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Quanto pensiamo sia corrotta l’Italia?

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Oggi, 25 gennaio 2017, è uscito il rapporto Transparency International 2016, che misura il livello di corruzione percepito in ciascun paese. L'Italia è migliorata

L’Italia è al 60esimo posto nell’indice di percezione della corruzione mondiale. Nonostante abbia guadagnato posizioni, salendo da un punteggio di 42 nel 2012 a 47 nel 2016, su una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (per nulla corrotto), rimane tra gli stati peggiori dell’Unione europea. L’Italia è al terzultimo posto, seguita in Europa solo da Grecia e Bulgaria, e preceduta nel mondo da paesi come il Ruanda, la Repubblica Domenicana, Capo Verde e Cuba.

Nel rapporto di Transparency International 2016 viene indagato il livello percepito dai cittadini della corruzione nel settore pubblico e nella politica. 

I paesi scandinavi si confermano i meno corrotti: in cima alla classifica troviamo infatti Danimarca, Finlandia e Svezia, intervallati dalla Nuova Zelanda in seconda posizione. Al 176esimo e ultimo posto si attesta invece la Somalia, preceduta a brevissima distanza da Sud Sudan, Corea del Nord, Siria e Yemen.

Nessun paese ha raggiunto però il punteggio massimo. La media globale è di 43 punti, al di sotto della metà della classifica. 

I risultati di quest’anno mettono in luce il collegamento tra la corruzione e la disuguaglianza, che si alimentano a vicenda per creare un circolo vizioso tra distribuzione del potere nella società e diseguale distribuzione della ricchezza. Sono paesi molto poveri, con ampie disparità tra ricchi e poveri, ad aver raggiunto punteggi più bassi. 

Secondo gli autori del rapporto, l’interazione della corruzione e della disuguaglianza alimenta anche il populismo. Quando i politici tradizionali non riescono a combattere la corruzione, le persone diventano ciniche. Sempre più spesso, le persone si rivolgono ai leader populisti che promettono di rompere il ciclo della corruzione e del privilegio della classe dirigente. 

I paesi più alti in classifica sono quelli che tendono ad avere più elevati gradi di libertà di stampa, l’accesso alle informazioni sulla spesa pubblica, più forti standard di integrità per i funzionari pubblici, e sistemi giudiziari indipendenti. 

Qui la mappa e la classifica integrale: 

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