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Chi era Armando Cossutta

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Lo storico leader comunista e filo-sovietico è morto il 14 dicembre 2015 all'età di 89 anni

Il 14 dicembre del 2015 è morto all’età di 89 anni il politico italiano Armando Cossutta. Era nato a Milano il 2 settembre del 1926.

Nel 1943, ad appena 17 anni, aderì clandestinamente al Partito Comunista Italiano (Pci) e iniziò a militare tra i partigiani delle Brigate Garibaldi. Per questa ragione, fu arrestato dai nazifascisti e incarcerato a San Vittore a Milano.

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Cossutta continuò la sua militanza nel Pci affiancandola a una grande attività editoriale.

Nel 1945 divenne redattore capo del settimanale operaio Unione di Sesto San Giovanni – città ribattezzata “la Stalingrado d’Italia” per via del forte consenso comunista nelle fabbriche -, quindi fondò e diresse tra il 1946 e il 1948 il settimanale Il rondò.

Tra il 1948 e il 1956 fu poi redattore del settimanale Voce comunista e iniziò a collaborare con il quotidiano del Pci L’Unità e il settimanale Rinascita.

Al fianco di questo impegno a livello giornalistico, Cossutta iniziò la sua attività di militanza politica nell’Italia repubblicana diventando nel 1946 segretario del comitato cittadino di Sesto San Giovanni e ottenendo diversi incarichi nella Federazione comunista della provincia di Milano, federazione che guidò a partire dal 1958 al 1964.

Dopo essere stato consigliere provinciale e comunale a Milano, nel 1972 Armando Cossutta fu eletto per la prima volta senatore per il Pci.

In questo periodo i comunisti erano guidati dal segretario Enrico Berlinguer e le principali anime diverse da quella del leader erano i cosiddetti “miglioristi”, l’area riformista di Giorgio Amendola e Giorgio Napolitano, e la sinistra di Pietro Ingrao.

Armando Cossutta non faceva parte di nessuna di queste tre aree e incarnava il gruppo più legato all’Unione Sovietica del Pci, i cosiddetti “cossuttiani”. Quest’area, tuttavia, con il tempo polemizzò con il segretario Berlinguer, quando quest’ultimo iniziò ad allontanarsi sempre di più da Mosca.

Quando nel 1981 Berlinguer dichiarò che “la spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre” era esaurita, allontanando più che mai il Pci dall’Unione Sovietica, Cossutta definì questa linea adottata dal segretario come “lo strappo”.

Nel 1991, quando due anni dopo la caduta del muro di Berlino il Pci si sciolse, Cossutta non aderì al Partito Democratico della Sinistra (Pds) che si rifaceva alle socialdemocrazie europee, ma fondò insieme a esponenti politici come Sergio Garavini, Lucio Libertini, e il partito di estrema sinistra Democrazia Proletaria il nuovo Partito della Rifondazione Comunista, successivamente guidato da Fausto Bertinotti.

Con questo partito Cossutta sostenne il governo Prodi del 1996. Due anni dopo, tuttavia, Bertinotti volle ritirare la fiducia all’esecutivo, fatto che vide Cossutta fortemente contrario.

Per questa ragione, l’ex leader filosovietico ruppe con Bertinotti votando la fiducia a Prodi e fondò quindi insieme a Oliviero Diliberto il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI).

Nel 2006 Cossutta terminò il suo rapporto con Diliberto, lasciando successivamente il PdCI e, con la fine del suo mandato parlamentare del 2008, la politica attiva.

Nel 2008 annunciò il suo voto “da comunista” al Partito Democratico.

Cossutta è stato un grande tifoso dell’Inter e in quest’ottica è stato imitato dall’attore comico Teo Teocoli.

Riguardo la sua morte, Cossutta aveva dichiarato: “Se domani ci sarà una pietra sulle mie ceneri, per favore scriveteci sopra: Armando Cossutta, comunista”.

Il 14 dicembre 2015 Cossutta è morto presso l’ospedale San Camillo di Roma.

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