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Un bombardamento degli Stati Uniti ha ucciso cento civili nel nord della Siria, 35 sono bambini

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Si tratta del peggior bilancio di vittime tra la popolazione dall’inizio della campagna contro il sedicente Stato islamico

Un bombardamento dell’aviazione statunitense ha ucciso almeno cento civili, la maggior parte donne e bambini, a Manbij, una città nel nord della Siria. É il peggior bilancio di vittime tra la popolazione da quando due anni fa è iniziata l’offensiva militare contro l’Isis.

S&D

L’attacco è stato condotto durante un’offensiva militare iniziata a maggio per conquistare Manbij, una città strategica in vista di una futura avanzata in direzione di Raqqa, la capitale de facto del sedicente Stato islamico. Alcuni giorni prima della tragedia l’Unicef aveva denunciato che 35mila bambini sono intrappolati nella città.

Nelle prime ore dell’alba di martedì 21 luglio, denunciano gli attivisti presenti sul territorio, gli aerei della coalizione hanno bombardato il villaggio di Tokkhar, dove circa duecento persone si erano rifugiate, uccidendo la maggior parte di loro.

“Il bilancio è di 117 vittime. Finora sono stati identificati 73 civili morti nel bombardamento, di cui 35 bambini e 20 donne. Gli altri corpi sono irriconoscibili”, ha dichiarato Adnan al-Housen, un attivista di Manbij. Circa cinquanta persone ferite sono state trasferite all’ospedale nella città di Jarablus, vicino al confine con la Turchia, dove hanno raccontato della strage ai medici.

Secondo l’Osservatorio per i diritti umani nel bombardamento di Manbij sono morte 56 persone, mentre il bilancio delle vittime tra i civili dal 31 maggio è stato di 104 persone. Le morti sono state confermate anche dall’Istituto siriano di giustizia, un’organizzazione che monitora le violazioni dei diritti umani in Siria e dal gruppo di attivisti AirWars.

“Si tratta del peggior bilancio di vittime tra la popolazione dall’inizio della campagna militare contro l’Isis. Da quando è iniziato l’assedio a Manbij, secondo i dati a nostra disposizione almeno 190 civili hanno perso la vita nei bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti”, ha dichiarato il direttore di AirWars Chris Wood.

L’esercito libero siriano in un comunicato ha dichiarato di aver fornito le informazioni di intelligence per il bombardamenti di Tokkhar e ha precisato che il bombardamento ha colpito postazioni dell’Isis e ha negato ci siano state vittime tra i civili.

Un comunicato ufficiale del comando degli Stati Uniti ha dichiarato che in tre bombardamenti della coalizione sono state distrutte alcune postazioni militari dell’Isis e 12 veicoli, ma non ha menzionato vittime tra i civili. Tuttavia ha confermato che verrà avviata un’inchiesta per verificare la denuncia degli attivisti.

Gli Stati Uniti hanno dichiarato che dal 2015 a oggi sono state 36 le morti accertate di civili nei bombardamenti della coalizione, un numero troppo basso per essere credibile secondo gli osservatori indipendenti.

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