo" va in onda alle ore 21.10 su La7

Qual è la situazione della sicurezza in Italia con l’allerta terrorismo? Che ruolo ha la mafia in questo quadro? A parlarne è il ministro dell’Interno Marco Minniti intervistato oggi in tv da Andrea Purgatori di Atlantide, in onda su La7.

Minniti in tv oggi

Marco Minniti, ministro dell’Interno dei governi Renzi e Gentiloni, viene intervistato da Andrea Purgatori ad Atlantide – Storie di Uomini e di Mondi nella puntata di oggi, 30 aprile, intitolata La coda del diavolo. La trasmissione va in onda alle ore 21.10 su La7.

Sui temi di lotta al terrorismo e alla mafia Minniti è ottimista, come anticipa il Corriere della sera.

“L’italia ha una grande forza che ha messo in campo nella lotta al terrorismo e alla mafia, un sistema paese che ha garantito sicurezza e libertà”, dice il ministro a Purgatori.

L’allarme terrorismo in Italia

Tra il 27 e il 28 marzo 2018 due persone vengono arrestate a Foggia e Torino con l’accusa di affiliazione all’Isis.

Il 26 aprile, un nuovo arresto viene compiuto a Napoli. Stavolta si tratta di un richiedente asilo del Gambia, affiliato all’Isis sospettato di voler commettere un attentato, travolgendo i passanti con un furgone.

In un’intervista rilasciata un mese fa a La Stampa, Minniti sottolineava che la minaccia della jihad in Italia non fosse mai stata così forte.

“Il quadro della minaccia di Isis rimane radicalmente immutato. Anzi, la caduta di Raqqa e Mosul, se da una parte fa venir meno l’elemento ‘territoriale’ del Califfato, dall’altro aumenta la pericolosità dell’altra componente, quella terroristica”, ha detto il ministro nell’intervista pubblicata il 28 marzo 2018.

Il ministro ha sottolineato che il sedicente “Stato islamico è stato capace di arruolare 25-30 mila foreign fighters da circa 100 Paesi diversi. La più importante legione straniera che la storia moderna ricordi. Molti sono morti, ma i sopravvissuti stanno cercando rifugio altrove. Anche qui in Europa”.

La lotta alla mafia

Di recente, la lotta alla mafia ha ottenuto due importanti risultati.

Lo scorso 19 aprile un’operazione antimafia ha sgominato la rete di collegamenti intorno al boss castelvetranese Matteo Messina Denaro e ha portato alla pubblicazione di alcune shockanti intercettazioni.

Il giorno successivo, il 20 aprile, la Corte di Assise di Palermo ha pronunciato la sentenza riguardo al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, emanando una serie di condanne nei confronti dei boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, ma anche nei confronti di Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia, Antonio Subranni e Mario Mori, ex vertici del Ros.

Di fronte alla domanda su come mai il nostro paese, a differenza di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Belgio, Germania, non sia ancora stato colpito da attentati legati all’Isis, esiste un’ipotesi che circola da anni, secondo cui sarebbe la mafia a “tutelarci” da eventuali attacchi terroristici.

Questa ipotesi è stata più volte smontata dall’intelligence italiana. Per i servizi segreti è assurdo basare la sicurezza nazionale sul fatto che mafia, camorra, ‘ndrangheta siano d’ostacolo ai terroristi (qui un’analisi sul perché finora in Italia non ci sono stati attentati terroristici).

Trapani: blitz contro la mafia, sgominata la rete di Messina Denaro

Trattativa Stato-mafia: dopo un processo durato 5 anni, arriva la sentenza. Ecco tutte le condanne

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