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Strage di Erba, la lettera della famiglia Castagna a Nove: “Fango su di noi, lavoro disonesto”

Immagine di copertina
La famiglia Castagna

La lettera scritta da Beppe Castagna "fratello, zio e figlio" di tre delle quattro vittime del delitto di Erba

Giovedì 19 aprile 2018 abbiamo pubblicato un articolo che ricostruiva le tesi presentate nel documentario del programma “Tutta la verità” andato in onda su Nove, di Discovery Italia, sulla strage di Erba.

Per completezza d’informazione, pubblichiamo la lettera scritta da Beppe Castagna – “fratello, zio e figlio” di tre delle quattro vittime del delitto di Erba – e indirizzata alla redazione del programma “Tutta la verità”.

“Buongiorno,
ci avete fatto passare un paio di giorni d’inferno, mio fratello non si è ancora del tutto ripreso, ma abbiamo la pelle dura e supereremo anche questo.

Ma veramente credete di aver fatto un buon lavoro ?

Avete spacciato per verità delle tesi innocentiste che non hanno mai avuto valore in nessuno dei gradi di giudizio.

Non contenti avete buttato fango su di noi… ma avete un’idea di quello che abbiamo vissuto e sopportato ? di quanto è stato difficile andare avanti ?

Ci avete messi alla gogna, insinuando dubbi e sospetti su di noi, utilizzando addirittura il nostro diniego ad una vostra intervista come rafforzativo.

Avete fatto ascoltare un’intercettazione di mio fratello, ulteriore rafforzativo per creare un mostro, ma guardate che anche dopo aver subito un lutto plurimo la vita continua, fra le lacrime si continua a mangiare, a sentire amici e magari a fare battute ciniche… P.S.: la risata era dell’amico.
Ma, non avete fatto ascoltare le intercettazioni di Azouz, tipo: “è il periodo più bello della mia vita” o: “mi pagano anche per fare sesso” o addirittura: “cosa me ne frega a me delle bare” …

Avete riportato solo e soltanto il materiale che vi è stato suggerito da Panza, Montolli e Schembri, tralasciando le montagne di materiale che certifica la colpevolezza dei coniugi Romano.

Avete montato in modo strumentale le interviste a Gabrielli e Gallorini.

Avete permesso a Montolli di dire una serie di inesattezze strumentali, come ad esempio il verbale che ci riguarda:

Verso le ore 22.00, non riuscendo ancora a contattare mia moglie, ho informato mio figlio Giuseppe che la mamma non era ancora rientrata. Mio figlio mi informava che aveva sentito una macchina e quindi mi diceva di controllare in quanto la mamma poteva essere in cortile o in giro per casa. Io facevo un controllo ed accertavo che la macchina arrivata era si quella di mia moglie, ma con un’altra persona sopra,
tralasciando quello che c’era dopo la virgola:
in quanto come detto, mia moglie aveva preso la mia LANCIA K e non la sua. L’utilizzo della mia infatti avveniva da una settimana, in quanto la sua la utilizzava mio figlio che a sua volta aveva la sua in auto officina.

Vorrei tralasciare tutto il discorso della Panda perché è veramente ridicolo… quel fenomeno di Candian l’ha “trovata” non grazie al suo fiuto, ma perché lo dissi al direttore Brindani, durante uno scambio di messaggi e poco dopo l’investigatore arrivò dalle suore.
Perché l’abbiamo regalata così frettolosamente ? Perché mio padre stava male nel vederla parcheggiata in cortile, solo per questo…

Non avete detto che Chencoum, il tunisino, egiziano o marocchino che ha detto di aver visto mio fratello con un cappello mentre parlava in arabo con due tunisini, solo questo dovrebbe far capire tanto, era un tossico cliente fisso della famiglia Marzouk, bastava andare a leggere i giornali di quel periodo per capire l’odio che i Marzouk nutrivano nei nostri confronti, bastava ascoltare le loro intercettazioni agli atti per capire che loro vivevano la strage come un ostacolo ai loro traffici e si sentivano il fiato sul collo, quindi avevano bisogno di qualcuno che indicasse altri, inoltre nel secondo grado a Milano venne letta una lettera di un compagno di cella del Chencoum che raccontava le ammissioni di falsa testimonianza…

Non avete riportato le intercettazioni dei due assassini che raccontano un’altra storia rispetto alla vostra:
“guarda che non sono cattivi .. No, no no … no veramente io ho trovato delle brave persone … Infatti anche io non sapevo come comportarmi perché non sapeva come finiva, Poi quello che c’ era li mi ha spiegato tutto e allora … Forse stiamo meglio adesso … DOPO AVER FATTO QUELLO CHE ABBIAMO FATTO.” –

Non avete parlato del colloquio di Olindo con Picozzi, il video è ben custodito dalla difesa ma il testo è questo:
«Mi ricordo che abbiamo anche pensato: avremo rimorsi. E invece non ne ho neanche uno. Ecco tutto. E siccome l’abbiamo fatto insieme io dico che ci devono mettere insieme. Dividerci no. Non è giusto». «Così, appena entrato nella casa gli ho dato una stangata secca. Madre, idem. Mia moglie è andata di là e ha sgozzato il bambino. Poi abbiamo dato fuoco e poi abbiamo chiuso la porta per non danneggiare il resto della casa. A quel punto ho visto la signora Valeria con il cagnolino. Siamo rientrati nel soggiorno ma non si poteva più respirare. Abbiamo aspettato qualche minuto. Quando siamo usciti ce li siamo ritrovati davanti. Io l’unica cosa che mi ricordo è che sono saltato addosso a lui. Poi basta, siamo scesi in lavanderia e ci siamo cambiati. Io non avevo tutto il sangue che dicono, un po’ in faccia, un po’ sui pantaloni. E poi belli tranquilli a Como. Dove ci siamo guardati le nostre vetrine. Ci siamo mangiati uno spuntino e siamo tornati. Tranquilli che erano morti tutti. Invece appena arrivati sentiamo che il Frigerio non è morto. Allora ci siamo detti: speriamo che muoia anche questo. Non che dobbiamo per forza pregare, però insomma speriamo che muore anche lui. Invece non è morto. Io dico che se lui moriva noi la facevamo franca, perché non c’erano tante cose contro di noi. Sapevamo che dovevamo stare tranquilli e soprattutto che dovevamo stare attenti con Gallorini. Siamo stati interrogati una sola volta, poi basta. Per un mese si stava bene, andavamo a dormire alle nove, eravamo tornati a fare una vita normale»

Non avete parlato dei “pizzini” di Olindo sulla sua Bibbia, ulteriore confessione scritta:
“Oggi a colloquio con Rosa mi ha raccontato che sono alcune notti che vede Raffaella davanti alla branda come quella sera col sangue che le scende sul volto ed i colpi che gli ho inferto quando la uccidemmo ” – “accogli nel tuo regno il piccolo Youssef, la sua mamma Raffaella, sua nonna Paola e Cherubini Valeria a cui noi abbiamo tolto la vita ..” – “i Frigerio dovevano farsi i cazzi suoi” …
Fino a quando conoscono i nuovi difensori e sulla Bibbia di Olindo qualcosa cambia (26/7/2007):
“mi hanno chiesto di dare una logica alle coltellate che nella confessione ho detto di avere dato alla Valeria in testa …” – “SEMINARE DUBBI, INCERTEZZE, CAOS nella stampa che ci è contro ed agli imbecilli colpevolisti”
dopo l ‘udienza preliminare dell’ ottobre 2007:
“i nostri legali hanno presentato le loro istanze di annullamento per le nostre confessioni precedenti. Il giudice ha preso nota e si è ritirato per deliberare. DOPO TRE ORE HA ACCOLTO L’ ANNULLAMENTO DELLE NOSTRE CONFESSIONI PER VIZIO DI FORMA….. ABBIAMO PRESO TUTTI IN CONTROPIEDE, NON SI ASPETTAVANO UNA STRATEGIA COSI’ SEMPLICE”

Non avete parlato del movente, anzi dei moventi che i due coniugi avevano, non ultimo la comparsa davanti al giudice 2 giorni dopo per una denuncia di lesioni che mia sorella aveva loro fatto.

Non avete parlato di un sacco di cose, ma solo di quello che vi hanno dettato…

Avrei delle domande da porvi, visto che dovreste esservi documentati:

secondo le tesi difensive gli assassini si trovavano già all’ interno dell’ appartamento all’ arrivo delle loro vittime.
Come mai le vittime hanno comunque il tempo per:
mia mamma maneggiare un accendino, cercando di fare luce, prendere un cartone del latte dal frigorifero e appoggiarlo sul piano della cucina, togliere berretto e piumino al piccolo, mia sorella togliersi berretto, appoggiarlo sul cassettone dietro al divano vicino a quello di Jouseff togliersi le scarpe e infilare le ciabatte, prima di riuscire per riaccendere il contatore ?

secondo le tesi difensive la signora Valeria ricevette il colpo di grazia all’ interno del suo appartamento.
-Come mai la signora Valeria dopo essere stata assalita sul pianerottolo insieme a suo marito, non scappa nel suo appartamento ma lo raggiunge lentamente, come se ne deduce dalla forma dalle macchie di sangue sui gradini e dalle impronde delle sue mani sul muro ?
-come mai gli assalitori le danno anche il tempo di togliersi il giubbotto ?
-come mai viene trovata inginocchiata sotto all’ abbaino, davanti la sua finestra con il volto rivolto al pavimento appoggiato alle sue mani, come se cercasse di respirare l’ aria più pulita, che come tutti sanno, durante un incendio si trova proprio in basso ?

secondo le tesi difensive gli assassini scapparono dal terrazzo di Raffaella.
-Come mai non vengono trovate tracce sul parapetto e sul canale pluviale dello stesso ?
-Gli inquirenti dicono di aver cercato tracce ematiche anche li, se così non fosse, come mai gli avvocati difensori, con l’ aiuto dei loro consulenti, Candian e Bruzzone, non le hanno cercate anche loro, vista l’ importanza per loro di dimostrare quella via di fuga ?
-Come mai la grossa pianta di Olia Fragrans nel vaso montato su ruote che occupava tutto lo spazio davanti al parapetto non risulta essere stata spostata o danneggiata ?
-Come mai la maniglia interna del portoncino di ingresso della palazzina viene trovata imbrattata di sangue con impronte lasciate da guanti del tutto simili a quelli che Olindo ha detto di aver utilizzato ?

secondo le tesi difensive vengono trovate all’ interno dell’ appartamento di Raffaella delle impronte digitali e palmari su un muro e all’ interno dell’ appartamento Frigerio un’ impronta di scarpa che non appartengono ne ai Romano ne a nessuno dei soccorritori
-come fanno a dire che non appartengono a nessuno dei soccorritori se le uniche impronte prese dagli inquirenti furono quelle dei Romano e del primo soccorritore Bartesaghi, tralasciando le decine di altre persone che andarono e venirono dalla scena del crimine quella sera e i giorni successivi, fra pompieri, medici legali, carabinieri, Ris e personale del 118 ?

come fa Olindo a confessare di aver dato delle pugnalate con il suo coltellino a scatto sulla testa di Valeria, ferite di cui il medico legale non si era accorto e che quindi non erano a conoscenza degli inquirenti, ma confermate, autogol, dal perito di parte durante il processo ?

Potrei continuare elencando quello che non avete detto, ma in fondo la cosa più grave è che non avete fatto il vostro lavoro, anzi, l’avete fatto, a mio parere, in modo disonesto.

Beppe Castagna, figlio, fratello e zio.”

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