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Euroscetticismo in Germania

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Anche in Germania c'è un forte sentimento euroscettico. I Paesi in crisi vengono considerati 'zavorra'

Il rapporto tra Germania e Unione Europea, specialmente alla luce della crisi economica dell’Eurozona, è piuttosto controverso. La locomotiva tedesca, lasciatasi alle spalle i suoi problemi economici, ha iniziato a scagliarsi contro i Paesi maggiormente in difficoltà, lalimentando dibattiti in chiave euroscettica come quello sull’uscita di alcuni Paesi dall’Euro e, soprattutto, di un cosiddetto “Euro a due velocità”.

Il tutto in un clima di grande incertezza per l’economia e la politica dell’Europa, che ha sancito il successo di partiti di diversa matrice ma tutti mossi dal diffuso euroscetticismo, come Alba Dorata in Grecia e il Movimento 5 Stelle in italia.

Ma se questi due movimenti hanno messo al centro del loro euroscetticismo il modo in cui la Germania detta le regole all’Europa, in Germania le critiche all’Ue si sono sviluppate in maniera esattamente speculare, radicando l’opinione che i Paesi del sud siano una zavorra per la crescita teutonica.

In quest’ottica, e poiché in Germania i partiti “tradizionali” non sono stati in grado di interpretare appieno questo sentimento, un gruppo, formato principalmente da professori e giornalisti, ha stilato, nel settembre 2012, un manifesto dal nome “Wahlalternative 2013” (Alternativa Elettorale 2013), tramutatosi poi, nell’Aprile 2013, in un partito che ha preso il nome di “Alternative fur Deutschland” (Alternativa per la Germania), sotto la triplice guida dell’economista Bernd Lucke, l’imprenditrice Frauke Petry e il giornalista Konrad Adam, e pronto a correre per le elezioni politiche del prossimo autunno.

Ma cosa propone di preciso l’Alternative fur Deutschland? In che modo si manifesta quest’altra faccia della medaglia euroscettica? Intanto, non propone l’uscita dall’Euro della Germania con il conseguente ritorno al Marco, ma piuttosto l’uscita dalla moneta unica dei Paesi dell’Europa del sud: dunque, l’istituzione del cosiddetto “Euro del nord”. Un cambiamento, questo, che secondo il leader del partito Bernd Lucke, per quanto difficile da gestire, potrebbe avvenire in maniera non traumatica, avvalendosi di un periodo di coesistenza delle due monete nei Paesi in uscita dall’Eurozona.

Tuttavia, il loro progetto è stato molto criticato da più d’un economista, come i cinque firmatari di un appello uscito sul Suddeutsche Zeitung, i quali pensano che la crisi non si risolva modificando i confini dell’Eurozona, ma piuttosto con una serie di riforme politiche e dando una maggiore prospettiva di crescita ai Paesi in difficoltà..

Forse non è solo a causa delle critiche – accolte principalmente da un elettorato più progressista – che il progetto di Alternative fur Deutschland non sta decollando. Il modo in cui la Merkel sta affrontando la crisi, infatti, è gradito ai tedeschi che vogliono una Germania forte nell’Eurozona, e riduce l’appeal politico di un Partito come l’AfD, il quale, inoltre, soffre la mancanza di leader realmente carismatici. Oggi l’AfD è dato nei sondaggi al 2 per cento, ben al di sotto della soglia del 5 per cento con la quale si accede al Bundestag.

La loro vera sfida tuttavia potrebbe non essere quella delle elezioni politiche in autunno, quanto le Europee del 2014, in cui il confronto promette di essere più che mai incentrato sull’idea stessa dell’Ue.

In poche parole, l’Alternative fur Deutschland è nata su un sentimento diffuso in Germania, trovando terreno fertile ma non sufficiente spazio politico per agire in grande: tuttavia, se non risultasse un mero cartello elettorale destinato a sciogliersi poco dopo le elezioni, tra un anno potrebbe avere una nuova opportunità da sfruttare in pieno.

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