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Terremoto nelle Marche | Ultimi aggiornamenti | Diretta

Immagine di copertina
Macerata. Credit: AFP PHOTO / TIZIANA FABI

Una scossa di magnitudo 4.6 è stata registrata alle 05.11 di martedì 10 aprile: crollato campanile a Muccia, non ci sono feriti

Terremoto Macerata (Marche) | Ultimi aggiornamenti | News in tempo reale

Una scossa di terremoto di magnitudo 4.6 ha colpito la provincia di Macerata, nelle Marche, nelle prime ore di martedì 10 aprile 2018.

La scossa è stata registrata dall’Isituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) alle ore 05.11 con epicentro a 2 chilometri dal comune di Muccia, a circa 9 chilometri di profondità.

La scossa era stata inizialmente classificata con magnitudo 4.7: il dato è stato poi corretto a 4.6.

Tanta la paura tra i residenti. Non ci sono feriti, ma i sindaci di alcuni dei comuni coinvolti fin da subito hanno parlato di “danni notevoli”. Qui le dichiarazioni del sindaco di Muccia.

A Muccia è crollato il campanile della chiesa di Santa Maria di Varano, risalente al Seicento. Il sindaco di Pieve Torina ha disposto la chiusura delle scuole.

Il sisma è stato avvertito in un ampio raggio nelle Marche, ma anche in Umbria e parte del Lazio e della Toscana.

Dopo la scossa delle 05.11 si sono registrate una ventina di scosse d’assestamento, avvertite in particolare a Muccia e Pieve Torina, fino a 3.5 di magnitudo.

Alle 06.40 l’Ingv ha registrato una scossa di magnitudo 3.3 a Ocre, in provincia de L’Aquila, dove nei giorni scorsi è stato celebrato il nono anniversario del terremoto del 2009.

A Pieve Torina in mattinata si è tenuto un vertice con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, e i sindaci dei comuni interessati dalla forte scossa per una verifica diretta della situazione.

Al tavolo hanno partecipato il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile Angelo Borrelli, il commissario straordinario per la ricostruzione, Paola De Micheli, il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, e i sindaci dell’area.

I danni

I danni maggiori si sono registrati nei comuni di Muccia e Pieve Torina, centri già gravemente colpiti dal sisma del 2016.

A Muccia, dove oltre la metà degli abitanti è sistemata in soluzioni abitative d’emergenza, è crollato il campanile della chiesa di Santa Maria di Varano, risalente al Seicento.

“La situazione delle abitazioni già danneggiate si è aggravata ulteriormente, poi abbiamo avuto danni ai serbatoi dell’acqua che si sono spaccati con le scosse”, ha raccontato a TPI il sindaco di Muccia, Mario Baroni.

Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, ha disposto la chiusura delle scuole. Sei famiglie residenti nel comune sono state sfollate: abitavano in edifici per i quali non erano stati rilevati danni in seguito al terremoto dell’ottobre 2016 tali da determinare già allora l’abbandono delle case.

Con la forte scossa del 10 aprile si sono invece avuti danni che hanno indotto le autorità locali e la Protezione civile a disporre l’evacuazione dagli immobili. I tecnici procederanno a controlli più approfonditi per verificare la stabilità delle strutture murarie e quindi decidere se autorizzare o meno il rientro.

A Camerino, altro centro già gravemente colpito dal terremoto del 2016, l’ufficio tecnico del comune ha ricevuto una trentina di richieste di sopralluoghi da parte dei cittadini, per verificare se la forte scossa di questa mattina abbia lesionato le proprie abitazioni.

Non sono stati riscontrati ulteriori danni a nessun edificio pubblico e le scuole sono rimaste aperte. La Polizia municipale ha effettuato un giro di ricognizione all’interno della zona rossa della città, ma non si sono evidenziati danni ulteriori.

“Soprattutto alla luce di questi nuovi eventi sismici, torna prepotente la necessità di rivedere il cratere e dividerlo in fasce in base al livello del danno: qualsiasi discorso deve essere affrontato alla luce di un provvedimento che miri a considerare i reali bisogni dei comuni. Non possiamo essere trattati tutti allo stesso modo e le scosse di oggi ce lo dimostrano ancora una volta”, ha dichiarato il sindaco, Gianluca Pasqui.

Terremoto Macerata Marche
L’epicentro del terremoto

La stessa sequenza sismica del 2016

L’Ingv sottolinea che il terremoto ha riguardato l’area “della sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016 con l’evento di magnitudo 6.0  avvenuto nei pressi di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, e culminato con l’evento sismico del 30 ottobre 2016 di magnitudo 6.5”.

L’istituto nazionale di geofisica sottolinea che “nei primi di marzo 2018 la sismicità è aumentata superando in un caso i 100 eventi al giorno e anche in questi primi giorni di aprile ha superato i 140 eventi al giorno”.

“Questo aumento di sismicità è prevalentemente concentrato proprio nel settore più settentrionale del sistema di faglie attivato nel 2016, vicino ai comuni di Muccia, Pieve Torina, Pievebovigliana, in provincia di Macerata. L’evento odierno rappresenta, quindi, un incremento di energia rilasciata rispetto agli ultimi due mesi di sequenza”, afferma l’Ingv.

Il Governo

Il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha attivato l’unità di crisi per la verifica dei danni e la messa in sicurezza del patrimonio culturale eventualmente danneggiato. Lo ha reso noto il segretario Generale del ministero, Carla di Francesco che sottolinea come “il personale del sia già in loco in stretto contatto con il comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco”.

“Ancora scosse, danni, paura. La Protezione civile impegnata sul posto con i sindaci e le popolazioni colpite”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Le parole del commissario per la ricostruzione

Paola De Micheli, commissario straordinario per la ricostruzione nelle zone terremotate, ha confermato che ci sono danni e ha invitato le popolazioni delle zone colpite dal sisma a non mollare.

“Ho sentito stamattina verso le 5 i sindaci, stanno facendo le verifiche. Ci sono dei danni, la scossa è stata forte e si è sentita molto più di altre di pari grado di qualche tempo fa. Le zone più pericolose sono state perimetrate, abbiamo edifici che sono già stati messi in sicurezza”, ha detto De Micheli a Radio Capital.

“Gli edifici nuovi, come le scuole, non hanno subito danni, almeno a una prima verifica. Per sicurezza, però, è stato chiuso tutto. Adesso incontreremo i sindaci coinvolti con il capo della Protezione Civile per organizzare i primi interventi, visto che abbiamo la necessità di ri-verificare tutti gli immobili che avevano danni lievi o non avevano danni. Dobbiamo ricominciare tutte le verifiche”, ha spiegato il commissario.

“Era stata accelerata molto la ricostruzione pubblica, stavano partendo le gare”, ha dichiarato De Micheli. “Noi continueremo. La mia preoccupazione è che sulla ricostruzione privata possa passare la voglia”.

“Lo Stato ricostruisce le case private se c’è un’espressa volontà e una richiesta del cittadino, ma, se si diffonde la paura e la sfiducia che già in parte per varie ragioni c’era prima, è del tutto evidente che questo percorso si rallenta ulteriormente, nonostante le procedure semplificate. Sono molto preoccupata”, ha sottolineato il commissario per la ricostruzione.

“Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 30 di agosto, e credo che non appena ci sarà un nuovo governo sarà possibile prorogarlo ancora”, ha detto ancora De Micheli.

“Casette? Abbiamo dovuto trovare aree idonee e quello che sta succedendo oggi dimostra che la prudenza che ci abbiamo messo è stata corretta. Quella zona non ha solo il massimo del rischio sismico, ma anche il massimo del rischio idrogeologico e idraulico, per questo abbiamo individuato aree che non corressero rischi di allagamenti, visto che andavamo verso l’inverno”, ha osservato il commissario.

“Questo ha ritardato gli insediamenti, ma credo che sia stato un ritardo di prudenza giusta. E con il senno di poi, oggi dico che è stato giusto così. Sulla ricostruzione, abbiamo rilevato in alcune ordinanze delle complicazioni oggettive, quindi abbiamo fatto un’ordinanza unica sulla ricostruzione privata, uscita ai primi di gennaio, che cominciava a dare risultati positivi, ma continuavamo, e continueremo, purtroppo, a rilevare che ci sono poche domande, anche se nell’ordinanza abbiamo risolto anche il problema di anticipi finanziari”.

“Alle persone sfiduciate dico che stiamo creando le condizioni per una ricostruzione sicura. Non possiamo fermare il terremoto, ma possiamo garantire la ricostruzione con tutte le tecnologie possibili. Oltre al fatto che paghiamo tutto, cosa che la legge prevede già, dobbiamo mettere dentro un di più di tecnologie super avanzate per dare la certezza che le case siano sicure”.

“Si parla tanto di burocrazia, ma noi i controlli li dobbiamo fare. Vero, ci mettiamo più tempo, ma dobbiamo avere la certezza il tetto che quando mettiamo un tetto sopra una testa, quel tetto sia fatto come si deve”, ha concluso De Micheli.

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