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Cosa è successo l’8 luglio nel mondo

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Le notizie senza giri di parole su The Post Internazionale

Grecia: il primo ministro greco Alexis Tsipras la mattina dell’8 luglio è intervenuto al Parlamento europeo a Strasburgo, dove ha confermato le sue critiche nei confronti dell’austerity e annunciato che domani, 9 luglio, presenterà proposte concrete all’Eurogruppo. Il governo greco ha inoltre presentato ufficialmente la richiesta di un piano di aiuti per i prossimi tre anni al Fondo europeo salvastati (Esm), per cercare di restare nell’eurozona e non dichiarare default.

Il nuovo ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos – che ha sostituito Yanis Varoufakis lo scorso 6 luglio – ha inoltre detto che la Grecia sarebbe pronta a implementare nuove misure economiche e finanziarie a partire dalla prossima settimana. Nel corso della serata, il Fondo europeo salvastati (Esm) ha risposto alla richiesta greca chiedendo un parere ai creditori internazionali, ovvero il Fondo monetario internazionale, la Commissione europea e la Banca centrale europea, per valutare se la nuova proposta potesse essere accettata.

– Italia: l’ex presidente del Consiglio e attuale leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è stato condannato a tre anni di carcere per corruzione dal tribunale di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita dei senatori. Insieme a Berlusconi è stato anche condannato per corruzione a tre anni di carcere Valter Lavitola, l’ex direttore del quotidiano Avanti!.

– Yemen: decine di soldati sono stati uccisi in un raid aereo condotto dalla coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita. L’attacco è avvenuto la notte del 7 luglio nel sud dello Yemen, in una base dove si trovavano soldati fedeli all’ex presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, attualmente in esilio a Riyadh. Il raid sarebbe stato compiuto per errore nel tentativo di colpire soldati disertori che si volevano arruolare con le truppe dei ribelli houthi. Da quando nel marzo 2015 è stata lanciata un’offensiva contro gli houthi, sono morte oltre tremila persone nel Paese.

– Colombia: i ribelli delle Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane) hanno annunciato un cessate il fuoco unilaterale, per la durata di un mese a partire dal 20 luglio. Dal 2012 le Farc stanno partecipando ai negoziati di pace con il governo colombiano, in corso a L’Avana, a Cuba. Il rappresentante delle Farc al tavolo delle trattative, Ivan Marquez, ha detto che spera che questo cessate il fuoco unilaterale possa portare a una tregua bilaterale con il governo colombiano.

– Tunisia: il governo ha annunciato il piano per la costruzione di un muro al confine con la Libia, per arginare le possibili infiltrazioni di miliziani dell’Isis provenienti dallo stato confinante. La costruzione del muro è stata decisa dal governo tunisino insieme ad altre misure di sicurezza, in seguito all‘attentato compiuto dall’Isis a Sousse lo scorso 26 giugno, in cui 38 persone sono state uccise.

– Stati Uniti: a causa di un problema tecnico, la borsa di New York ha sospeso le contrattazioni del Nyse (New York Stock Exchange). Le ipotesi di un attacco hacker sono state smentite.

– Algeria: ventidue persone sono morte in seguito a scontri etnici tra la comunità berbera e quella araba, nel sud del Paese. Le tensioni sono sfociate in violenza a causa della competizione per le scarse risorse (lavoro, terra e alloggi) della regione. Decine di persone sono rimaste ferite e numerosi edifici sono stati danneggiati, secondo quanto riferisce l’agenzia giornalistica Associated Press.

L’8 luglio il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha convocato una riunione d’emergenza per discutere la crisi. La maggior parte degli scontri si è verificata a Ghordaia, patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

– Iraq: una corte irachena ha condannato a morte 24 sospetti militanti dello Stato Islamico, accusandoli di essere i responsabili del massacro di centinaia di soldati nel giugno del 2014. Quasi 1.700 soldati – la maggior parte dei quali musulmani sciiti – furono uccisi quando l’Isis invase una base militare vicino a Tikrit, nel nord dell’Iraq.

– Birmania: le elezioni politiche in Birmania sono state fissate per l’8 novembre. Sono le prime elezioni in 25 anni a cui potrà partecipare anche il partito dell’opposizione, guidato da Aung San Suu Kyi. La leader birmana non può tuttavia candidarsi come presidente perché ha due figli nati all’estero e registrati come cittadini britannici. Gli elettori potranno votare per entrambe le camere del parlamento, che poi nominerà il nuovo presidente.

– Russia: il governo russo ha posto il veto su una risoluzione delle Nazioni Unite che avrebbe condannato il massacro di Srebrenica come genocidio. Nel 1995 le truppe serbo-bosniache uccisero 8.000 uomini e ragazzi musulmani bosniaci. Secondo l’ambasciatore russo Vitaly Churkin, la bozza della risoluzione Onu sarebbe stata ingiusta nei confronti dei serbi bosniaci e avrebbe fatto accrescere le tensioni nel Paese. Altri quattro Paesi – Angola, Cina, Nigeria e Venezuela – si sono astenuti al momento del voto.

The Post Internazionale (@thepostint) 

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