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Cosa è successo il 21 giugno nel mondo

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Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo

Cipro: due pompieri sono rimasti uccisi e un terzo gravemente ferito durante le operazioni per spegnere il più grande incendio forestale scoppiato a Cipro negli ultimi anni. Le fiamme, probabilmente innescate da un tentativo di bruciare sterpaglie, si sono sviluppate domenica nella regione dei monti Troodos nella parte orientale dell’isola mediterranea. L’incendio è stato alimentato dai forti venti e dalle torride temperature, rendendo ancora più difficile il compito dei pompieri, sostenuti dai canadair greci e israeliani, e dagli elicotteri provenienti dalle basi militari britanniche a Cipro che sono intervenuti in aiuto. L’isola è spesso vittima di incendi boschivi durante i torridi mesi estivi. 

– Egitto: una corte egiziana ha annullato l’accordo tra l’Egitto e l’Arabia Saudita per la cessione di due isole del Mar Rosso dal primo alla seconda. Lo stato ha il diritto di fare appello a una corte superiore e l’accordo dovrà essere approvato anche dal parlamento. La cessione, annunciata in aprile, ha causato un’ondata di proteste di quanti considerano Tiran e Sanafir rigorosamente egiziane e incedibili. La sentenza è un duro colpo per il presidente egiziano Abdel Dattah al-Sisi, che ha chiesto ai suoi cittadini di mettere fine alla controversia sull’accordo, annunciato durante una visita al Cairo del re saudita Salman. Tiran e Sanafir si trovano tra la penisola del Sinai e l’Arabia Saudita, all’imboccatura del golfo di Aqaba, sul quale si affacciano sia Israele che la Giordania.

– Bahrein: sovrano sunnita del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, e il suo governo hanno reso noto ieri che l’ayatollah sciita Sheikh Isa Qassim è stato privato della cittadinanza. Il ministro degli Interni del Bahrein ha accusato il religioso di “servire interessi stranieri”, mantenere contatto costante con “organizzazioni e partiti che sono nemici del regno” e opporsi alle autorità, avendo “aderito a una teocrazia e insistito su una lealtà assoluta nei confronti del clero”. Qassem Soleimani, un generale del Pasdaran, il corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, teme che il Bahrein possa essere sull’orlo di un conflitto civile tra sunniti e sciiti. Secondo Soleimaini, questa mossa dei sovrani del Bahrein potrebbe “infiammare gli animi del paese e dell’intera regione”. 

– Stati Uniti: il senato degli Stati Uniti ha bocciato quattro leggi volte a inasprire i controlli sulla vendita di armi. Fra le normative respinte, ce n’era una che prevedeva il divieto di vendita alle persone presenti sulla lista di sospettati di terrorismo del governo americano. Le proposte erano state presentate in senato alla presenza dei parenti delle vittime della strage di Orlando, la peggiore della storia del paese. Le altre proposte di legge, prevedevano più controlli sulle vendite tra privati, maggiori tempi per l’acquisto di armi da parte di sospetti terroristi e l’obbligo di avviso all’Fbi della vendita di un arma a una persona sulla lista. Delle quattro normative, due erano state presentate dai democratici e due dai repubblicani. Per i repubblicani le proposte dei democratici erano troppo restrittive, mentre per i democratici quelle repubblicane erano troppo blande. 

Michael Steven Sandford, un uomo di nazionalità britannica di 20 anni, è stato arrestato perché avrebbe tentato di sparare al candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, durante un comizio a Las Vegas, con una pistola rubata a un agente di polizia. Sandford, tenuto in custodia in un hotel di Las Vegas, ha dichiarato che stava pianificando di uccidere Trump da più di un anno, ma che si sarebbe deciso a farlo solo dopo aver acquisito la necessaria fiducia per tentare il folle gesto. Ha aggiunto di essere consapevole che, qualora fosse riuscito a sparare uno o due colpi, sarebbe andato incontro a morte certa a causa della prevedibile reazione della polizia. Il giovane britannico era riuscito a impadronirsi dell’arma dell’agente con la scusa di avvicinarsi per chiedere un autografo al magnate newyorkese.

– Giordania: un’autobomba ha ucciso sei membri della polizia di frontiera giordana al confine con la Siria. Secondo fonti delle forze di sicurezza, l’attacco è stato lanciato con diversi veicoli provenienti dal territorio siriano. L’esercito ha riferito che le altre vetture che avrebbero dovuto partecipare all’attacco sono state distrutte. Ha anche reso noto che 14 soldati sono rimasti feriti. L’attacco è avvenuto alle 5:30 di questa mattina (ora locale). L’autovettura carica di esplosivo è detonata a qualche centinaio di metri da un campo rifugiati siriano in un’area isolata nel nordest della Giordania dove il paese confina con la Siria e l’Iraq. Il campo profughi improvvisato di Rakban ha visto la sua popolazione crescere in modo esponenziale nel corso dell’ultimo anno passando da alcune migliaia a oltre 50mila persone a causa dell’intensificarsi dei combattimenti in Siria degli ultimi mesi. 

– Malesia: un uomo politico malese appartenente all’opposizione, strenuo sostenitore dei diritti degli indigeni ed egli stesso appartenente alla tribù dayak è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Bill Kayong è stato colpito all’interno del suo pickup mentre era fermo a un semaforo nella città di Miri, in Sarawak, lo stato del Borneo appartenente alla Malesia. Gli attivisti hanno a lungo accusato la rapida espansione delle coltivazioni di palma da olio, la produzione di legname e la costruzione di dighe di aver causato danni ambientali e di aver costretto a spostarsi le popolazioni indigene.

– Belgio: un uomo è stato arrestato all’alba a Bruxelles, in seguito a una segnalazione per un allarme bomba presso il centro commerciale City 2. Il ministro Charles Michel ha convocato una riunione straordinaria con gli uomini della sicurezza. La polizia ha fatto sapere poco dopo che l’uomo arrestato non aveva con sé alcun esplosivo come ipotizzato in precedenza.  

– Cina: è comparso in rete un video, prima diffuso da People’s Daily (quotidiano ufficiale del Partito comunista cinese) e poi ripreso dalla Bbc, in cui alcuni impiegati di una banca cinese vengono percossi con quello che sembra un bastone di legno per non aver raggiunto gli obiettivi di produttività richiesti. Il video, probabilmente registrato con un cellulare, è stato realizzato in occasione di un evento aperto ad altri dipendenti della banca, che hanno fatto da pubblico mentre su un palco un uomo (probabilmente un superiore) “sculacciava” ripetutamente otto impiegati. Alle vittime della pubblica umiliazione viene prima chiesto perché non abbiano dato all’azienda i risultati sperati, e dopo le loro risposte parte la sequenza di colpi inferti al fondoschiena dei dipendenti, che restano per quanto possibile immobili al loro posto durante la punizione

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