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Le elezioni nel Regno Unito

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Il 7 maggio si vota per rinnovare la camera dei Comuni. Conservatori e laburisti si sfidano in un'elezione dagli esiti imprevedibili. Seggi aperti fino alle 22

Il 7 maggio nel Regno Unito si svolgono le elezioni politiche con cui verranno rinnovati i 650 deputati alla camera dei Comuni. Successivamente, verrà nominato un nuovo primo ministro e si insedierà un nuovo governo.

S&D

Circa 50 milioni di cittadini britannici si sono registrati per il voto. I seggi chiudono alle 22, le 23 ora italiana. Inoltre, si vota anche per rinnovare 279 consigli locali e i sindaci di Bedford, Copeland, Leicester, Mansfield, Middlesbrough e Torbay.

Le elezioni avranno luogo in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del nord. Sono considerate le elezioni dall’esito più imprevedibile da molti anni a questa parte. I sondaggi indicano un testa a testa tra laburisti e conservatori.

(Qui sotto c’è un video del Guardian che spiega le elezioni britanniche ai ‘non-britannici’) 


Chi sfida chi in queste elezioni 

I partiti in lizza alle elezioni britanniche sono molti – in fondo c’è una lista completa – ma quelli che hanno realmente la possibilità di formare un governo sono due: i laburisti e i conservatori.

(Qui sotto: a sinistra il leader dei conservatori David Cameron e a destra il leader dei laburisti Ed Miliband) 


Tories – I conservatori

Dal 2010 sono al governo grazie a una coalizione tra conservatori e liberal-democratici. David Cameron, il leader e attuale primo ministro, è di poco indietro nei sondaggi rispetto al leader dei laburisti Ed Miliband.

Il sito di analisi statistica FiveThirtyEight sostiene che i conservatori perderanno almeno 21 seggi alla camera dei Comuni su un totale di 281 deputati. Si attesteranno al di sotto dei 326 seggi necessari per formare una maggioranza, ma potrebbero in ogni caso rimanere il primo partito in parlamento.

Labour – I laburisti 

I laburisti sono stati al governo nel Regno Unito ininterrottamente dal 1997 al 2010: prima per un lungo periodo con Tony Blair (1997-2007) e poi con Gordon Brown (2007-2010).

Sono il partito tendenzialmente di riferimento per la sinistra democratica nel Paese, anche se non va scordato che nel Regno Unito gli stessi laburisti hanno talvolta mostrato di avere tendenze conservatrici.

L’attuale leader del Labour è Ed Miliband, fratello del già segretario di Stato David Miliband, e figlio del teorico marxista Ralph Miliband. I due fratelli si scontrarono per la leadership del partito al congresso laburista che si è tenuto nel settembre 2010 a Manchester, in cui Ed venne eletto segretario.

Miliband è considerato più a sinistra rispetto ai predecessori Gordon Brown e Tony Blair, quest’ultimo celebre per aver dato vita al New Labour, movimento ampiamente criticato da Miliband stesso, specialmente per il suo coinvolgimento nella guerra in Iraq. Blair, a sua volta, ha criticato Ed Miliband.

(Qui sotto c’è un profilo del leader dei laburisti Ed Miliband in un video realizzato dal Labour) 

Liberal Democratici e lo Scottish National Party 

I liberal democratici possono certamente avere peso nel determinare la vittoria dei laburisti o dei conservatori. D’altronde è già stato così nel 2010, quando i liberal-democratici di Nick Clegg formarono la coalizione insieme ai conservatori che diede la possibilità a David Cameron di diventare premier e di formare un governo .

Con quella scelta, i liberal-democratici andarono formalmente al potere per la prima volta dai tempi della grande guerra, ma al contempo persero terreno tra gli elettori più fedeli per aver avallato le misure d’austerità più severe proposte dai conservatori.

I lib-dem si collocano al centro dello schieramento politico britannico: si sono opposti alla guerra in Iraq – cosa che né i laburisti né i conservatori fecero all’epoca – e sono anche il partito più sensibile nei confronti dei diritti civili nel Paese.

In qualche modo, sono il partito più europeo nel Regno Unito, rispetto a una matrice più conservatrice intrinsecamente britannica dei laburisti e dei conservatori. I liberal-democratici hanno anche fatto una campagna per abolire le rette universitarie, che invece i laburisti di Tony Blair introdussero al tempo. Il sito FiveThirtyEight sostiene che perderà almeno 30 seggi alla camera dei Comuni sui 56 che al momento detiene.

Lo Scottish National Party (Snp) il partito che si batte per l’indipendenza della Scozia, ha visto tramontare il suo sogno nel referendum di settembre 2014, in cui ha prevalso la volontà da parte della maggioranza dei cittadini scozzesi di rimanere nel Regno Unito. Anche in questa tornata elettorale, l’obiettivo primario del partito scozzese sarà quello di ottenere maggiore indipendenza dal Regno Unito e respingere le misure d’austerità di Londra.

Lo Scottish National Party è un partito marcatamente social-democratico. Secondo il sito FiveThirtyEight, potrebbe arrivare a guadagnare persino 46 seggi, partendo da sei deputati che oggi siedono alla camera dei Comuni, su un totale di 59 seggi assegnati alla Scozia. Questo risultato farebbe dello Scottish National Party il terzo partito nel Regno Unito per numero di seggi, scavalcando i liberal-democratici.

(Qui sotto c’è un video con gli highlights più importanti del dibattito televisivo tra i candidati alle elezioni del Regno Unito)


Ogni quanto si vota, con quale sistema e cos’è l’ “hung parliament” 

Nel Regno Unito si vota ogni cinque anni. Il parlamento è composto da due camere: quella dei Comuni e quella dei Lords. La prima viene eletta – come accade in questa tornata – mentre per la seconda non ci sono elezioni, ma è composta da baroni, baronesse, nobili, nomine a vita e da alcuni membri del clero.

La camera alta – quella dei Lords – ha molto meno potere di quella dei Comuni, che viene eletta. Per dirla senza giri di parole, non può rifiutare un testo di legge già approvato dalla camera bassa, quella dei Comuni.

Nel Regno Unito si vota con il sistema uninominale. In inglese si chiama first-past-the-post, il che vuol dire che il territorio del Paese è diviso in 650 collegi, in ciascuno dei quali il candidato che arriva primo viene eletto.

Il risultato di queste elezioni è imprevedibile per diversi motivi, anche se principalmente lo è per via del testa a testa tra laburisti e conservatori. Questo potrebbe dar luogo al cosiddetto hung parliament, che si verifica quando nessun partito ottiene la maggioranza assoluta dei seggi, necessaria per governare.

La lista di tutti i partiti 

Partito Conservatore: partito di centrodestra di matrice conservatrice, liberista e tendenzialmente euroscettica. Il Partito Conservatore è nato nel 1834 come erede del Partito dei Tories (1678). Vengono tuttora comunemente chiamati Tories, ma il nome ufficiale è Partito Conservatore. Il partito è uno dei due più importanti della storia politica britannica. Il leader è David Cameron.

Partito LiberalDemocratico: partito politico centrista nato nel 1988 dalla fusione tra il Partito Liberale e il Partito Social Democratico. Il partito è di matrice progressista, ambientalista ed europeista. Il leader è Nick Clegg.

Partito Laburista: partito nato nel 1900. Il partito si fonda sui grandi temi del socialismo: intervento dello stato nell’economia, redistribuzione della ricchezza, stato sociale, sanità e istruzione pubblica. Il leader è Ed Miliband.

Partito per l’Indipendenza del Regno Unito: partito politico euroscettico, fondato nel 1993 da un gruppo di scissionisti del Partito Conservatore. Il suo obiettivo principale è l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Il leader è Nigel Farage.

Partito nazionale scozzese: partito politico scozzese di matrice socialdemocratica che rivendica l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Il leader è Nicola Sturgeon.

Plaid Cymru, partito del Galles: partito politico gallese di centrosinistra, che mira alla costituzione di un Galles indipendente all’interno dell’Unione europea. Il movimento fu fondato nel 1925. Il leader è Leanne Wood.

Partito dei Verdi: partito politico del Regno Unito, fondato nel 1973. Oggi fa parte del Partito Verde Europeo. Il leader è Natalie Bennet.

(Nella foto qui sotto: porte di case dipinte di blu, giallo e rosso, i colori dei tre principali partiti britannici: Tories, Lib-Dem e Labour. Credit: Toby Melville)  


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