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Home » News

Un blog che mostrava come diventare anoressiche è stato chiuso dalla polizia

Immagine di copertina
Un'adolescente guarda il profilo Instagram di una ragazza che mostra i suoi progressi per sconfiggere l'anoressia. Credit: Monika Skolimowska/dpa

L'indagine è partita dalla denuncia della madre di un'adolescente di Ivrea. L'amministratrice del sito è stata denunciata per istigazione al suicidio e lesioni gravissime

La polizia di Ivrea ha oscurato un blog che istigava gli adolescenti all’anoressia, mediante l’induzione a seguire diete o ad effettuare terapie che portano allo sviluppo di questo disturbo alimentare. L’amministratrice del sito, una 19enne residente a Porto Recanati, nelle Marche, è stata denunciata per istigazione al suicidio e lesioni gravissime.

S&D

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L’indagine della polizia è partita a dicembre 2016 dopo la denuncia della madre di una quindicenne di Ivrea, che leggeva assiduamente il blog e che aveva sviluppato un disturbo alimentare che le provocava una costante perdita di peso, al punto da essere stata costretta ad affidarsi alle cure di uno psicologo.

Leggi anche: Come mi sono ridotta a pesare 37 chili, divorata dall’anoressia

Secondo quanto riporta Repubblica, gli investigatori si sono finti adolescenti in cerca di un sistema per dimagrire. Così sono riusciti a risalire all’amministratrice del blog e hanno scoperto che centinaia di ragazzine le si rivolgevano per trovare consigli su come iniziare una nuova dieta o perdere peso più in fretta. La ragazza è solo una delle autrici del blog,

“Non tocco carboidrati, ieri ho buttato via tutta la pasta che avevo nel piatto anche se avevo fame. Se mangio un mandarino sbaglio?” Questa è una delle domande che le giovani frequentatrici del blog rivolgevano alle autrici, che le incitavano a mangiare sempre meno e a perdere peso fino a rischiare la morte.

In Italia si stima che esistano 300mila siti riconducibili al cosiddetto fenomeno “pro anoressia”. Ma per scambiarsi consigli e imparare trucchi, le ragazze utilizzano sempre di più anche canali come Whatsapp e Facebook, più difficilmente controllabili da parte della polizia postale.

Leggi anche: Rinascere dopo l’anoressia

Leggi anche: Imparare a distinguere l’anoressia dalla bulimia

Leggi anche: Viaggio nell’anoressia di una ventenne

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