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Il fratello di Pablo Escobar chiede a Netflix un risarcimento di 1 miliardo di dollari per la serie tv Narcos

Immagine di copertina
L'attore brasiliano Wagner Moura interpreta il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar nella serie tv Narcos, in onda su Netflix.

Roberto De Jesus Escobar Gaviria, fratello del narcotrafficante colombiano ucciso nel 1993, ha anche consigliato alla produzione di rafforzare le misure di sicurezza per la troupe

Netflix, l’azienda operante nella distribuzione di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento via internet, è stata minacciata dal fratello di Pablo Escobar per aver utilizzato, nella serie “Narcos”, il nome e l’immagine del narcotrafficante colombiano senza autorizzazione da parte della famiglia.

L’uomo non si è limitato a minacciare di intentare un’azione legale nei confronti di Netflix, ma ha anche minacciato la produzione.

La minacce del fratello di Escobar

Il 71enne Roberto De Jesus Escobar Gaviria, soprannominato El Osito letteralmente “l’Orso”, è il fratello maggiore di Pablo Escobar.

Il fratello del narcotrafficante colombiano ha chiesto all’azienda statunitense un risarcimento di un miliardo di dollari. A questo proposito Escobar aveva inviato una lettera a Netflix già il 1 luglio del 2016.

Secondo il fratello del narcotrafficante, l’azienda ha rifiutato di pagare alcunché e avrebbe addirittura risposto alla missiva con alcune minacce. “Netflix ha paura”, ha detto Escobar alla rivista statunitense The Hollywood Reporter.

“Stiamo negoziando con l’azienda tramite lo studio Browne George Ross LLP per ottenere un miliardo di dollari”, ha confermato il fratello del narcotrafficante nella sua intervista. “Se non li riceveremo, faremo chiudere il loro piccolo show”.

Roberto Escobar è un esperto amministratore, secondo l’Hollywood Reporter infatti, ha guidato l’impero economico creato da suo fratello Pablo negli anni Ottanta. In Colombia, l’uomo era conosciuto come “il capo dei sicari” del Cartello di Medellin, l’organizzazione criminale capeggiata dal narcotrafficante.

Pablo Escobar fu ucciso in un raid della polizia il 2 dicembre del 1993, dopo essere evaso dalla prigione di minima sicurezza nota come La Catedral insieme a suo fratello nel 1992. Roberto Escobar si arrese alla polizia in un’altra occasione.

Il 18 dicembre del 1993, mentre era già in carcere, Roberto Escobar fu poi oggetto di un attentato: una lettera bomba lo rese infatti parzialmente cieco e sordo. Il fratello di Pablo Escobar è stato rilasciato nel 2003.

Nel 2014, l’uomo ha fondato la “Escobar Inc.”, una compagnia che cura gli interessi economici della famiglia del narcotrafficante colombiano ucciso nel 1993. Allo stesso modo, Roberto Escobar, tramite la sua azienda si è registrato in California come “successore negli interessi” del fratello.

Questa definizione legale statunitense permette alla “Escobar Inc.” di rilevare e curare gli interessi legali e finanziari di Pablo Escobar, come fosse un suo erede diretto.

Roberto Escobar ha anche minacciato la produzione della serie Narcos consigliandodi rafforzare le misure di sicurezza per la troupe. “Non voglio che Netflix o altre case di produzione vengano a Medellin o in Colombia per registrare film incentrati sulla storia mia o di mio fratello senza il permesso della Escobar Inc.”, ha detto Escobar all’Hollywood Reporter.

“È molto pericoloso, soprattutto senza la nostra benedizione” ha aggiunto l’uomo. “Questo è il mio paese”. Escobar ha anche consigliato alla produzione di assumere dei sicari come guardie di sicurezza.

Alla domanda del giornalista dell’Hollywood Reporter, Seth Abramovitch, riguardo le misure di sicurezza consigliate da Escobar, il 71enne ha risposto ricordando un episodio del suo passato criminale.

“Un giorno stavo camminando nella giungla, avevo con me una borsa con due milioni di dollari in pezzi da 100” ha detto Escobar. “L’esercito stava cercando me e Pablo, all’improvviso ci hanno sparato addosso”.

“Io e mio fratello, accompagnati da alcuni uomini della sicurezza, abbiamo cominciato a correre verso un canale, ci siamo tuffati e abbiamo scampato la fuga, nuotando”. Escobar sostiene di aver fatto tutto questo senza l’uso di armi da fuoco.

“Se sei intelligente, non hai bisogno di armi, se non lo sei, sì”, ha detto Escobar. “In questo caso, Netflix dovrebbe assumere dei sicari per garantire la sicurezza dei propri dipendenti”.

L’omicidio di un membro della produzione

Le minacce di Escobar sono solo l’ultimo episodio inquietante che ha coinvolto l’azienda statunitense negli ultimi mesi. Infatti, soltanto due settimane fa, Carlos Muñoz Portal, un assistente di produzione della serie Narcos di 37 anni, è stato ucciso in Messico mentre ispezionava alcune località per girare degli episodi.

Il corpo di Portal è stato trovato nella sua auto in una zona rurale nella città di Temascalapa, nello stato del Messico, uno dei più violenti del paese. La morte è avvenuta lunedì 4 settembre ma è stata resa nota solo il 16 settembre.

Il veicolo su cui viaggiava l’uomo è stato colpito da diversi proiettili. Al momento le indagini sull’omicidio Portal sono ancora in corso.

La serie tv Narcos

Da quando ha debuttato su Netflix il 28 agosto 2015, la serie tv Narcos è diventata rapidamente una delle più seguite e apprezzate in circolazione, facendo sì che milioni di persone nel mondo si interessassero alla storia del boss colombiano della droga Pablo Escobar.

Nelle due stagioni andate in onda fino ad ora, gli spettatori hanno quindi seguito l’ascesa del narcotrafficante dai primi anni Ottanta ai primi anni Novanta, quando i suoi affari legati alla cocaina gli permisero di essere annoverato tra gli uomini più ricchi del mondo.

Il 14 luglio Netflix ha diffuso il teaser trailer della terza stagione, che come prevedibile per chi abbia visto le prime due stagioni fino alla fine, vedrà dei notevoli cambiamenti rispetto al passato.

Questo il trailer, da guardare rigorosamente solo se si è in pari con il resto degli episodi:

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