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L’Italia ha votato contro la risoluzione Onu per la messa al bando delle armi nucleari

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La risoluzione aveva lo scopo di incentivare una serie di negoziati a partire da marzo 2017: 123 i voti a favore, ma tra questi non c'è quello dell'Italia

La prima commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato nella tarda serata di giovedì 27 ottobre una risoluzione per dare avvio a una serie di negoziati per la messa al bando delle armi nucleari a partire da marzo 2017.

La risoluzione era stata proposta da un gruppo di 57 stati ed è stata approvata con 123 voti a favore, nonostante la forte opposizione da parte dei paesi dotati di armi nucleari e dei loro alleati. L’Italia ha votato contro tale risoluzione, insieme a Stati Uniti, Russia, Israele e altri paesi.

La maggior parte degli stati europei ha votato contro la risoluzione o si è astenuta, nonostante il Parlamento europeo, poche ore prima del voto all’Onu, avesse adottato una risoluzione su questo stesso argomento, invitando i paesi dell’Unione europea a “partecipare costruttivamente” ai prossimi negoziati. 

Nonostante l’obbligo previsto dall’art. 6 del Trattato di non proliferazione, che impone di avviare nel più breve tempo possibile trattative per l’eliminazione delle armi nucleari, il percorso non aveva ancora avuto inizio all’interno delle Nazioni Unite.

La risoluzione passa ora all’Assemblea generale dell’Onu che dovrà votare nel mese di dicembre. Se sarà approvata, partirà la negoziazione per l’approvazione di uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti alla loro eliminazione totale”.

Il provvedimento non ha alcun sostegno da parte dei nove stati dotati di armi nucleari – Stati Uniti, Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Tra questi ci sono i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i quali sono dotati del potere di veto sulle decisioni di tale organo.

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