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La Via Crucis di Botero e Gesù Cristo

Immagine di copertina

A Roma al Palazzo delle Esposizioni per la prima volta il ciclo di 63 opere dell'artista colombiano

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, fino al primo maggio, è possibile ammirare la Via Crucis del colombiano Fernando Botero, un ciclo pittorico dal titolo evocativo, a cui l’artista ormai ottantenne ha lavorato dal 2010 al 2011.

S&D

Anche la classicità del nostro paese occupa un ruolo di rilievo per le influenze sulla decisione del tema cristologico: sappiamo che Botero ha studiato a fondo i grandi maestri del Rinascimento italiano, soprattutto Giotto e Mantegna.

I Cristi di Botero sono homoousion, termine greco che significa “della stessa sostanza del padre”. Sono al tempo stesso divini, perché maestosi e potenti, al centro della visione, dove lo sguardo è obbligato a posarsi; umani perché sofferenti, emotivamente coinvolti, circondati da uomini: in El beso de Judas (il Bacio di Giuda) per esempio, un Giuda cianotico sussurra alle orecchie di Cristo, che strabuzza gli occhi.

Sullo sfondo la massa dei presenti si configura come una folla senza identità, dove le espressioni sono anonime, spente, alcune perfino speculari. Distinguiamo tre centurioni e una serie di lance rivolte verso il cielo, un omuncolo anacronisticamente incravattato che punta il dito verso il condannato, e poco più. 

Una caratteristica originale di questi dipinti è rappresentata dagli oggetti della modernità che, come se niente fosse, vengono aggiunti al tema sacro. Il Giuda che sussurra, prendendo il quadro sopraccitato, ha un orologio d’oro. Altrove troviamo sigarette, o la linea tratteggiata delle corsie autostradali, grattacieli, uniformi militari.

Nonostante questi elementi, il visitatore si stupisce per l’armonia generale delle composizioni. Il cammino personale dell’artista e l’esperienza accumulata durante lavori e viaggi, congiunti all’evoluzione storica delle arti figurative, hanno consentito una rappresentazione tanto significativa da rendere speciale l’esperienza vissuta, contemplando attoniti, senza traumi visivi, cercando di decifrare il messaggio mistico che Fernando Botero ha voluto trasmettere.

Per concludere, un confronto stupefacente tra “Il Cristo giallo” di Gauguin, datato 1889, e La crocifissione di Botero, del 2011.

L’articolo è stato scritto da Federico Musardo per Culturificio

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