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Home » Esteri

Chi è Clare Hollingworth, la reporter che per prima raccontò l’invasione nazista della Polonia

Immagine di copertina

La giornalista Clare Hollingworth ha trascorso quasi tutta la vita sui fronti di guerra, tra Medio Oriente, Nord Africa e Vietnam

Clare Hollingworth aveva appena 27 anni quando fece lo scoop della sua vita, raccontando per prima dell’invasione nazista della Polonia che segnò l’inizio della seconda guerra mondiale. Da una settimana era stata assunta al britannico Daily Telegraph ed era stata inviata sul fronte di guerra polacco.

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Iniziò così la sua lunga e significativa carriera giornalistica come corrispondente di guerra, che occupò gran parte della sua vita.

Clare era nata era nata il 10 ottobre di 106 anni fa, è morta il 10 gennaio scorso a 105 anni. Ad annunciare la sua morte il club dei corrispondenti stranieri da Hong Kong, dove la donna risiedeva da oltre 40 anni. Membro stimatissimo della ristretta cerchia di giornalisti esteri, Clare aveva alle spalle una notevole carriera giornalistica corredata di altrettanti riconoscimenti e premi.

Determinata nel perseguire il suo obiettivo professionale, Clare per certi versi aveva sfidato le barriere di genere in un contesto e in un settore come quello della corrispondenza dai fronti caldi dominato dagli uomini. Scampata diverse volte alla morte, la giornalista ha trascorso gran parte della sua vita in prima linea nei teatri di guerra: dal Medio Oriente al Nord Africa passando per il Vietnam, lavorando soprattutto per i giornali britannici.

Negli ultimi quattro decenni della sua vita, Clare ha vissuto a Hong-Kong, dove si era stabilita nel 1970. Anche in quel caso fu una delle poche giornaliste occidentali ad avere una base operativa in Cina. La sua lunga e onorata esperienza giornalistica è costellata di importanti premi giornalistici, tra cui quello alla carriera e l’onorificenza come Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico da parte della Regina Elisabetta II.

Le origini 

Clare Hollingworh nacque il 10 ottobre del 1911 da una famiglia della classe media che viveva nel villaggio di Knighton, nel Leicestershire, in Inghilterra.

Suo padre gestiva una fabbrica fondata dal nonno. Clare riuscì ad acquisire un’istruzione universitaria adeguata: seguì corsi brevi in croato all’Università di Zagabria, si specializzò in relazioni internazionali in Svizzera e concluse i suoi studi a Londra.

Iniziò fin da subito a lavorare, dapprima come segretaria e poi per un ente di beneficenza britannico che si occupava di fornire assistenza ai rifugiati in Polonia. Nel frattempo, Clare si ritagliava qualche momento per scrivere articoli occasionali sull’incombente guerra che minacciava l’Europa.

Ad influenzare il suo percorso professionale furono alcuni amici che la spinsero verso la carriera giornalistica, facendola desistere da quella politica. Il suo impegno nell’organizzazione no-profit a sostegno dei rifugiati polacchi – portato avanti per cinque mesi, le offrì l’opportunità di essere scelta come inviata in Polonia.

Nel periodo in cui prestò servizio nell’Ong, Clare svolse un ruolo importante fornendo aiuto a circa 3mila rifugiati che fuggivano dalla minaccia nazista alla volta della Gran Bretagna, e dando loro dei visti per poter arrivare nel paese. “Non avrebbe mai considerato sé stessa come una femminista”, ha raccontato chi la conosceva personalmente. “Odiava quando le donne ricevevano un trattamento speciale, per il semplice fatto di essere donne. Pensava che tutti dovessero essere trattati allo stesso modo, a prescindere dal sesso”.

Dopo l’invasione della Polonia, Clare coprì con lo stesso impegno la Rivoluzione romena del 1989 che portò al crollo, in Romania, del regime comunista del dittatore Nicolae Ceaușescu. Le proteste, sempre più violente, raggiunsero il culmine con il processo e l’esecuzione di Ceausescu e della moglie Elena.

Fu inviata in Nord Africa per raccontare l’offensiva di Tripoli nel 1943 da parte delle forze alleate guidate dal Maresciallo Bernard Montgomery, il quale però le ordinò di ritirarsi dal campo di battaglia perché era una donna. Anche in quel caso, Clare trovò il modo di farsi accreditare al seguito delle forze statunitensi in Algeria.

Come tutto ebbe inizio

Lo scoop che lanciò la sua carriera giornalistica risale alla fine di agosto del 1939. All’epoca Clare era una giovane giornalista di neanche 30 anni e aveva appena accettato la proposta del Daily Telegraph, dove era stata assunta da sette giorni, di recarsi nel sud della Polonia.

Il confine con la Germania era stato chiuso e nessun veicolo poteva oltrepassarlo, fatta eccezione per le auto con targa diplomatica. Fu lì che la giovane Clare ebbe un lampo di genio: chiedere in prestito la macchina di un funzionario del consolato britannico. Solo così poteva entrare nel territorio occupato dai tedeschi. Una volta oltrepassato il confine, Clare vide carri armati, veicoli corazzati e artiglieria pesante ben schierata.

“Pensai che il comando tedesco si preparava a colpire le aree a nord di Katowice, nella Polonia meridionale, e le sue linee fortificate. Fu così. Non trascorse molto tempo dalla loro invasione”, ha raccontato Clare nella sua autobiografia intitolata Front Line.

Tornando dal fronte polacco, Clare scrisse la sua storia ma il suo nome non comparve nell’articolo, una pratica comune per i giornali di quel periodo. Ma la giovane giornalista non si scoraggiò e raccontò ciò che aveva visto, anticipando tutti: il 1° settembre del 1939, le truppe tedesche di Hitler invasero la Polonia.

La prima chiamata che Clare fece per raccontare quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi fu all’ambasciata britannica a Varsavia, ma il funzionario che rispose non le diede credito. “Ascolta! Sto tenendo il telefono fuori dalla finestra della mia camera. Non riesci a sentire il rombo dei carri armati che circondavano Katowice?”, ha raccontato ancora Clare nella sua autobiografia.

Nessuno le credeva. Ma la donna ostinata non si diede per vinta e chiamò il corrispondente da Varsavia per il Telegraph, che decise di aiutarla, trascrivendo la sua storia e trasmettendola poi alla sede centrale di Londra. Nel frattempo, le truppe tedesche avanzavano e Hollingsworth decise di lasciare la Polonia.

(Qui sotto il tesserino giornalistico di Clare Hollingworth. L’articolo prosegue in basso)

La corrispondenza dal Vietnam 

La guerra finì ufficialmente nel 1945. Nel frattempo, Clare era convolata a nozze con Geoffrey Hoare, collega del Times. La sua vita professionale come inviata sul campo si completò con la corrispondenza dal Vietnam. Qui, Clare imparò il vietnamita per riuscire a dialogare con le persone locali, e fu una delle prime a prevedere che gli Stati Uniti non avrebbero mai vinto quella guerra, nonostante la loro superiorità militare.

Agli inizi degli anni Settanta, Clare decise di ricoprire l’incarico di corrispondente per il Telegraph da Pechino. Lavorò sodo fino al 1981, anno in cui andò in pensione. Tuttavia, Clare non abbandonò mai il suo bloc-notes e la sua penna, neanche quando nel 1990 scoppiò la prima Guerra del Golfo: anche in quel frangente sperava di essere inviata in Iraq e per prepararsi a questa nuova avventura dal fronte di guerra dormì cinque giorni sul pavimento. Aveva 79 anni.

Quella fu una delle poche guerre del Novecento a cui non poté assistere.

Gli ultimi anni

Nel 2015 suo nipote Patrick Garrett scrisse la biografia di Clare Hollingworth, nella quale rivelò diversi particolari sulla sua prozia: aveva smesso di bere birra a colazione solo a causa dell’età avanzata, ma continuava ad avere accanto al suo letto le scarpe, nel caso fosse stata richiamata da qualche giornale. E fino a pochi anni fa Clare non abbandonava mai il suo passaporto e il suo zaino, in caso dovesse partire per scrivere qualche reportage.

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