Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:05
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Senza categoria

Ma quale modello tedesco…

Immagine di copertina

La finale di Champions è frutto del caso e del trionfo del gioco di squadra

Bayern Monaco – Borussia Dortmund come trionfo del “modello tedesco“? Nulla più che una semplice trovata giornalistica.

Sgombriamo subito il campo da equivoci. Fra tutti i “modelli calcistici” espressi dal continente europeo, quello tedesco è senza dubbio il compromesso meglio riuscito tra: competitività internazionale, sostenibilità economica, seguito di pubblico e incertezza del risultato finale. Un’equa redistribuzione dei diritti televisivi, la presenza di una forte componente popolare all’interno delle società con compiti di controllo attivi, un’oculata politica dei prezzi in stadi accoglienti e la lungimirante riforma post Euro 2000 sui vivai, hanno contribuito a creare un mix vincente che dall’Italia guardiamo giustamente con invidia. In questo senso però il sistema tedesco di fronte all’indebitato campionato inglese, all’iniquo modello spagnolo, all’ancora scialbo torneo francese o alla declinante serie A italiana aveva da tempo mostrato la propria superiorità.

La Champions League tuttavia non può essere considerata come un criterio di valutazione per giudicare un “modello”. Sono davvero troppe le variabili che entrano in gioco nel massimo torneo calcistico continentale, basti pensare che nell’edizione che si concluderà sabato i campioni in carica del Chelsea (poi vincitori dell’Europa League) sono stati eliminati al primo turno. 

E se nel ritorno contro il Malaga il guardialinee avesse alzato la bandierina? … e se il Manchester avesse battuto il Real? … e se il sorteggio fosse stato diverso? Probabilmente parleremmo di un’altra finale. Ma se è vero che con i se e con i ma non si fa la storia è altrettanto evidente che nel corso di una competizione così incerta il caso gioca un ruolo non irrilevante. Le squadre inglesi, per esempio, pur non avendo piazzato nemmeno una squadra ai quarti di finale, restano indubbiamente fra le più competitive al mondo.

Se proprio vogliamo etichettare questa finale, la si potrebbe celebrare come il trionfo del gioco e dello spirito di squadra. Per ragioni estremamente diverse infatti tanto il Bayern quanto il Borussia fanno del collettivo un cardine centrale della propria identità.

Heynckes, enfatizzando sulle due finali perse in tre anni, è riuscito a trasformare un gruppo di campioni egoisti e svogliati in una “macchina da guerra” apparentemente perfetta. Esemplare in questo senso la trasformazione delle “primedonne” Robben e Ribery in “soldatini” sempre pronti a sacrificarsi in copertura. Nel Bayern tutti sembrano entusiasti di cooperare allo scopo di raggiungere l’unico obiettivo possibile: la vittoria.

Anche il Borussia, pur con qualche fisiologica flessione, si muove sul campo in maniera armoniosa; tuttavia fra i gialloneri lo spirito di squadra è una filosofia di gioco dettata soprattutto dalla necessità. Klopp, che annualmente deve rinunciare per ragioni di bilancio ai propri migliori elementi, si è costruito in casa i talenti del futuro, inserendoli gradualmente in un collettivo rodato.

Il Real Madrid e il Barcellona, Cristiano Ronaldo e Messi dipendenti, sono state letteralmente annichilite dall’idea di gioco collettiva espressa dai due club tedeschi. La finale di sabato sarà una sfida fra due squadre speculari; la loro tuttavia non è un’idea di gioco esclusivamente tedesca. Juventus e Shakhtar Donetsk hanno proposto un calcio molto simile a quello delle due finaliste e forse non è un caso che solo di fronte ad esse abbiano dovuto arrestare la propria corsa.

Sulla carta non c’è storia. Dopo una stagione in cui ha espresso un dominio assoluto tanto in Germania quanto in Europa, il Bayern Monaco è il favorito d’obbligo, ma la storia del calcio è piena di Davide che battono Golia e se su Wembley si ripresentassero gli spiriti di Madrid 2010 e Monaco 2012… 

 

Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 9 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Cronaca / Foto shock della sanitaria: caposala posta la foto di lei che ricuce un cadavere. Verifiche dell’Asl di Brindisi
Politica / Migranti, Meloni: “Basita per sentenza Catania, pezzo Italia favorisce ingressi illegali”
Esteri / Ryanair, ira presidente Enac: “Non mi faccio dire da un ad una cosa così grave”
Cronaca / Bimbo di 2 anni in gravi condizioni da 2 mesi dopo aver mangiato formaggio di malga. Indagato il malgaro
Senza categoria / Eros Ramazzotti bacia in bocca la figlia Aurora al concerto, è polemica: “I baci in bocca coi genitori no”
Senza categoria / Il giovane Montalbano: le anticipazioni (trama e cast) della seconda puntata (replica)