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Il portinaio malandrino

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Storia di un portinaio malandrino e di ordinarie ingiustizie a Rio de Janeiro

Miguel è un giovane ragazzo di colore, non ha più di una trentina di anni e lavora come portiere in un elegante condominio della Rio bene. Miguel, come tutti i brasiliani, ha un debole per le donne. Ha da poco comprato un’auto rossa fiammante per sfrecciare sul lungomare di Copacabana e far bella figura con le ragazze. Rimorchiarle, precisa il malandrino.

S&D

Miguel trascorre le sue giornate a smistare la posta, apre di buon mattino il portone augurando il buongiorno a distinti avvocati, professori e frettolosi uomini d’affari, libera le signore dal peso dei pacchetti e le accompagna sulla porta di casa. La sera chiude l’uscio dietro gli inquilini che si trascinano stanchi nei loro appartamenti e veglia sul condominio addormentato.

Miguel ha l’abitudine di posteggiare la sua macchina nel parcheggio adibito agli ospiti dei condominio, di fianco all’entrata principale, così la può controllare da lontano. Non la perde di vista un secondo e, nel primo pomeriggio, quando il via vai nell’atrio si riduce, il giovane portiere ne approfitta per scivolare fuori e lustrare il suo bolide. Nessuna macchiolina sfugge all’occhio vigile di Miguel che ha comprato a rate quel gioiello a motore.

“Miguel” lo richiama all’ordine una curiosa inquilina del condominio, “di chi è l’auto che stai lavando?”

“E’ mia signora, l’ho comprata alcuni giorni fa” gonfia il petto il ragazzo.

“Tua? Ma come puoi permetterti questo modello di automobile? L’amministratore ti paga 1000 reais al mese, non è un certo un bene che ti puoi permettere”.

“Ma vede signora, la pago a rate, ho acceso un mutuo, 400 reais per 90 mensilità”.

“90 mesi? Sei forse pazzo? E se nel frattempo perdi il lavoro come fai a pagare il mutuo?” incalza, quasi profeticamente, la signora.

“A Rio è facile trovare lavoro, se mi licenziano andrò altrove”. Miguel ha ragione, c’è sempre chi è disposto a comprare bassa manovalanza in Brasile, il giovane sfrontato ha una risposta per tutto.

“E se te la rubano?”

“Non me la rubano signora, di giorno la tengo parcheggiata nel posto auto del condominio, quello adibito agli ospiti. Sa, in quanto portiere ho il permesso, così la controllo da vicino. Quando non la uso la lascio sotto casa di un amico, è più sicuro di dove abito io, gli allungo qualche soldo ogni mese per controllarla, sa anche lei come funzionano queste cose, nessuno me la tocca”.

“Scusami Miguel” insiste l’inquilina impicciona “Ma tu dove abiti?”

“Abito in un quartiere a nord di Rio, ho affittato un letto in un dormitorio con altri 9 ragazzi, tutta gente semplice, mi trovo bene, abbiamo bagno e cucina in comune per 300 reais al mese. Perché me lo domanda? sta pensando di trasferirsi per spendere meno?” la canzona il portiere.

“Non fare lo spiritoso. Non c’è niente da ridere, ma ti rendi conto che preferisci dormire in una stanza da dieci persone su un letto che sarà pulito come la cuccia di un cane per poterti permettere questa ferraglia? Potresti trovare un alloggio più dignitoso e rinunciare a un’auto così cara” rincara, con l’indice ritto, la signora.

“Mi scusi ma lei come le rimorchierebbe le ragazze di Copacabana?” ghigna divertito Miguel. Per il ragazzo, in realtà, l’argomento richiede la massima serietà.

La signora spalanca la bocca esterrefatta e chiude la conversazione con un filo di malizia: “Peccato che nell’automobile non si possa dormire comodamente in due”.

Miguel fa spallucce e continua a passare la cera sulle maniglie dell’automobile, ormai consumata da tutte quelle attenzioni.

Alcuni giorni più tardi, sul far della sera, rincasa dal lavoro un signore anziano, distinto, ha la faccia stanca e stropicciata dalle occhiaie. In quanto proprietario di un appartamento ha diritto ad un posto auto e, difatti, possiede un garage privato nel retro del condominio dove ogni sera ripone la sua auto. Oggi, quell’uomo all’occhio distinto e educato, ha deciso di fare i capricci. E’ troppo stanco per condurre la macchina sul retro del palazzo, aprire il garage, riporla e chiudere la saracinesca. Stasera ha deciso di posteggiare la sua auto nei posti adibiti agli ospiti, ben di fianco all’ingresso, così domani mattina uscendo per andare al lavoro troverà la macchina ad aspettarlo comodamente parcheggiata di fianco all’atrio.

L’uomo in giacca e cravatta accosta la macchina al portone principale, inserisce le quatto frecce e scende con il piede di guerra.

“Miguel” rimbomba la voce nell’atrio. “Cortesemente, sposta la tua macchina dal posto auto degli ospiti, devo posteggiare la mia e gli altri sono tutti occupati”.

Miguel non è entusiasta all’idea di spostare la macchina e parcheggiarla lontano dove non la può controllare. Dopotutto, il regolamento del condominio parla chiaro: quei posti sono per gli ospiti, portieri, tecnici dell’ascensore e donne delle pulizie compresi. Gli inquilini possono occuparli ma la precedenza è degli ospiti.

Il nostro povero amico si appella al regolamento del condominio che il signore ha deciso di ignorare: “Miguel, io ho lavorato tutto il giorno, sono stanco, ti ho detto di spostare quella macchina, fammi il piacere di cedermi il parcheggio”.

Miguel avanza le sue ragioni, non c’è motivo che la sposti, l’inquilino possiede un ampio garage nel retro del palazzo. La discussione continua. “Senti Miguel, io qui sono proprietario di un appartamento e io decido. Se non la vuoi spostare vado subito a parlare con l’amministratore” sentenzia il signore.

Per questo crimine di lesa maestà condominiale, Miguel è stato licenziato in tronco. Quando Miguel ha accettato l’incarico di portiere ha commesso un grave errore. Doveva leggere attentamente tra le righe il regolamento di condominio. Con tutta probabilità, c’era in fondo al testo una piccola clausola vessatoria non scritta.

Sicuramente Miguel non sta rimpiangendo quel posto, avrà già trovato un altro lavoro e rimorchiato più di una ragazza sulle spiagge carioca, mi dico, ma ogni storia ha la sua morale.

La funzionante e fiammante società del consumo brasiliana è, di fatto, un modello base. I più umili, oggi, possono permettersi di acquistare beni di lusso su cui un tempo potevano mettere le mani solo i ricchi. Tuttavia, l’inclusione sociale resta ancora un optional.

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