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Home » Esteri

Le lettere d’amore inedite di Frida Kahlo all’amante segreto

Immagine di copertina

Frida Kahlo firmava le sue lettere Mara, che si suppone fosse un diminutivo di maravillosa (meravigliosa), così come come l'amante la chiamava in alcune delle sue lettere

“Tu piovi su di me e io, come terra, ti ricevo”

“Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita: il primo quando un tram mi mise al tappeto, l’altro è Diego”, diceva Frida Kahlo.

La storia d’amore tra Diego Rivera e la pittrice messicana fu senza dubbio una delle più intense e tormentate. Rivera non rese mai facile la vita a Frida, un’esistenza già di per sé insostenibile dopo l’incidente di cui fu vittima a 17 anni che la spezzò letteralmente in due.

I suoi continui tradimenti, con le modelle che posavano per i suoi lavori fino alla cognata, non solo non riuscirono mai a distruggere quell’amore, ma fu addirittura come se in qualche modo lo fortificassero.

“Più mi tradisci, più io ti amo”, diceva lei, tanto che divorziarono nel 1939, dieci anni dopo il matrimonio, e si risposarono di nuovo nel 1940.

Anche Frida, però, non fu da meno: le sue relazioni extraconiugali la videro amante di nomi importanti: Lev Trotsky, Tina Modotti, André Breton sono stati solo alcuni dei suoi amori. Tra questi, ci fu anche un tale José Bartoli.


José Bartoli fu un artista spagnolo rifugiato a New York, che Frida amò appassionatamente. Se Diego sapesse di lui resta un mistero. Quel che è certo, è che nessuno ne ha saputo nulla fino al giorno in cui sono state rinvenute alcune lettere d’amore che la Kahlo indirizzò all’amante.

Le lettere inedite, fortemente poetiche e intense, sono finite all’asta lo scorso 19 aprile. Si parla di oltre 100 pagine scritte a mano dalla Kahlo tra il 1946 e il 1949, indirizzate a Bartoli, che rappresentano una fonte di ispirazione e pura poesia. Ecco alcuni estratti:

Ieri sera mi sono sentita come se tante ali mi accarezzassero tutta, come se le punte delle tue dita avessero bocche che baciavano la mia pelle. Gli atomi del mio corpo sono tuoi e vibrano insieme così che ci amiamo l’un l’altra. Voglio vivere ed essere forte per amarti con tutta la tenerezza che ti meriti, per darti tutto ciò che c’è di buono in me, così che tu non ti sentirai solo. […] Sento di averti amato da sempre, da prima che tu nascessi, da prima che tu fossi concepito. A volte sento di aver partorito me stessa.

Dal piccolo letto su cui sono sdraiata guardo la linea elegante del tuo collo, la raffinatezza del tuo viso, le tue spalle e la tua schiena ampia e forte. Provo ad avvicinarmi a te il più possibile così che possa percepirti, per godere della tua incomparabile carezza, il piacere che è toccarti… se non ti tocco, le mie mani, la mia bocca e tutto il mio corpo perdono la sensazione. So che dovrò immaginarti quando sarai andato via. […] Non negarmi gli altri desideri che danno completezza a ciò che provo per te e che può soltanto essere chiamato amore. […] E l’unica cosa che esiste per me in questo momento è che ti amo.

In un mondo migliore senza ipocrisia, stupidità, miseria e tradimento… non abbandonarmi. Tienimi dentro di te, ti imploro. Voglio essere la tua casa, tua madre, la tua amante e il tuo figlio… Ti amerò dal panorama che vedi, dalle montagne, dagli oceani e dalle nuvole, dal più sottile dei sorrisi e a volte dalla più profonda disperazione, dal tuo sonno creativo, dal tuo piacere profondo o passeggero, dalla tua stessa ombra o dal tuo stesso sangue. Guarderò attraverso la finestra dei tuoi occhi per vedere te.


Dopo la partenza di Bartoli per il Messico, Frida scrisse:

Mi sono sentita come se avessi perso tutto, e volevo morire. […] Per te ho ricominciato a vivere, a dipingere, ad essere felice, a mangiare meglio per essere forte così che tu potessi trovarmi bella, un po’ nel modo in cui ero prima, ma adesso sono di nuovo così triste che non voglio fare niente, non voglio vedere nessuno e ancora una volta sono in uno stato di solitudine che non c’è modo di descrivere.

Mio Bartoli-Jose-Giuseppe-il mio rosso, non so come si scrivono lettere d’amore. Ma voglio dirti che tutta me è aperta per te. Da quando mi sono innamorata di te, tutto si è trasformato ed è pieno di bellezza. Voglio darti i colori più belli, voglio baciarti… voglio che i nostri mondi da sogno siano uno solo. Vorrei vedere dai tuoi occhi, sentire dalle tue orecchie, sentire con la tua pelle, baciare con la tua bocca. Per vederti dal di sotto, vorrei essere la tua ombra nata dalla suola del tuo piede, che si estende lungo il terreno su cui cammini… Voglio essere l’acqua che ti lava, la luce che ti dà forma, vorrei che la mia sostanza fosse la tua sostanza, che la tua voce uscisse dalla mia gola così che tu mi accarezzassi da dentro… nel tuo desiderio e nella tua lotta rivoluzionaria per una vita migliore per tutti, voglio accompagnarti e aiutarti, amarti e nella tua risata trovare la mia gioia. Se a volte soffri, voglio riempirti di tenerezza così che tu ti senta meglio. Quando hai bisogno di me, mi troverai sempre vicino a te. Sempre aspettandoti. E vorrei essere leggera e soffusa quando vuoi restare solo.

Perdonami se tutte queste cose che ti scrivo ti sembrano stupidità, ma credo che in amore non ci sia né intelligenza né stupidità, l’amore è come un aroma, come una corrente, come pioggia. Lo sai, mio cielo, tu piovi su di me e io, come terra, ti ricevo.

Frida Kahlo firmava le sue lettera “Mara”, che si suppone fosse un diminutivo di “maravillosa” (meravigliosa), come Bartoli la chiamava nelle bozze delle sue lettere per lei. Per continuare a leggere gli altri estratti di queste meravigliose pagine di poesia, vi basta cliccare qui.

L’articolo è stato originariamente pubblicato sul sito Spunti di Mezzanotte, qui, con cui TPI collabora

Spunti di Mezzanotte nasce come blog nel marzo 2015 da un’idea della scrittrice italiana Elena Brenna, per raccogliere quei semi creativi che lungo il suo percorso personale l’hanno formata. Due mesi dopo, il blog viene rilanciato come sito web dedicato alla creatività e alla conoscenza più insolita. Il motto del progetto è: “Leggete, ascoltate, osservate, trasformate, create. Siate curiosi, l’intelligenza non esiste. Nasciamo tutti con le stesse potenzialità mentali, l’intelligenza è solo lo stato raggiunto da una mente curiosa”.

Elena Brenna è una scrittrice italiana ed ex fotografa. Nel 2012 ha co-fondato, e co-diretto fino al 2015, il primo quotidiano online internazionale per gli italiani a Berlino, Il Mitte. Oggi lavora come content manager & strategist per un’agenzia di comunicazione, ha pubblicato indipendentemente il suo primo romanzo, Agnes, e ha fondato il sito web Spunti Di Mezzanotte, di cui è curatrice unica. Ha la causa Lgbt nel cuore, crea suoni, traccia linee ed è un’acuta osservatrice. Seguila su Twitter: @_elenabrenna 

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