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Home » News

Il caso del servizio di Report sul vaccino contro il papilloma virus

Immagine di copertina

Dopo un'inchiesta televisiva sull’efficacia e gli effetti collaterali del vaccino contro il papilloma virus, la Società italiana di virologia fa chiarezza

I vaccini contro il papilloma virus (Hpv) sono stati introdotti circa dieci anni fa, e nei paesi in cui sono stati somministrati su ampia scala, come in Italia, hanno consentito di ottenere ottimi risultati con una significativa riduzione del numero di nuove infezioni.

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Il servizio di Report

Lunedì 17 aprile 2017 il programma televisivo Report, su Rai 3, ha mandato in onda un’inchiesta sull’efficacia e gli effetti collaterali del vaccino contro il papilloma virus umano (Hpv). Il servizio ha messo in dubbio la sicurezza dei vaccini, mostrando testimonianze di ragazze che dicono di aver avuto un peggioramento della loro salute dopo la somministrazione del vaccino.

La puntata ha ricevuto numerose critiche e alcune persone, tra cui scienziati e medici, hanno sostenuto che fosse stata condotta senza contraddittorio e in modo confuso. A esprimersi in senso critico è stato anche il professor Roberto Burioni, uno dei più importanti esperti di vaccini in Italia, che ha accusato Report di aver “raccontato bugie” che diffondono paura.

La risposta della Società italiana di virologia

Le proteste di scienziati e medici hanno portato la Società italiana di virologia a diramare una risposta al servizio. Ecco che cosa hanno scritto:

“La trasmissione Report riguardante il vaccino contro il papilloma virus, andata in onda ieri in prima serata su Rai 3, ha rappresentato un grave atto di disinformazione. La Società italiana di virologia (Siv-Isv) stigmatizza le affermazioni sconcertanti di alcuni medici, ricercatori e soggetti vaccinati relative all’ancora non documentata efficacia antitumorale del vaccino e a supposti effetti collaterali dello stesso, non riconducibili a una precisa patologia sindromica caratterizzata a chiari nessi eziologici. La correlazione tra li effetti collaterali del vaccino, che nel servizio televisivo venivano attribuiti all’adiuvante chimico e ad altri potenziali contaminanti metallici, è smentita da ricerche approfondite e da studi effettuati centinaia di migliaia di pazienti.

Le evidenze scientifiche – riflesse nelle linee guida che la Società italiana di virologi ha emesso recentemente, dopo un convegno scientifico al quale hanno partecipato i più autorevoli studiosi mondiali di questa materia – mostrano in maniera inoppugnabile come il vaccino anti-Hpv sia dotato di un ottimo profilo di sicurezza e di una straordinaria efficacia nel ridurre in maniera drammatica l’incidenza dell’infezione da Hpv e delle lesioni precancerose nei vaccinati. Queste condizioni sono entrambe necessarie per lo sviluppo del cancro del collo dell’utero e di altre neoplasie quali quelle dei distretti testa-collo, vulvovaginale e anale, come dimostrato da una serie di ricerche culminate con l’assegnazione del premio Nobel per la medicina nel 2008.

È francamente incomprensibile, proprio nel momento in cui stiamo vivendo la recrudescenza di malattie prevenibili ed eradicabili dai vaccini come il morbillo e la rosolia, che da un lato lo Stato impegni le sue risorse per sostenere le vaccinazioni e per informare correttamente la popolazione e dall’altro finanzi con i nostri soldi (canone tv) un servizio pubblico che mette sullo stesso piano la verità scientifica e ipotesi aleatorie. Ciò non può che generare paure immotivate, spingendo gli ascoltatori verso scelte pericolose per la propria salute e per tutta la comunità.

La Società italiana di virologia ribadisce che il vaccino contro il virus del papilloma è dotato di un profilo di altissima sicurezza e di estrema efficacia. Questo, come il vaccino contro il virus dell’epatite B, è in grado di prevenire non solo una malattia contagiosa gravata da elevata morbosità e costi sociali, ma anche il cancro che consegue all’infezione virale cronica.

La Siv-Isv auspiva che gli organi competenti sappiano promuovere e sostenere nel nostro Paese una corretta informazione su di un tema socialmente, culturalmente e scientificamente rilevante come quello dei vaccini e vogliano impedire il ripetersi di episodi di disinformazione, come quello andato in onda ieri sera”.

Cos’è il papilloma virus e come si trasmette

Il papilloma virus colpisce in maniera indiscriminata uomini e donne, omosessuali ed eterosessuali. Provoca condilomi, ossia piccoli tumori benigni che possono insediarsi sugli organi genitali (pube, pene, testicoli), all’entrata della vagina e dell’ano, sull’uretra e sul collo dell’utero. Talvolta ne sono colpiti l’inguine e la coscia.

Chi è infettato da condilomi corre un rischio sei volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’Hiv durante un rapporto non protetto con persone sieropositive. In alcuni casi i condilomi possono evolvere verso il cancro dell’utero (nella donna) o dell’ano e del retto (uomo).

L’infezione da Hpv è estremamente frequente nella popolazione. Si stima che fino all’80 per cento delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della propria vita con un virus Hpv di qualunque tipo, e che oltre il 50 per cento si infetti con un tipo ad alto rischio tumorale (oncogeno).

Gli studi condotti dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie in Italia hanno mostrato una prevalenza di Hpv oncogeni nella popolazione generale pari all’8 per cento, senza differenze sostanziali fra Sud, Centro e Nord. Ogni anno, ci sono circa 33mila casi di cancro del collo dell’utero in Europa e 15mila morti.

Tutti i tipi di rapporti sessuali sono a rischio. Si può contrarre con il semplice contatto fra genitali, tramite contatto diretto con la pelle della persona infetta. Ma anche tramite lo scambio di biancheria intima e di salviette, utilizzando strumenti a uso genitale contaminati, con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati.

— LEGGI ANCHE: “Non vaccinare i figli è come smettere di costruire scuole antisismiche”. L’intervista di TPI a Roberto Burioni

— LEGGI ANCHE:  Aids, papilloma virus, epatite: quello che c’è da sapere sulle malattie sessualmente trasmissibili

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