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La storia dell’ex rifugiato somalo diventato ministro dell’Immigrazione in Canada

Immagine di copertina

Ahmed Hussen era fuggito dalla Somalia dilaniata dalla guerra civile ed era giunto in Canada come profugo. Negli anni ha conseguito due lauree e diversi incarichi

Ahmed Hussen posa sorridente con il premier canadese Justin Trudeau e il governatore generale David Johnston per la foto di rito, dopo la sua nomina a ministro per l’Immigrazione, per i Rifugiati e la Cittadinanza canadese. 

La storia di Ahmed Hussen somiglia più a una favola a lieto fine. Aveva 16 anni quando nel 1993 decise di intraprendere il viaggio della speranza approdando in Canada, fuggito via dal suo paese d’origine, la Somalia, devastata in quel periodo dalla guerra civile. 

Giunse in un paese straniero solo, senza alcun punto di riferimento e alcun contatto. Trascorse una parte della sua nuova vita a Hamilton, nell’Ontario meridionale, per poi trasferirsi dapprima a Toronto e tre anni dopo nel quartiere di Regent Park, che segnò anche il suo punto di svolta. 

Ahmed decise di continuare il suo percorso di studi, frequentando la scuola secondaria a Hamilton per poi iscriversi all’Università di York, a Toronto, dove conseguì una laurea in Storia nel 2002. 

La sua voglia di raggiungere un livello d’istruzione elevato non venne mai meno e così decise di conseguire anche una laurea in legge a Ottawa, completando con successo il suo esame di avvocato nel settembre del 2012. 

Agli studi universitari, Ahmed alternava il lavoro nel settore pubblico dove era stato chiamato come stagista presso l’Assemblea legislativa dell’Ontario. Nel 2002, il giovane venne assunto come assistente di Dalton McGuinty, il leader del partito d’opposizione ufficiale della provincia.

Fu in quel periodo che il ragazzo maturò la sua passione per la politica, che lo spinse a ricoprire ruoli sempre più importanti: nel 2003 venne promosso come assistente speciale in concomitanza con la vittoria elettorale del partito liberale, ricoprendo questo incarico per due anni dove si occupò di gestione della comunicazione per il partito. 

Il suo ruolo in ambito politico diventava sempre più dirompente e la sua immagine pubblica cresceva di riflesso, conquistando il rispetto della comunità. È sua l’iniziativa di creare un consiglio della comunità di Regent Park – un organo di rappresentanza cui spettava il compito di rivitalizzare e riqualificare tutta l’area di Regent Park.

L’intero progetto prevedeva un investimento pari a 500 milioni di dollari. Si trattò della più grande iniziativa di riqualificazione sociale e abitativa del paese: ad Ahmed Hussen venne affidato il compito di consulenza per proteggere gli interessi dei 15mila residenti della zona. 

Per questo suo impegno all’interno della comunità, nel 2004 Ahmed venne proclamato come “personalità di spicco”, anche se in quel periodo della sua vita lo scopo principale non era fare il politico di professione, come lui stesso ammise durante un’intervista al quotidiano locale. 

Alla professione di avvocato e difensore dei diritti umani, Ahmed ha affiancato quella di interlocutore e mediatore tra le diverse culture, ricoprendo ruoli di primo piano: da presidente nazionale della comunità somala in Canada (Csc), fino alla carica di membro del Roundtable Cross-Cultural canadese attivo nell’ambito della sicurezza nazionale, sotto il governo di Stephen Harper. 

Come portavoce e rappresentante della comunità somala in Canada, Ahmed aveva promosso un programma con il compito di stanziare delle borse di studio per le donne somale. 

Attivo politicamente e impegnato a livello sociale, Ahmed ha continuato a esercitare la professione di avvocato e difensore dei diritti dei rifugiati nel suo ufficio a Toronto, fino al dicembre 2014, quando ha deciso di candidarsi per il Partito Liberale del Canada. 

Ahmed ha incassato una vittoria schiacciante a Toronto e nelle zone circostanti, divenendo il primo parlamentare somalo-canadese eletto alla Camera dei Comuni. 

Una folgorante carriera politica alla quale si è aggiunto l’ultimo tassello, ossia la sua nomina a ministro dell’Immigrazione conferita all’avvocato trentanovenne martedì 10 gennaio. 

“Sono estremamente orgoglioso della storia del nostro paese che accoglie, un luogo che apre le sue porte e il suo cuore a nuovi immigrati e rifugiati, e sono particolarmente orgoglioso di esserne il ministro responsabile”, ha commentato Ahmed Hussen in una conferenza stampa indetta dopo la cerimonia alla Camera dei Comuni. 

“La storia del Canada è una storia di immigrazione e io sono particolarmente orgoglioso che il primo ministro mi abbia conferito questo ruolo così importante”, ha sottolineato il neo ministro. 

(Qui sotto l’annuncio di Justin Trudeau che nomina Hussen come nuovo ministro dell’Immigrazione. L’articolo continua sotto)

Il suo mentore, colui che l’ha spinto a intraprendere la carriera politica, ossia l’ex ministro George Smitherman, ha commentato così la nomina di Ahmed Hussen: “Questo è il bello della politica, se mostri il tuo talento allora hai l’opportunità di salire in alto. Inoltre, Ahmed ha un’energia impressionante e uno spirito incontenibile, penso pertanto che sarà capace di servire bene il Canada”. 

Il neo-ministro Hussen sarà a capo del dipartimento di immigrazione canadese in precedenza guidato dal veterano John Mccallum, che nell’ultimo anno del suo mandato ha accolto quasi 40mila rifugiati siriani in Canada e che ora si appresta a ricoprire la carica di ambasciatore canadese in Cina. 

“Il nostro paese con Hussen sarà in buone mani”, questo il suo commento finale alla stampa. 

— LEGGI ANCHE: Il premier canadese ha accolto i primi rifugiati nel paese

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