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Home » Esteri

Nel covo dei terroristi di Barcellona sono stati ritrovati documenti dell’Isis

Immagine di copertina
Credit: Reuters

Continuano le indagini delle autorità spagnole sulla cellula responsabile degli attentati in Catalogna che hanno ucciso 15 persone e causato oltre 150 feriti

All’interno del covo dei terroristi della cellula che ha pianificato gli attentati di Barcellona e Cambrils è stato recuperato un documento che inneggia al sedicente Stato Islamico e dedicato ai miliziani di al-Baghdadi in Spagna.

Le indagini intanto vanno avanti, anche grazie alle rivelazioni degli arrestati, che stanno aiutando gli inquirenti a ricostruire gli eventi che hanno portato agli attentati in Catalogna.

Mohamed Houli Chemlal infatti, uno dei quattro terroristi arrestati, aveva già rivelato ai giudici spagnoli che il piano iniziale degli attentatori era organizzare un attacco più violento rispetto a quello della Rambla. Qui il 17 agosto un furgone aveva infatti investito la folla, uccidendo 14 persone.

L’uomo aveva così confermato quanto era già stato anticipato dalla polizia. Nell’appartamento di Alcanar, esploso tra il 16 e il 17 agosto e considerata la base della cellula terroristica, erano state trovate 120 bombole di gas che sarebbero state utilizzate dal gruppo per far esplodere i furgoni a Barcellona, nella Rambla e davanti alla Sagrada Familia.

Alle 23:37 di mercoledì 16 agosto, in una palazzina di Montecarlo de Alcanar Platja, nel comune di Montsià, a 200 chilometri da Barcellona, era avvenuta un’esplosione in cui morirono due uomini e altre sette persone furono ferite.

Inizialmente le autorità spagnole non avevano riconosciuto l’accaduto come parte di un più ampio quadro che coinvolgeva il terrorismo internazionale. Soltanto in seguito all’attacco avvenuto sulle Ramblas di Barcellona la polizia catalana aveva confermato un collegamento tra i due fatti.

In più oltre alle bombole di gas, nella cantina della palazzina, erano state rintracciate anche prove della presenza di un elemento chimico esplosivo, il TTAP, la cosiddetta “madre di Satana”, già utilizzato in altri attentati come quelli di Parigi, Manchester e Bruxelles.

Tra le due vittime dell’esplosione era poi stato ritrovato anche il corpo di Abdelbaki Es Satty, l’imam locale della città catalana di Ripoll, che, secondo due degli arrestati, era stato l’ideatore del piano.

Secondo gli imputati poi, Es Satty aveva intenzione di farsi esplodere proprio di fronte alla basilica cattolica progettata da Antoni Gaudì.

Dei finora quattordici accusati di far parte della cellula che ha operato in Spagna, cinque sono stati già uccisi dalla polizia nella sparatoria di Cambrils, due – tra cui Es Satty – sono morti nell’esplosione avvenuta nel covo di Alcanar, durante la preparazione degli ordigni.

Younes Abouyaaqoub, marocchino di 22 anni e principale sospettato di aver guidato il veicolo contro la folla, è stato invece ucciso dalla polizia il 21 agosto a Subirats. Quattro persone sono poi già state arrestate.

Tra questi ci sono proprio Chemlal, che è sopravvissuto all’esplosione di Alcanar, Driss Oukabir, che inizialmente si era volontariamente consegnato alla polizia catalana affermando che gli erano stati sottratti i documenti e che poi ha confessato di aver noleggiato il Fiat Toledo usato per l’attacco sulle Ramblas e Salah El Karib, gestore di un internet point a Ripoll, la città dove risiedeva l’imam Es Satty.

Un quarto accusato, Mohamed Aallaa, di 27 anni, arrestato proprio a Ripoll, è stato rilasciato in quanto riconosciuto essere solo il titolare dell’Audi A3 nera usata nell’attacco di Cambrils e guidata dal fratello 19enne, Said Aallaa, ucciso dalla polizia insieme ad altri quattro terroristi nella notte tra il 17 e il 18 agosto.

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