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La Corea del Nord ha lanciato un altro missile che ha sorvolato il Giappone

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Si tratta de quindicesimo test balistico nordcoreano dall'inizio del 2017. Il missile ha percorso un raggio di 3.700 chilometri e si è schiantato a 2mila chilometri a est dall'isola di Hokkaido

La Corea del Nord ha lanciato un missile non identificato dall’aeroporto di Pyongyang, capitale del paese. Lo riferiscono fonti militari sudcoreane riportate dall’agenzia di stato Yonhap.

S&D

Il test è arrivato al mattino del 15 settembre, alle 6.57 ora locale, e fa seguito alle minacce diffuse appena ieri da un portavoce dell’organo che si occupa della propaganda del regime retto da Kim Jong-un: la Corea del Nord aveva detto di voler “affondare il Giappone e “ridurre gli Stati Uniti alla cenere”. Seppur propaganda, questo test missilistico sembra confermare tale direzione.

L’emittente di stato giapponese NHK ha riferito che il missile ha sorvolato il Giappone, nello specifico l’isola settentrionale di Hokkaido, per 3.700 chilometri di tragitto e 770 chilometri d’altezza, per poi schiantarsi nell’oceano Pacifico a circa 2mila chilometri a est da capo Arakura, sull’isola di Hokkaido. Il governo ha riferito che i resti del missile non costituiscono un pericolo per i cittadini e le imbarcazioni.

La presidenza della Corea del Sud ha immediatamente convocato un consiglio di sicurezza urgente, mentre il primo ministro giapponese ha annunciato: “non tollereremo più”.

“Il Nord American Aerospace Defence Comand (Norad) ha stabilito che questo missile balistico non rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti”, si legge nella nota del Comando statunitense del Pacifico. “Questo missile balistico non rappresenta una minaccia per l’isola americana di Guam”, precisano dal Pentagono.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha indetto una riunione d’emergenza. Le consultazioni si svolgeranno a porte chiuse e avranno luogo alle 15.00 (ora di New York) su richiesta degli Stati Uniti e del Giappone, rende noto l’Onu.

Era già successo lo scorso 29 agosto che un missile della Corea del Nord sorvolasse il Giappone.

Lunedì 11 settembre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità  una risoluzione che impone nuove sanzioni economiche alla Corea del Nord dopo il suo ultimo test nucleare.

La risoluzione approvata, originariamente proposta dagli Stati Uniti, prevede in particolare:

  • la restrizione delle importazioni petrolifere da parte di Pyongyang, il cui principale fornitore è la Cina
  • il divieto di esportazioni tessili da parte del paese asiatico, per un valore complessivo di oltre 700milioni di dollari all’anno
  • una serie di provvedimenti al fine di limitare la possibilità dei cittadini nordcoreani di lavorare all’estero

Il leader nordcoreano Kim Jong-Un ha risposto di voler utilizzare armi nucleari del suo arsenale per “affondare” il Giappone e ridurre “alle ceneri e all’oscurità” gli Stati Uniti, colpevoli di aver sostenuto le sanzioni contenute nella nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro Pyongyang.

Le tensioni tra Corea del Nord da un lato, e Giappone e Stati Uniti dall’altro, sono aumentate notevolmente dal 3 settembre, ovvero quando Pyongyang aveva invece testato una bomba all’idrogeno.

Nell’ultimo mese, in particolare, Pyongyang ha minacciato di colpire il territorio statunitense di Guam, un’isola del Pacifico che ospita basi militari di Washington.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump gli aveva risposto che Pyongyang affronterà “fuoco e furia mai visti” se avesse minacciato ancora gli Stati Uniti. (Ma cosa intendeva davvero con quel “fuoco e furia”?).

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