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L’imprenditoria straniera in Italia

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Le imprese guidate da cittadini stranieri crescono anno dopo anno in Italia, soprattutto nei settori della vendita al dettaglio e delle costruzioni

L’imprenditoria straniera in Italia

Gli stranieri in Italia hanno un forte spirito imprenditoriale, forze giovani che creano opportunità di lavoro per integrarsi più velocemente nella società italiana.

Le imprese guidate da cittadini stranieri in Italia sono arrivate a quasi mezzo milione. Rispetto al 2012 il numero è cresciuto di 24.329 unità, ovvero il 5,8 per cento in più, arrivando a costituire il 7,8 per cento del totale.

Il dato è particolarmente significativo alla luce del fatto che nello stesso periodo le imprese avviate da cittadini italiani non hanno superato le 19 mila unità.

I dati fanno parte di un rapporto diffuso da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da Infocamere. I primi imprenditori stranieri a guidare la classifica sono marocchini (58.555 titolari), cinesi (42.703) e albanesi (30.475).

In valore assoluto ad aumentare maggiormente sono stati gli imprenditori del Bangladesh, con 3.180 imprese in più create nel 2012. In termini di percentuali gli imprenditori del Kosovo (+37,6 per cento) hanno avuto l’aumento percentuale maggiore.

I settori maggiormente interessati da questo boom sono il commercio al dettaglio ( 129.485 imprese a guida straniera) e i lavori di costruzione specializzati (101.767 attività).

Ristorazione (31.129) e commercio all’ingrosso (29.646) arrivano molto dopo. In termini di incidenza percentuale, le attività guidate da immigrati sono presenti soprattutto nelle telecomunicazioni (34,9 per cento del totale), nella confezione di articoli di abbigliamento (24 per cento) e nei lavori di costruzione specializzati (il 18,9 per cento).

Le regioni italiane in cui il fenomeno ha dimensioni più importanti sono Toscana (11,3 per cento di imprese guidate da cittadini stranieri) e Liguria (10,1 per cento).

Le province a più alta concentrazione di imprese straniere sono Prato (23,6 per cento), Firenze (13,6 per cento) e Trieste (13,2 per cento).

A grande maggioranza (385.769 imprese, l’80,8 per cento del totale) le attività degli imprenditori immigrati sono costituite nella forma dell’impresa individuale, mentre le società di capitale (46.239 unità) sono il 9,7 per cento.

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