Sono iniziati oggi, a quasi un anno dal referendum che sancì la volontà dei cittadini britannici di uscire dal Regno Unito, i negoziati per la Brexit. Si terranno a Berlaymont, la casa della Commissione europea di Bruxelles.
Dopo la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, avvenuta lo scorso 29 marzo, e dopo i risultati elettorali non certo entusiasmanti per Theresa May, la premier è pronta alle trattative storiche.
Il clima non è dei più tranquilli. Il negoziatore dell’Ue è il francese Michel Barnier. La trattativa si articola su tre snodi fondamentali: i diritti dei tre milioni di cittadini europei residenti nel Regno Unito, l’assegno dai 60 ai 100 miliardi di euro chiesti da Bruxelles a Londra per portare a termine l’uscita del paese e la gestione dei nuovi confini tra a partire da quello delicatissimo con l’Irlanda.

L’obiettivo di Barnier è chiudere questi primi tre round negoziali entro ottobre-novembre 2017. A preoccupare particolarmente sono le questioni del mercato unico e dei rapporti commerciali tra il Regno Unito e l’Unione europea, oltre alla situazione interna della City di Londra, il polo finanziario più importante al mondo, che saranno discusse entro l’autunno del 2018, in modo da permettere le ratifiche degli accordi e il voto del Parlamento europeo, entro marzo 2019, scadenza dei due anni di negoziati previsti per legge.