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La squadra che paga un milione di euro per non far tirare i rigori a un suo giocatore

Immagine di copertina

Edinson Cavani non ci sta. Niente soldi, i rigori li vuole tirare ancora lui. Neymar se ne faccia una ragione. Secondo i media francese, l’attaccante del Paris Saint Germain avrebbe rifiutato l’offerta di un milione di euro avanzata da Al Khelaifi, presidente del club parigino, per fare un passo indietro in occasione dei calci di rigore.

Proposta arrivata per cercare di far rientrare il caso esploso dopo l’ormai famoso litigio tra l’uruguaiano e il brasiliano durante la partita contro il Lione dello scorso 17 settembre.

Una reazione d’orgoglio per l’ex Napoli che vorrebbe tenere il punto nei confronti dell’ultimo arrivato. A complicare il tutto l’importanza tecnica ma sopratutto economica dell’“avversario”. Quel Neymar pagato in estate dal PSG 222 milioni di euro. Cifra record versata al Barcellona che ha generato più di qualche malumore nell’UEFA, viste le regole del Financial Fair Play.

Tanto rumore per nulla? No, affatto. Il litigio, ripreso dalle tv di tutto il mondo, sarebbe soltanto la punta dell’iceberg di un problema ben più grosso. Secondo i media spagnoli e francesi, il brasiliano (con 3.069.520 euro al mese al secondo posto della classifica dei giocatori più pagati al mondo guidata da Tevez) sarebbe a rischio rigetto da parte dello spogliatoio parigino. Non solo per invidie economiche, ma anche per il suo atteggiamento da prima donna che sarebbe definitivamente esploso in occasione del litigio con Cavani. “Due bambini viziati”, li avrebbe definiti Thiago Motta dopo la gara.

A testimoniare il clima di tensione gli episodi che hanno seguito lo scontro pubblico. Prima Neymar ha smesso di seguire il compagno di squadra sui social. Poi il mancato chiarimento nel corso di una cena organizzata giovedì scorso da Dani Alves (dato per molto vicino al connazionale) per riappacificare gli animi. “Un funerale”, l’efficace descrizione della serata fornita da El Pais. Cena a cui è seguita l’auto-esclusione di Neymar nell’ultimo weekend per la gara contro il Montpellier (finita 0-0) e il compleanno del capitano Thiago Silva.

Il difensore, che pure aveva assunto negli ultimi giorni il ruolo di pacificatore, non avrebbe infatti invitato alla festa Cavani, assente nella foto di gruppo pubblicata su Instagram da Mbappé. Possibile però che sia stato lo stesso uruguaiano a rifiutare la ‘convocazione’. Insomma, c’è maretta a Parigi e non solo per colpa dei giocatori.

Secondo la stampa francese, a preparare il terreno dello scontro sarebbe stato involontariamente lo stesso Paris Saint Germain. Al momento dell’arrivo dell’ex stella del Barcellona, per rientrare nei parametri finanziari, il PSG avrebbe provato a liquidare diversi elementi della rosa: Di Maria, Pastore, Thiago Silva, Matuidi, Aurier, Lucas Moura, Draxler e Ben Arfa. Molti di questi, considerati dei veterani all’interno della squadra, non avrebbero affatto gradito la mossa del club e quindi creato un clima ostile nei confronti di Neymar.

Ad accentuare il tutto la successiva cessione di Matuidi alla Juventus che avrebbe portato diversi membri del gruppo ad eleggere Cavani come leader del partito degli indignati. Fazione che giorno dopo giorno raccoglie sempre più adesioni.

Un bel pasticcio a cui porre rimedio prima che lo spogliatoio esploda definitivamente. Come? Senza soldi, quelli non danno la felicità. Ma sopratutto non tolgono la voglia di calciare un rigore.

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