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Riflessioni sulle dimissioni di Blatter e sulla crisi della FIFA

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Riparte A Tutto Campo con un liveblogging (a scoppio ritardato) sullo scandalo FIFA

Martedì 2 giugno sera Sepp Blatter ha annunciato le proprie dimissioni. Una notizia inattesa specie dopo la sua rielezione avvenuta malgrado gli arresti del 27 maggio scorso. Probabilmente la decisione di Blatter è stata influenzata dalla notizia che il suo Segretario Generale era implicato nel sistema di corruzione che portò all’assegnazione dei Mondiali 2010 al Sudafrica. Non si tratta tuttavia di una resa senz’armi. Lo svizzero resterà infatti alla guida della FIFA fino a che non sarà eletto un nuovo Presidente e prima del nuovo congresso passeranno alcuni mesi… 

Qui il documento ufficiale con cui Blatter ha annunciato le proprie dimissioni.

Nelle prossime ore e nei prossimi giorni riporteremo qui sotto alcuni commenti e alcune riflessioni sullo scandalo che sta facendo il giro del mondo dimostrando, se ne fosse necessario, come il calcio sia qualcosa più di un semplice gioco.

4 giugno 2015

Aggiornamento sui potenziali candidati: Per il Financial Times la rosa dei candidati è la seguente: Principe Ali bin al-Hussein; David Ginola, Zico, Michel Platini, Luis Figo, Michael Van Praag, lo sceicco Ahmad al-Fahad al-Sabah, Jerome Valcke e Issa Hayatou. 

Tre francesi, un portoghese, un olandese, un brasiliano, un giordano, un kwaitiano e un camerunese. 

3 giugno 2015

Il giorno dopo l’annuncio delle “dimissioni” di Blatter i commentatori sembrano concordare sul tatticismo della mossa di Blatter. Messo alle strette da un’indagine che, dopo aver “fatto fuori” buona parte del comitato esecutivo, ha chiamato in causa anche il numero due della FIFA Gerome Valcke e sembra avvicinarsi alla sua figura, Blatter ha preferito uscire da protagonista. La sua è comunque tutt’altro che una resa incondizionata. Sebbene la sua immagine sia totalmente delegittimata da quest’ultima ondata di scandali, la  sua rielezione ha permesso di chiarire che in seno alla FIFA possiede ancora una solida maggioranza grazie soprattutto all’appoggio unanime del blocco africano e di quello asiatico. La principale opposizione allo svizzero è arrivata dall’Europa e dagli Stati Uniti, le altre confederazioni sono apparse spaccate in due.

Ora Blatter e il suo “cerchio magico” rimanendo al potere per almeno altri quattro/cinque mesi potranno elaborare una exit strategy e cercare un candidato che possa garantire continuità. Del resto il sistema-Fifa inaugurato da Havelange e perpetuato da Blatter (con annessi tutti i suoi aspetti clientelari paramafiosi già denunciati in passato e che riemergono nelle indagini di questi giorni) ha permesso di diffondere e sviluppare il calcio anche in Paesi in cui questa disciplina era ben lungi da essere lo sport nazionale. Oggi un numero superiore al 50% dei membri Fifa è ancora legato a Blatter e sarebbe probabilmente ancora disposto a sostenere un “candidato di palazzo”. 

Ora però, con l’intervento della magistratura statunitense (e svizzera) la partita non si gioca più solo con le regole della FIFA. Certo molti Paesi, soprattutto quelli che con la FIFA hanno fatto “affari” negli ultimi anni (Russia, Qatar) hanno visto l’intervento statunitense come una grave ingerenza. L’opinione pubblica occidentale invece ha pienamente gradito l’intervento.

Quali i possibili candidati del dopo-Blatter?

Oltre al Giordano Alì, capace di costringere Blatter al secondo turno prima di ritirarsi, si è fatto da più parti il nome di Platini, un candidato forte per la Uefa che peraltro sembra avere anche forti legami con alcuni paesi del Golfo, Qatar in primis. Si è fatto anche il nome di Figo e Ginola. Potenzialmente molto forte appare anche la candidatura dello sceicco del Kuwait. Ahmad Al-Fahad Al-Ahmed Al-Sabah, già eminenza grigia dietro all’elezione di Bach al CIO. Decisivo saranno i voti del “blocco africano” che finché sarà guidato dal fido alleato di Blatter Issa Hayatou potrà contare su una solidità quasi granitica.

2 giugno 2015

Ore 23.45: Mark Doige, ricercatore dell’Università di Brighton, espone (in maniera a mio avviso condivisibile) perché le dimissioni di Sepp Blatter sono un’abile mossa politica. Leggi qui.

Ore 23.00: Secondo il New York Times anche Blatter sarebbe indagato. Leggi qui.

Il commento di Simon Kuper sul Financial Times. Leggi qui.

Il commento dell’Economist. Leggi qui.

Ore 21.30: Il Presidente del CIO Thomas Bach ha dichiarato“We have great respect for the decision of president Blatter, to resign in order to initiate the necessary reforms and to make room for a new FIFA leadership that is driving these changes”. Blatter resta membro del CIO fino alla prossima primavera quando compierà 80 anni. La FIFA sta vivendo una situazione analoga a quella vissuta dal CIO una quindicina di anni.

Ore 20.45: Il primo candidato alla successione di Blatter proviene dall’esterno del “cerchio magico” è David Ginola. La notizia va però presa con le molle. L’ex trequartista francese si era già candidato contro lo svizzero ma poi la sua candidatura si è rivelata più una trovata pubblicitaria per una nota agenzia di scommesse che non un reale tentativo di contendere il trono della FIFA allo svizzero.

Ore 20.00: Perché Blatter si è dimesso? Il commento di Josh Halliday sul Guardian. Leggi qui.

Il commento di Marco Bellinazzo (Il Sole 24 ore): “Dimissioni Blatter: allentare la morsa dell’Fbi, prendere
tempo e scegliere il successore, non la vedrei come una resa incondizionata
“.

Il commento di James Montague (fra gli altri: New York Times, CNN, World Soccer): “Blatter’s last four months could be profound. Wants to cut
ex co, make it elected by congress. Direct challenge to UEFA and Platini
“.

Il commento di Dan Roar (BBC): “Think this is bad for Blatter? Could be a lot worse for
Qatar
“.

Altre reazioni raccolte dal Guardian.

BIBLIOGRAFIA:

Il link per acquistare i libri del giornalista Andrew Jennings che da anni denunciava situazioni di corruzione in seno alla FIFA.

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